Su Sky Arte una docuserie racconta le storie di personaggi che hanno vissuto oltre le convenzioni. Una diversità che, spesso, era solo uno sguardo diverso sul mondo.
Sky Arte propone, dal 20 gennaio, La nave dei folli. Oltre la ragione, docuserie Sky Exclusive affidata alla narrazione di Carlo Lucarelli. Nei sei episodi che la compongono, si raccontano le vite di personaggi storici che hanno pagato la stigma di un’esistenza considerata dai più diversa, semplicemente perché lontana dalle convenzioni considerate ragionevoli per le loro rispettive epoche. Ritenuti, dunque, ‘folli’ – e spesso resi davvero pazzi: derisi, isolati, internati – artisti, scienziati, studiosi e intellettuali hanno ricevuto solo nel tempo un riconoscimento che li ha storicamente ripagati rendendoli protagonisti.
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Da Nerone a Lev Tolstoj, da Cesare Lombroso a Giovanna di Castiglia e Camille Claudel, Lucarelli ripercorre le biografie di donne e uomini supportato dagli interventi di esperti e studiosi. “Quando mi hanno proposto questo viaggio sulla nave dei folli, ho detto sì perché l’idea era bellissima ed è veramente nelle mie corde”, ci racconta l’autore. “Mi ha affascinato, anzi direi che è un programma che avrei visto anche se non l’avessi fatto io. Credo sia importante mostrare le cose da un altro punto di vista: permette di affrontare un concetto come quello della follia, che poi è stranezza, eccentricità, anticonformismo… vuol dire essere rompiscatole. Può davvero voler dire tantissime cose a seconda dei momenti storici”.
“È stato bello – prosegue – andare a rivedere questo tipo di situazioni, che molte volte erano qualcosa di tremendo. Se nel caso di Nerone la storiografia ci dice che era matto ma tutto sommato era un imperatore, le altre persone di cui abbiamo raccontato e soprattutto le donne hanno subito subito profondamente l’etichetta di folli soffrendo parecchio”.
La diversità come motore creativo e lo stigma sociale
Eppure, si diceva, si trattava molto spesso solo della capacità di guardare oltre, di avere uno sguardo differente sulle cose. Un approccio capace di scatenare la creazione artistica diventando motore creativo. Non a caso, tra le protagoniste, c’è anche la scultrice Camille Claudel per lungo tempo al fianco di Rodin. “Tutti questi personaggi hanno una caratteristica particolare, che non è soltanto quella di aver avuto un’idea differente, magari aver inventato un movimento come romanticismo o decadentismo di cui ci siamo occupati. Sono stati innovatori che hanno pagato sulla propria pelle il fatto di avere un punto di vista diverso”, spiega ancora Carlo Lucarelli.
“Questo perché, nel contesto in cui si trovavano, essere diverso voleva dire subire delle cose, voleva dire perdere l’equilibrio mentale. Molti dei nostri personaggi sono stati male, si sono fatti male e sono finiti anche in manicomio perché, nella maggior parte dei casi, li hanno fatti diventare pazzi perché erano visionari e hanno visto un altro mondo. Adesso noi li consideriamo tali ma allora non si diceva così; ecco, questa è una delle chiavi che ci ha fatto scegliere i personaggi”.
A completare la narrazione, una parte importante è affidata a ricostruzioni storiche animate con illustrazioni digitali e proiezioni analogiche. “È la parte fondamentale, bellissima. Starci dentro mi ha fatto sentire benissimo. Quando si parla di portare storie in televisione c’è sempre il problema di cosa mostrare, quindi hai bisogno del filmato. E molte volte questo supporto non c’è, così arrivano l’animazione e la grafica che aprono porte infinite. Perché, tutto sommato, raccontare storie è raccontare anche la suggestione e le riflessioni che stanno attorno ai fatti. Sono rimasto affascinato fin dall’inizio dal lavoro fatto dagli studi TIWI perché mi ha ricordato di quando ero piccolo e guardavo Mille e una sera, un programma di favole degli Anni Sessanta. C’era proprio questo tipo di grafica che a me apriva il mondo. Essere lì dentro a raccontare storie incredibili è stato come entrare in un libro di fiabe. Che meraviglia”.
Oggi, dunque, che tipo di riflessione inducono le storie de La nave dei folli? “Intanto vorrebbero aprire la mente a punti di vista diversi non in maniera acritica ma portando a mettere in discussione la realtà. Questo è il viaggio che si dovrebbe fare per prima cosa. In secondo luogo, vorremmo indurre a chiedersi che cosa rimasto adesso. Abbiamo figure di donne che sono state considerate matte e rinchiuse non solo perché avevano un diverso modo di vedere la poesia e la società ma solo per il fatto di essere donne. A certi uomini avrebbero scusato alcune cose ma a una donna no, perché una donna certe cose non le può fare. È il caso di Camille Claudel per esempio: oggi, come le avremmo considerate? Quali sono le cose le brutte cose di allora che continuiamo a fare adesso?”.
La nave dei folli. Oltre la ragione è realizzata da TIWI, in esclusiva dal 20 gennaio su Sky Arte con un episodio a settimana, in streaming solo su NOW. Sempre disponibile on demand.
Immagini da Ufficio Stampa