Silvia Spacca e Leonardo Zanchi sono i creatori del progetto ‘VizArt’, all’interno del quale nasce ‘VizCart’ dedicato alla realizzazione di stampe effetto rilievo.
A una prima analisi, l’arte e la geografia non possono che suonarci come mondi lontanissimi. Da una parte la creatività e dall’altra la scienza, la prima libera di esprimersi e la seconda costretta in vincoli precisissimi. In fondo, altro non è che la percezione che ci resta dagli anni di scuola, con quella distinzione netta tra materie che, invece, come spesso accade sono vasi comunicanti.
Ed ecco che anche una mappa geografica – sì, del genere sul quale abbiamo studiato confini e catene montuose, meridiani e paralleli – può diventare un’opera d’arte che va al di là della sola tecnica. Lo sanno bene Silvia Spacca e Leonardo Zanchi, fondatori dello studio indipendente VizArt, che si occupano di Data Visualization e cartografia tridimensionale.
Proprio dall’incontro tra carte da restaurare e strumenti digitali nasce VizCart, che combina i precisissimi dati satellitari con la rivisitazione artistica fatta di luci, ombre, colori. Il risultato? Carte geografiche tridimensionali che come scatti fotografici ci restituiscono un’impronta del mondo sospesa tra passato e futuro.
Silvia Spacca e Leonardo Zanchi: il progetto VizArt
Come è nata l’idea del progetto e come sta crescendo in questi anni?
Il progetto è VizArt (ARTistic VISualization; VIS diventa VIZ e lo poniamo come prefisso per dargli più importanza). VizCart (abbiamo giocato su CARTography, riprendendo VizArt) è il nome che abbiamo pensato per la realizzazione delle stampe effetto rilievo. Il progetto nasce come idea alla fine del 2019. Inizialmente ci eravamo dedicati alla Data Visualization, un tema che avrebbe permesso di unire le competenze di Leonardo (laureato in Computer Science, realtà aumentata e Multimedia) e Silvia (laureata in Ingegneria del Cinema e dei mezzi di comunicazione).
LEGGI ANCHE: — All’asta un artwork di Gerald Scarfe per i Pink Floyd e un quadro di Pete Doherty
In circa un anno abbiamo realizzato visualizzazioni in diverse forme, combinando la componente grafica e la tecnologia informatica. La cartografia è arrivata solo dopo… Quando cercando dei dati per realizzare una mappa ci siamo imbattuti prima nel blog di Daniel Huffman e poi Peter Atwood, due cartografi che hanno condiviso le loro esperienze e i loro esperimenti con le mappe effetto rilievo. È molto importante per noi sottolineare questo aspetto. Perché è grazie a loro (e non solo) se siamo diventati consapevoli di questo nuovo modo di realizzare mappe.
Huffman e Atwood mostravano un modo diverso di intendere la cartografia e il design, mostrando delle carte geografiche che a chi ha frequentato le scuole negli Anni Ottanta possono ricordare le mappe in rilievo prodotte in plastica. Ma qua il rilievo è solo un effetto ottico, un trompe-l’œil contemporaneo. La tecnica non è innovativa, veniva già praticata nell’Ottocento, ciò che è cambiato è il modo di realizzarla. Prima era un lavoro su carta e veniva disegnata, oggi possiamo realizzarla interamente in digitale e con un livello di precisione altissimo.
Questa tecnica ha un’attrattiva unica e ci ha catturato a tal punto da mettere un po’ da parte il resto del lavoro per dedicarci a tempo pieno all’apprendimento di questo procedimento per sviluppare uno stile che potessimo riconoscere come nostro. E ottenere un risultato che potesse sbalordire l’osservatore, a prescindere dalla personale passione per la cartografia.
La nostra competenza è maturata sul campo, affinando la nostra conoscenza sulla cartografia e migliorando la tecnica. Solo dopo aver raggiunto un livello di qualità ci siamo aperti alla vendita. Da lì sono arrivate le commissioni, prima per i privati poi per le aziende, e abbiamo realizzato mappe per grandi case europee e statunitensi. Le nostre mappe sono state utilizzate nell’editoria e nella pubblicità, come copertine per cataloghi e libri in diverse parti del mondo.
In Italia abbiamo realizzato una copertina per un libro pubblicato da Mimesis Edizioni e abbiamo realizzato le mappe dell’ultimo catalogo di Donnafugata. Ma potete trovare i nostri lavori in libri pubblicati in Australia, in pubblicità in Germania e Scozia, in documentari negli USA e in Cile. Solo per citarne alcuni.
Siamo molto contenti del percorso che stiamo facendo, dal momento che ogni aspetto del nostro lavoro è curato da noi. Dalla realizzazione delle mappe alla creazione dei sito internet, passando per la comunicazione social. Per noi è importante che le persone si trovino a confrontarsi direttamente con noi, così da capire quanta cura c’è dietro ogni lavoro.
Come si incontrano aspetto tecnico e realizzazione artistica nella progettazione e finalizzazione delle mappe?
Aspetto tecnico e aspetto artistico si alternano fin dai primi passi della realizzazione delle carte in effetto rilievo. In genere, quando la mappa di base è una carta antica, la prima fase artistica è la scelta del restauro. Il nostro intento non è fare un restauro conservativo, ma rimuovere i difetti evidenti dovuti al passare del tempo o al cattivo stato della mappa originale. Quindi, a volte, è capitato di dover modificare i colori ormai sbiaditi dal tempo o renderli più brillanti, affinché una volta aggiunto il rilievo la mappa sembrasse viva. Altre volte, nei casi più sfortunati, mancavano parti della mappa, quindi è stato necessario ricostruirlo aiutandosi con altre mappe come riferimento. Quasi tutte le decisioni prese in questa situazione sono artistiche, perché è come se ogni mappa dovesse esprimere una propria personalità.
La fase successiva è molto tecnica, si tratta di posizionare nello spazio (georeferenziare) la mappa restaurata e dipende da quanto la mappa è antica. Bisogna ricercare le proiezioni usate in quel luogo in quegli anni. E, attraverso dei punti di riferimento o con le griglie, la mappa trova la sua collocazione spaziale. A questa si aggiunge l’elaborazione dei dati satellitari, che portano le informazioni sulle altezze di tutto il territorio e che vengono elaborati in funzione della fase finale: l’effetto rilievo.
Infine, una parte estremamente artistica: la combinazione dei rilievi con la mappa originale e la decisione delle luci e delle ombre. È un po’ come decidere se fare una fotografia in studio o all’aperto, bisogna decidere quanto scura deve essere l’ombra, come deve cadere, quante luci bisogna avere e la temperatura. Dal momento che ogni stampa viene vissuta come un’esperienza unica, non vengono usati set sempre uguali, cosicché ogni stampa abbia una sua identità.
Le fonti
Quali sono le fonti che utilizzate per reperire le mappe da restaurare?
Le fonti sono possono essere sintetizzate in due grandi gruppi, le biblioteche e gli archivi internazionali, che hanno fatto molto lavoro sulla digitalizzazione e libera diffusione del materiale storico e cartografico. La maggior parte delle biblioteche sono universitarie e si trovano all’estero. Francia, Australia, USA, Spagna, Regno Unito. Hanno un patrimonio cartografico immenso e da anni lo stanno digitalizzando e mettendo a disposizione. Le biblioteche non sono l’unico soggetto, sono anche gli stessi istituti che in passato hanno realizzato le mappe a condividerle con il pubblico. La Spagna e gli USA ne sono due eccellenti esempi.
Le mappe che noi utilizziamo devono soddisfare fondamentalmente tre requisiti: devono essere disponibili online; devono avere una qualità digitale molto alta ed essere in uno stato restaurabile; devono avere una licenza public domain, cc-by oppure siamo stati autorizzati dall’ente a utilizzarle.
In che modo la tecnologia vi supporta nel processo di lavoro?
Se con tecnologia intendiamo il digitale, allora sono una cosa unica, prodotto e tecnologia sono così connessi che senza il secondo il primo non esisterebbe. La tecnologia è presente in tutte le fasi; l’acquisizione della mappe avviene online da biblioteche che si trovano dall’altra parte del mondo; le mappe stesse sono digitali e rimangono tali fino a quando alla fine prima della stampa. I dati del rilievo sono gestiti esclusivamente in digitale dal momento che sono acquisiti attraverso rilevazioni satellitari; la nostra elaborazione è totalmente digitale.
È un processo che in passato veniva realizzato disegnando il rilievo con carta e penna, impiegando le informazioni provenienti dai rilievi fotografici e poi aerei delle aree. Oggi abbiamo sostituito le fotografie con dei modelli digitali che descrivono con precisione il territorio e il disegno a mano con un ambiente 3d che simula luci e ombre ottenute precedentemente con una matita.
Qual è la difficoltà maggiore per raggiungere il risultato finale? E quale l’aspetto che vi diverte o soddisfa di più?
Forse uno degli aspetti più complicati è raggiungere il giusto compromesso tra resa tridimensionale dei rilievi e leggibilità della mappa. Spesso ci si lascia catturare dalla spettacolarità delle ombre nette e dal modo in cui le vette si stagliano sul suolo, però questo compromette molto la leggibilità delle etichette, copre parzialmente i nomi delle vette e quindi bisogna sempre mediare e cercare il giusto compromesso.
L’aspetto più soddisfacente è senz’altro vedere il modo in cui delle mappe in origine poco attraenti perché tecniche o sbiadite prendano nuova vita. O ancora quando lavoriamo su delle carte urbanistiche e risulta evidente come le città siano cambiate nel tempo, ottenendo una perfetta corrispondenza nelle aree dei centri storici. Mentre nelle periferie il paesaggio è del tutto diverso, dove la mappa segna campi e aree verdi è presente il rilievo moderno che mostra palazzi e strutture urbane.
Immagini Vizart Studio