Un volume bellissimo, dal cofanetto alle immagini: David Schiller ripercorre la storia di 200 chitarre, lo «strumento del popolo».

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È un volume che non può mancare sullo scaffale di ogni musicista che si rispetti. E ancor di più nelle librerie degli appassionati di chitarra, da chi si approccia allo strumento in modo amatoriale ai professionisti che ne fanno una passione di vita. Guitar – Chitarre iconiche e la loro storia, edito da L’ippocampo Edizioni, proprio come si evince dal titolo è la presentazione (selezionata da David Schiller) di 200 chitarre. Ognuna con una sua storia o un suo padrone, nel tentativo di tracciare non solo la storia dello strumento musicale ma anche la dimostrazione che la chitarra sia più di uno strumento.

Guitar

Dalla Yellow Cloud di Prince, alla «Trigger» di Willie Nelson, dalla Thunderbird di Muddy Waters alla «Rocky», dipinta amorevolmente a mano dal suo proprietario, George Harrison. Strumenti storici quali la Fender Broadcaster, la Les Paul «Log» o la Gibson Nick Lucas Special, il primo modello dedicato a un musicista. E poi archtop intagliate a mano, veri prodigi della liuteria, capolavori di maestri come John D’Angelico e Ken Parker. E ancora, acustiche meravigliose della nuova ondata di costruttrici, come l’inglese Rosie Heydenrych, famosa perché utilizza legno vecchio di 5000 anni, recuperato dalle torbiere. Senza dimenticare chitarre uniche come la Pikasso II di Linda Manzer, con quattro manici e 42 corde, che esercitano una pressione di più di 400 kg.

Guitar – Chitarre iconiche e la loro storia: la chitarra è più di uno strumento

Un cofanetto bellissimo, foto spettacolari e informazioni preziose: Guitar – Chitarre iconiche e la loro storia più di un libro è un manuale preziosissimo per comprendere quanta vita e quanta narrazione possano albergare in uno strumento musicale.

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Nell’introduzione, David Schiller racconta la sua ossessione – da adolescente – per la Kay. La ricerca delle origini dello strumento ha portato l’autore a scoprire «l’altra faccia del mondo delle chitarre».

Guitar

«Non quella dei musicisti, fatta di riff, accordi, scale e modi, ma un universo di legno, corde, aria e magia».

I protagonisti di Guitar non sono dunque (solo) i grandi e celeberrimi pilastri della musica, ma «liutai e tecnici come Lloyd e Loar e Leo Fender». E questo anche perché la chitarra – a differenza di altri strumenti immodificabili – è in continua evoluzione. È plasmabile, personalizzabile, modificabile. «È sempre stato lo strumento del popolo, sin dai tempi delle taverne e dei trovatori» scrive Schiller. Ma, soprattutto, continua, «la chitarra ha un corpo. Ha una voce». Crea un legame indissolubile con chi la possiede o semplicemente la imbraccia. Tra viaggi, canzoni accennate o imbellettamenti nel volume Guitar è lo strumento – di fatto – il protagonista di immagini e narrazione. Perché ogni chitarra, in fondo, ha una storia unica da raccontare.

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