Marco Pontecorvo, Barbara Petronio, Francesco Balletta raccontano ‘Alfredino – Una Storia Italiana’. Le nostre interviste.
Due appuntamenti – il 21 e 28 giugno su Sky Cinema e in streaming su NOW – per Alfredino – Una Storia Italiana. La nuova produzione Sky Original racconta i fatti di Vermicino, la storia del piccolo Alfredo Rampi che quarant’anni fa commosse in diretta tv l’Italia intera. Prodotta da Sky e da Marco Belardi per Lotus Production (società di Leone Film Group), Alfredino – Una Storia Italiana è diretto da Marco Pontecorvo (Nero a metà, Ragion di Stato, L’oro di Scampia), mentre la sceneggiatura è di Barbara Petronio – anche produttore creativo – e Francesco Balletta.
«In realtà sono rimaste fuori tante cose, quindi paradossalmente noi sceneggiatori avremmo voluto più spazio di racconto. – ci dice Francesco Balletta – Le esigenze di sintesi hanno prevalso, così come quelle di produzione. Avremmo voluto raccontare di più».
In quattro episodi la vicenda di Vermicino viene dunque raccontata senza che la serie si dilunghi sui processi e sulle effettive conseguenze che la storia di Alfredino ebbe sulla società italiana.
«L’idea comune era quella non solo di raccontare le vicenda, ma l’Italia di quell’epoca. – dice infatti Marco Pontecorvo – Devi avere uno spazio. Sarebbe stato possibile realizzare addirittura un quinto e un sesto episodio. Abbiamo volutamente saltato tanti scontri processuali. Un film? Sarebbe stato troppo compresso, perché i personaggi hanno avuto un’evoluzione».
La storia di Alfredino e le conseguenze sulla cultura italiana
«Involontariamente quella storia fu l’incipit di una cultura televisiva» dice Pontecorvo. Sì, perché l’attenzione mediatica sulla vicenda in quegli anni era una novità. «Abbiamo scoperto – dice Balletta – che l’intenzione di tutti, anche dei media, era positiva. Erano convinti di raccontare un salvataggio e fu una lezione mediatica. Ti può sfuggire di mano la realtà, anche mentre la racconti».
«Non sapevo – conclude Barbara Petronio – che l’impulso dei genitori e lo sfogo con Pertini fecero sì che si attivasse un processo che portò alla creazione della Protezione Civile. Avevamo il ricordo dell’evento mediatico, di certo non sapevo nulla del risvolto umano. Che è quello che ci ha colpito di più. Abbiamo raccontato cos’era l’Italia di quegli anni e l’Ita la fanno le persone. Dai pompieri agli psicologi, gli speleologi visti come persone sopra le righe».