Aram Shahbazians, Audio Director di Jyamma Games, ci racconta il lavoro sonoro e musicale dietro il videogioco ‘Project Galileo’.
Un soulslike ambientato in Italia – prodotto e sviluppato da Jyamma Games – con tutte le caratteristiche tipiche della nostra penisola, dalle ambientazioni alle musiche. Già sulla carta Project Galileo si presenta come qualcosa di mai visto prima e le reazioni al Tokyo Game Show – durante cui sono stati mostrati il teaser, le key art e i nomi di alcune collaborazioni – sembrano confermare i presupposti.
Un progetto fortemente italiano, nato grazie a mesi di ricerca e sviluppo. A partire dal sound, per il quale è stato incaricato Aram Shahbazians, Audio Director di Jyamma Games, compositore e sound designer con un rilevante background di esperienze audio uniche in progetti tripla A e in alcuni indipendenti.
«Lavoro da diversi anni come compositore e sound designer. – ci dice subito Aram – Ho cominciato con la musica da piccolo, poi ho studiato al conservatorio. Da un lato amo la grande composizione organistica, il jazz e l’elettronica. Dall’altro ho studiato ingegneria elettronica. Ho cercato di unire i due mondi e alla fine sono finito nel mondo dei videogiochi, che uniscono la parte tecnica a quella artistica».
Musica e suoni: una tradizione italiana
Project Galileo è un progetto complesso, proprio in virtù del fatto che la nostra Italia – scelta come ispirazione per la location – offre tantissimi spunti visivi e sonori.
«Il mio lavoro consiste nel gestire suono e musica. – ci spiega Aram – Non vuol dire solo comporre le musiche, anzi paradossalmente quella è una delle ultime fasi. A monte c’è un lavoro di ricerca e di pre-produzione. Dover creare un mondo realistico e dare feedback continui al giocatore pone sfide interessanti».
Da un lato, ci dice Aram Shahbazians, c’è «l’aspetto musicale», all’altro «l’aspetto sonoro». E quest’ultimo «comprende una ricerca sugli ambienti, ma anche suoni di combattimento».
«È un progetto che vuole essere pesantemente ispirato alla tradizione italiana. Quindi abbiamo tantissimo materiale da cui partire. All’inizio il problema era proprio scegliere gli elementi e questo vuol dire anche fare uno studio sulla fauna e sulla flora del suolo italico. Bisogna prestare attenzione a quesi elementi e creare uno stile sonoro proprio del gioco».
Per la musica, invece, è stato necessario «prendere elementi base della tradizione italiana e combinarli, per creare uno stile unico per Project Galileo».
Musica popolare
Insomma, un lavoro immenso. Soprattutto considerando le varie sfumature e origini della musica popolare nostrana.
«Personalmente sono sempre stato appassionato di musica popolare, di qualsiasi paese. – dice Aram – Dall’Irlanda alla Scandinavia. Quindi in realtà, quando mi sono approcciato al progetto, mi sono subito interessato. È stato interessante scoprire strumenti e musicisti italiani sparsi per tutta la Penisola e cominciare a lavorare su alcuni stili tradizionali. Ogni strumento, a seconda della regione, assume un carattere diverso e ha differenti stili tradizionali. Inoltre, in Italia la musica è spesso associata al ballo e al movimento, quindi il nostro gioco è molto movimentato e ci sono diversi parallelismi. All’inizio non è stato semplice. Ci è voluto tempo per far funzionare tutto e trovare la chiave di lettura giusta che rendesse giustizia allo stile tradizionale italiano».
Ma qual è la vera innovazione di Project Galileo?
«L’elemento innovativo di sicuro è il fatto che stiamo proponendo un’estetica visiva e musicale nuova, che non si è vista prima. risponde – Chiaro che ci sono elementi che ricordano altri giochi. Ma, all’interno di alcuni paletti, ci stiamo dando completa libertà creativa».