Il documentario arriva in occasione delle celebrazioni a 500 anni dalla morte e della mostra della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia.
Sarà al cinema solo per tre giorni Perugino. Rinascimento Immortale. L’appuntamento è per il 3, 4, 5 aprile con il lungometraggio prodotto da Ballandi e diretto da Giovanni Piscaglia, regista di Van Gogh. Tra il grano e il cielo e Napoleone. Nel nome dell’arte, su soggetto dello stesso Piscaglia con Marco Pisoni e Filippo Nicosia (elenco sale su nexodigital.it).
Il documentario, con la partecipazione straordinaria di Marco Bocci, racconta la vita e l’opera di Perugino partendo dal legame con la sua terra, l’Umbria, e in particolare con i paesaggi luminosi che si aprono sulle sponde del lago Trasimeno che spesso Perugino ha immortalato sullo sfondo dei suoi dipinti. Da Castel della Pieve, un borgo immerso in quei paesaggi, Pietro Vannucci, che solo in seguito avrebbe preso l’appellativo di Perugino, comincia il suo percorso artistico che lo porterà a imporsi nelle capitali creative dell’epoca, Roma e Firenze, a contatto con maestri come Verrocchio, e colleghi come Botticelli e Leonardo da Vinci.
Eppure – nonostante Perugino sia stato un artista centrale del Rinascimento, il più famoso e richiesto nel ventennio che va dal 1480 al 1500 – la sua fama si è via via spenta con lo scorrere dei secoli fino a giungere ai giorni nostri sbiadita e priva del suo reale valore. Perché questo è avvenuto? Molto ha inciso l’ombra che su di lui hanno gettato gli artisti della nuova maniera, e in particolare Raffaello. Infatti, il Perugino è spesso citato e conosciuto solo come maestro del pittore urbinate. Ma al di là dei meriti di Raffaello, gran parte della sfortuna critica del Perugino si deve anche a Giorgio Vasari, il biografo degli artisti che nelle sue Vite relega il Perugino a figura di secondo livello e lo descrive con toni dispregiativi riportando aneddoti e tratti del carattere negativi.
Perugino. Rinascimento Immortale, una verità diversa
Questo docu-film prova a smentire Vasari, portando allo spettatore prove e documenti, ascoltando le voci dei maggiori studiosi e storici dell’arte, analizzando le opere nel dettaglio, cercando una verità diversa da quella giunta fino ai giorni nostri. Si parte dalle prime opere perugine come le tavolette di San Bernardino, dove il Rinascimento irrompe a Perugia portato proprio dalla mano e dalle idee visionarie di Perugino. Sempre a Perugia, Pietro realizza il primo capolavoro: L’Adorazione dei Magi della Galleria Nazionale dell’Umbria.
La consacrazione arriva negli anni ’80 del Quattrocento con gli affreschi della Cappella Sistina, in cui ancora oggi possiamo ammirare La consegna delle chiavi. A questo punto, Perugino è l’astro nascente dell’arte italiana e a Firenze apre una bottega sull’esempio del suo maestro Verrocchio. È una bottega perfettamente rodata che sforna moltissime opere e riceve numerose commissioni. L’abilità imprenditoriale di Perugino è incredibile e il marchio di fabbrica dei suoi dipinti, il suo stile, diviene riconoscibile e ammirato e si diffonde in tutt’Italia.
Lo spettatore verrà guidato alla scoperta della pittura armonica dell’artista: un equilibrio perfetto tra uomo e natura, realtà e ideale, che caratterizza dipinti come La Consegna delle Chiavi della Cappella Sistina in Vaticano, il Compianto su Cristo Morto della Galleria Palatina di Firenze, la Pietà e L’Orazione nell’Orto delle Gallerie degli Uffizi. Perugino inventa composizioni e iconografie che fanno scuola, diffonde un nuovo ideale di bellezza femminile attraverso le sue Madonne, concepisce straordinari cicli ad affresco come nel Collegio del Cambio di Perugia.
Perugino, gli ultimi anni
Negli anni ’80 del Quattrocento, Perugino è rinomato sia a Firenze che a Perugia. Ha addirittura due botteghe e riceve richieste dalle principali corti italiane. Ovunque arrivi la sua arte, influenza i pittori locali e il suo linguaggio si diffonde. È un linguaggio semplice e diretto dal grande portato devozionale. Ed è forse per questo che i dipinti di Perugino vengono risparmiati dai roghi di Savonarola, il frate che prende il potere a Firenze alla metà degli anni ’90 del Quattrocento. Perugino passa indenne anche dalla tempesta di Savonarola. La sua costanza nella pittura e l’impermeabilità del carattere gli permettono di realizzare quadri devozionali di straordinaria bellezza e armonia che vengono presi a modello da moltissimi pittori a lui successivi.
Un fenomeno di proporzioni paragonabili solo a quanto accaduto, prima di lui, con l’arte di Giotto. Ma i tempi cambiano e ad inizio ‘500 si fanno strada grandi geni dell’arte come Raffaello, Leonardo e Michelangelo. Le loro invenzioni oscurano la fama del Perugino che, negli ultimi 20 anni della sua lunga vita, è costretto a ritirarsi nella sua Umbria. Qui dipinge capolavori come L’Adorazione dei Magi di Città della Pieve e Il Martirio di San Sebastiano di Panicale.
Muore di peste nel 1523 a Fontignano, con il pennello ancora in mano. Dopo la sua morte, il genio e l’importanza del Perugino vengono adombrati, dimenticati, travisati. Ma nessuna cattiva lettura può sminuire sua pittura che è ancora in grado di trasmetterci tutta la sua forza e la sua purezza. L’obiettivo del documentario sarà proprio quello di ridare a Perugino il giusto posto nella storia nell’arte, a 500 anni esatti dalla sua scomparsa. Il documentario approfondirà da vicino anche l’allestimento delle due sale interamente dedicate all’artista alla Galleria Nazionale dell’Umbria. Raccontando, tra le altre cose, il restauro di alcune delle sue opere.
Le sale alla Galleria Nazionale dell’Umbria
Così, grazie a riprese suggestive e all’intervento di esperti come il Direttore Galleria Nazionale dell’Umbria Marco Pierini, il Direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt, la professoressa di Storia dell’architettura presso l’Università di Firenze Emanuela Ferretti, il Geografo all’Università di Bologna Franco Farinelli, la storica dell’arte della Galleria Nazionale dell’Umbria Veruska Picchiarelli, lo storico Franco Cardini, il coreografo e ballerino Virgilio Sieni, Perugino. Rinascimento immortale metterà in luce le peculiarità dell’artista e il suo fondamentale ruolo all’interno della storia del Rinascimento.
Un viaggio attraverso l’Italia alla scoperta dei grandi capolavori: dagli affreschi della Cappella Sistina alle due sale a lui interamente dedicate alla Galleria Nazionale dell’Umbria, dal Collegio del Cambio all’Archivio di Stato di Perugia, dalla Biblioteca Augusta alla Cappella San Severo a Cerqueto, e ancora l’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi e la Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio Città della Pieve, la Chiesa San Sebastiano a Panicale, la Chiesa di Santa Maria dell’Annunziata, la Galleria Palatina, gli Uffizi, Museo Galileo Galilei, Cenacolo del Fuligno, Liceo Michelangiolo, Archivio di Stato di Firenze, Biblioteca San Marco a Firenze e la Pinacoteca di Bologna.