Dopo l’EP pubblicato a pochi giorni dalla vittoria ad ‘Amici’, Luigi Strangis torna con l’album ‘Voglio la gonna’ e porta la sua voce anche al cinema. Ecco che cosa ci ha raccontato.
A pochi mesi dalla vittoria di Amici e dalla pubblicazione del primo EP (qui la nostra intervista), Luigi Strangis presenta nuova musica. Venerdì 14 ottobre esce, infatti, ‘Voglio la gonna’, primo album ufficiale del cantautore e polistrumentista che si prepara anche a due appuntamenti live nei club. Dieci le tracce contenute nel disco, il cui titolo è una decisa rivendicazione di una libertà di scelta che non ha a che fare solo con l’estetica ma con la volontà e con la possibilità. Qualcosa che – afferma l’artista – “non dovrebbe nemmeno aver bisogno di essere spiegato”.
“In verità a me non importa anticonformista”, esordisce Luigi raccontandoci l’album che contiene il singolo apripista Stai bene su tutto. “Più che altro voglio poter scegliere cosa mettere. Se a me va di mettere la gonna oggi, la indosso poi magari domani metto il pantalone, però posso scegliere. Ovviamente questo è anche un messaggio che si può generalizzare, soprattutto rivolto alla nostra generazione ma non solo”.
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“Quello che vorrei far capire è che se domani volessi fare il pittore potrei farlo – prosegue – così come se una ragazzina di 15 anni vuole studiare matematica per fare l’ingegnere nella sua vita deve poterlo fare. Il mio è un discorso di libertà: sono io che scelgo cosa essere nella vita, quasi un po’ senza regole ma con rispetto per gli altri. Questo album per me è l’inizio di nuovo percorso, cha è cominciato dopo Amici ma in cui c’è sempre il solito Luigi che vuole andare verso una nuova dimensione musicale. È un album energico, leggero ma a tratti anche profondo”.
“Vorrei semplicemente restare libero, libero anche di poter cambiare, di poter ascoltare quello che voglio, di poter andare avanti”, afferma Strangis. “Ricordandomi sempre che comunque tutto scorre e va via”.
Per quanto riguarda la lavorazione di ‘Voglio la gonna’, tutto si è concentrato nei mesi estivi. “I brani di questo album risalgono tutti più o meno allo stesso periodo”, spiega Strangis. “Li ho scritti tra giugno, luglio e agosto scorsi. Solo uno, Non so cosa dire, risale a quando ero nella casetta di Amici e l’ho concluso dopo, tra una data instore e un live. Registravo nei giorni off, quando mi capitava, e credo che anche per questo il disco è molto energico. Rispecchia quel mio periodo”.
“Fortunatamente il lavoro è stato veloce nel senso che ci è venuto tutto molto spontaneo, anche musicalmente parlando”, ci racconta ancora. “E quando dico veloce non significa che non sia stato curato abbastanza. Sono riuscito anche a comporre e suonare qualcosa dentro al disco, dando delle indicazioni su come volevo che suonassero i brani”.
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Amici, un album e il doppiaggio de ‘Il Talento di Mr. Crocodile’
Ma cosa resta, a una manciata di mesi, della lunga avventura ad Amici? “Ci sono tantissime cose che ho imparato, non solo professionalmente, per esempio a non fermarmi mai alle apparenze. Quella scuola dà la possibilità di farsi conoscere a livello personale ed è un vantaggio, perché la gente riesce a capirti un po’ di più. Dall’altra parte, per quello che mi riguarda, è anche un po’ uno svantaggio perché io sono poco social però mi sto impegnando e sto riuscendo a essere un pochino più presente. Credo che sia bello che gli altri ti conoscano e si ritrovino in te”.
‘Voglio la gonna’ non è l’unico progetto che ha visto coinvolto Luigi nelle ultime settimane. Dal 27 ottobre, infatti, è nei cinema il film live-action per famiglie Il Talento di Mr. Crocodile in cui Strangis interpreta le canzoni italiane del coccodrillo Lyle. “Interpretare le emozioni di un personaggio, per di più inventato, è stato particolare”, spiega. “Ho impiegato un po’ per entrarci dentro e capire il contesto per poi fare quella parte”.
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“Ti dirò anche, però, che è non è una cosa così lontana dall’interpretazione di una cover come potevo fare ad Amici”, prosegue. “A me piace capire da dove arriva un pezzo e conoscerne il contesto, così come anche quando canto un mio brano lo interpreto sempre in maniera diversa, magari per un ricordo che viene in mente. La cosa più difficile è stata il sync tra le mie labbra e quelle del coccodrillo così come con i movimenti veri e propri. Essendo un personaggio animato, a volte faceva dei movimenti particolari ed è lì che a volte suonava strano.
“Quando mi hanno chiamato non ci credevo!”, confessa poi Luigi. “Mi hanno detto che avrei dovuto doppiare un film che nella lingua originale ha la voce di Shawn Mendes. Spero di essere stato all’altezza”.
Luigi Strangis, dai festival estivi al tour nei club
Tra una sessione in studio e l’altra, Luigi è riuscito a calcare palchi che fino all’anno scorso guardava in televisione. Confessa: “Aver calcato i palchi di tanti festival durante l’estate è qualcosa di cui ancora non mi rendo conto! Resto quello di sempre, quindi resto quello che ancora sogna quei palchi con la differenza, però, che ora riesco anche a farli. E voglio continuare a vivermela così, normalmente ma poi ci penso e dico ‘cavolo, sta succedendo davvero!’”.
“Ho incontrato tanti artisti e tutti hanno una personalità singolare per cui da ognuno prendi qualcosa”, afferma poi. “Sicuramente l’incontro con Dario Brunori, che desideravo tanto, mi ha lasciato una sensazione di familiarità, è un tipo tranquillissimo e molto simpatico. Tra gli altri ti cito Nek che è una persona splendida e Alex Britti, incredibile”.
Ma ora, in vista, ci sono gli appuntamenti instore per i firmacopie e due concerti nei club a novembre, il 16 all’Alcatraz di Milano e il 20 all’Atlantico di Roma. “Quando si parla di musica suonata o in generale di live sono tranquillo perché è la dimensione che amo e me la vivo con molta tranquillità”, spiega Luigi. “Cerco di fare tutto in modo molto naturale. Nel tour, sarà tutto suonato e ci saranno sia il disco sia l’EP, ma vorrei inserire nella setlist anche di momenti in acustico. Vorrei portare il pubblico nella cameretta in cui suonava Luigi, quando non c’era nessuno ad ascoltarlo o al massimo solo la chiave della porta chiusa!”.
Foto di Gabriele Gregis da Ufficio Stampa ABOUT