Romana Londi è tra gli artisti di Galerie Nathalie Obadia esposti alla Rhinoceros Gallery di Roma. La nostra intervista.

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Dal 19 settembre al 30 novembre, la Rhinoceros Gallery (www.rhinocerosroma.com) – spazio dedicato alle arti contemporanee con la direzione di Alessia Caruso Fendi – porta a Roma le opere di Galerie Nathalie Obadia (www.nathalieobadia.com), la galleria francese fondata nel 1993 e riconosciuta a livello internazionale. Tra gli artisti in mostra c’è Romana Londi, che presenta opere del 2024 nelle quali si riflette il suo approccio alla pittura basato sulla sperimentazione. In questo modo, Romana Londi riesce ad esplorare l’immediatezza della vita, fondendo realtà contrastanti in opere ibride.

A Roma – nella magica cornice della Rhinoceros Gallery – Romana Londi ha scelto di esporre The Birth Of Rhea Silvia (La nascita di Rhea Silvia), «opera – ci dice – che ho fatto principalmente per questo spazio e per questa mostra». «È la mia prima mostra a Roma dopo aver vissuto 16 anni a Londra. Volevo omaggiare questa città, quest’area dove si trova la galleria e i due gemelli trovati qui vicino, Romolo e Remo». Per questo l’artista ha deciso di ritrarre Rhea Silvia, madre dei due fratelli, raramente rappresentata e raccontata.

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Romana Londi e la figura di Rhea Silvia

«L’opera – ci dice infatti Romana Londi – riprende una figura misteriosa e poco conosciuta: la madre di Romolo e Remo. Ho trovato questo bellissimo quadro di Matteo Di Giovanni al quale mi sono ispirata, che rappresenta Rhea Silvia mentre partorisce in piedi sorretta da due donne. Una terza donna è pronta a raccogliere uno dei due bambini. Ho pensato fosse una quadro perfetto per questa città matrilineare. Volevo realizzare un quadro rosa, il colore della città come la sua luce. Essendo parte di questa serie che si chiama Jetlag, il colore di base doveva essere saturo e forte per riprendere una connessione con la tecnologia fondamentale nella mia pratica. E poi per scontrarsi con queste figure che sembrano spingersi a ogni angolo della tela e che hanno invece un rosa molto più organico che riprende la nostra pelle».

«Tornare a Roma mi ha molto ispirata. – conclude poi l’artista – In un modo che non mi aspettavo, perché è una città-museo all’aperto e l’arte esposta quotidianamente riprende le esperienze di vita di un essere umano. In qualsiasi tempo e realtà questo mi affascina molto. L’arte ha a che vedere con l’empatia e la capacità di relazionarsi».

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