La storia e la realtà della Galleria Russo: a Roma Arte in Nuvola 2024 esposte le opere di Manuel Felisi. L’intervista.

loading

C’è anche la Galleria Russo a Roma Arte in Nuvola 2024 e Fabrizio Russo – che incontriamo tra gli stand della Fiera – ci racconta subito di viverlo come «un appuntamento per incontrare di nuovo tantissimi amici che da tempo non vengono al centro storico, perché hanno difficoltà a raggiungerci». «Le varie fiere – aggiunge – sono un’occasione di business e impresa. Forse però dobbiamo iniziare a riflettere sul fatto che la rete di impresa delle fiere stia compromettendo il ruolo del presidio del territorio da parte delle gallerie d’arte».

LEGGI ANCHE: ‘Roma Arte in Nuvola’, Alessandro Nicosia: «Le gallerie sono il cuore dell’iniziativa»

Colpa della «mancanza di tempo dei collezionisti», spiega poi Russo. «Troppo spesso prediligono visitare un ambiente come questo rispetto ad un’unica galleria». Nel mentre, la Galleria Russo propone ormai da decenni «la ricerca dei primi del ‘900 come la ricerca del contemporaneo». «Ci dicono spesso – dice Fabrizio Russo – che siamo molto forti nel moderno ma non nel contemporaneo. Accetto le critiche, però vedo i dati. Tanti artisti che abbiamo seguito hanno anche mercati internazionali di tutto rispetto».

La Galleria trova, del resto, la sua «forza ed energia» nella nuova generazione della famiglia Russo, pur restando – dice il gallerista – «una galleria che lavora in modo tradizionale. Abbiamo tanto da lavorare». Allo stand di Roma Arte in Nuvola troviamo esposte le opere di Manuel Felisi. «Manuel Felisi – spiega Francesca Romana Russo – ha voluto realizzare 80 opere su misura sul mondo animale durante il lockdown. Lo scopo è dimostrare al pubblico quanto effettivamente siano grandi le opere e gli animali. C’è anche un risvolto etico: all’interno del catalogo c’è, ad esempio, il contributo del Bioparco di Roma per studiare quanti esemplari di ogni animale rappresentato rimangono sulla terra. I numeri sono sconvolgenti».

Revenews