La nostra intervista a Paolo Jannacci, che incontriamo dietro le quinte del Teatro Ariston. Ecco cosa ci ha raccontato sulla sua partecipazione al Festival.
Si intitola Voglio parlarti adesso il brano che Paolo Jannacci ha portato in gara al 70esimo Festival di Sanremo, contenuto – insieme a un altro inedito – nel repack dell’album Canterò, uscito venerdì 7 febbraio per Ala Bianca (distrib. Warner/Fuga).
«È un brano che racconta il momento di introspezione di una mamma, un papà, un compagno o una compagna. – ci racconta Paolo Jannacci dietro le quinte del Teatro Ariston – Una persona dà spazio alle sue emozioni pensando a un figlio o a qualcuno di caro. L’atto d’amore più alto è quello di capire che la cosa migliore che puoi fare, a volte, è lasciare andare via le persone con le proprie gambe. Ma abbandonare il nido è un’emozione inconoscibile, non sempre sei pronto. Non c’è scritto in un libro come fare il padre».
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L’emozione del palco dell’Ariston, del resto, è altrettanto ‘inconoscibile’. «Si dice sempre che sei emozionato sul palco – ci spiega infatti Paolo – ma io mi sono sentito molto responsabile e questo inconsciamente lo sentono tutti, perché sei la punta di diamante di una squadra che ti supporta e che ti sopporta. Quando scendi le scale pensi solo Adesso tocca a te».
«La cosa che mi emoziona di più – continua ancora Jannacci – è far trasparire le emozioni per chi mi guarda, ed è sempre difficile. La soggettività umana è bella, ma devi stare più attento a tutto».
E, su cosa si aspetta da questo Sanremo, Paolo puntualizza: «Mi auguro che la mia musica possa arrivare a tanti e possa essere ben interpretata, possa dare emozioni. Certo, speriamo di vendere anche 2, 3 milioni di dischi».