Federico Solmi ritorna a Venezia con Ship of Fools. Incotnro con Renato Miracco co-curatore della mostra
Federico Solmi torna in Italia con SOLMI – Ship of Fools una mostra con diverse opere inedite che mette al centro uno stile maturo, un linguaggio capace di sottolineare, senza sbavature, le contraddizioni del nostro tempo attraverso toni sarcastici e grotteschi.
Un universo di personaggi e scenari apocalittici sospesi in esplosioni di colori. Incontriamo in questa occasione Renato Miracco, italiano ma ormai americano di adozione, co-curatore della mostra di Solmi con Dorothy Kosinski.
Il progetto è sostenuto dalla più importante fondazione americana di arte contemporanea, la Phillips Collection, dalla Thoma Foundation e dal gruppo VAR Group, un gruppo industriale che ha scelto da tempo di investire nel mondo dell’arte contemporanea e digitale dotandosi di una intera struttura organizzativa con tanto di direttore artistico: Davide Sarchioni.
Renato puoi introdurci al progetto SOLMI – Ship Of Fools e al ritorno dell’artista in Italia ?
Miracco: Federico Solmi ritorna a Venezia con Ship of Fools. Credo che il ritorno di Federico sia qualcosa di veramente sensazionale, per quanto non inserito nella Biennale, Federico ha messo su una mostra con le sue ultime produzioni e creando anche un fil rouge di tutti gli ultimi otto, nove anni. Veramente incredibile! Quello che emerge da Federico Solmi con Ship Fools questa sua padronanza di un nuovo alfabeto, di un nuovo linguaggio che deve essere esplorato, che non è il semplice linguaggio mediatico di video o di multimedialità, è proprio un linguaggio suo particolare, perfettamente sempre riconoscibile. … è riferibile sicuramente al muralismo, quando parliamo di muralismo non è semplicemente un muralismo messicano, ma è tutta una serie di generazioni di artisti che si sono serviti del muralismo per descrivere una realtà storica, per indicare una nuova lettura della realtà storica e per dare delle loro indicazioni. Son colori straordinari, con questi movenze incredibili, con queste maschere grottesche, ma anche, ripeto, con questa monumentalità dell’opera di Federico. Se solo vediamo la Ship of Fools, che è lunga sei metri. Quello che io vorrei dal pubblico e che veramente fosse ispirato e uscisse con una nuova lettura della storia americana, ma della storia europea e della storia mondiale in maniera totalmente differente.
Tanti temi drammaticamente contemporanei purtroppo. Tra le opere esposte La guerra, la Guerre, nuova opera di scultura olografica, ed un dipinto che ci lascia quasi in sospensione, The Painting Room.
MIracco: Federico ha fatto questa bellissima opera, molto grande, che si chiama La Guerra dove vediamo la stessa dinamica che esiste purtroppo ora. In questa dinamica di opposizione però la sua lettura è una lettura anche ironica o sarcastica. Vediamo questo suo carattere sarcastico che esce da quest’opera di queste popolazioni che si lottano. La painting room è invece un momento, come dire, di riflessione. Queste icone, queste vuote sepolcri imbiancati si parlano e si dipingono l’un l’altro. Anche nel mio saggio ho scritto che Federico sembra che sia ritornato in quella dimensione un po atemporale che era anche tipica di Picasso. Non voglio fare paragoni, ma era anche tipica di Picasso, in cui c’era questo momento in cui ci si fermava. Era un istante, una bolla di sapone in cui i personaggi si fermano. In questo caso, mai come in questo caso, in questa painting class, queste icone, questi governanti, questi tycoon che governano ancora adesso, in un certo senso il mondo, non fanno altro che dipingere se stessi ritualmente. È qualcosa di veramente inquietante se lo leggiamo in questa maniera.
SOLMI Ship of Fools.
Palazzo Donà dalle Rose.
Venezia. 18 Aprile – 28 Luglio