Tra le allieve di ‘Amici 19’, la giovane Nyv ha saputo farsi apprezzare per eleganza e poliedricità, qualità che l’album ‘Low Profile’ esprime a pieno. La nostra intervista.
Venerdì 20 marzo è uscito Low Profile (Sugar), primo album della giovane Nyv che il grande pubblico ha potuto apprezzare ad Amici 19. Nella scuola di Maria De Filippi, la cantautrice e polistrumentista si è guadagnata un posto al Serale e ha saputo dimostrare qualità artistiche non comuni, come eleganza e poliedricità.
E i dieci brani del disco ne confermano le doti, esaltate dalla capacità di muoversi tra diversi generi anche grazie alla produzione di ZEF, Fausto Cogliati e Federico Nardelli. In attesa di avere per le mani Low Profile in formato fisico – la distribuzione, infatti, è stata rimandata a emergenza Covid-19 terminata –, abbiamo cercato di conoscere meglio Nyv, la sua musica e le sue emozioni dopo il talent.
Partiamo dal tuo album, che è un po’ una carta d’identità artistica con cui ti presenti al pubblico. Come è nato ‘Low Profile’?
Prima di diventare ‘Low Profile’, c’erano solo tante canzoni. Descrivono vari momenti della mia vita e sono felice di aver scelto questa tracklist per il mio primo disco ‘Low Profile’.
Le canzoni sono nate perché ho vissuto quello che ho scritto, se non in prima persona, le ho vissute da molto vicino.
Il titolo del tuo disco, tra l’altro, non corrisponde a nessuna traccia in tracklist quindi ti chiedo: perché hai pensato proprio a questo nome e quanto ti rappresenta come artista?
A basso profilo, perché è così che ho sempre immaginato di fare musica, focalizzandomi sulle parole che voglio comunicare mettendo in secondo piano la mia persona. Per me sono proprio le canzoni a dover essere protagoniste. Io vengo dopo.
Alla produzione di ‘Low Profile’ leggiamo nomi quali ZEF, Fausto Cogliati e Federico Nardelli: come ti sei trovata a lavorare insieme a loro?
Ho avuto l’enorme fortuna di lavorare con ZEF, Fausto Cogliati e Federico Nardelli, produttori con una forte sensibilità artistica e questo credo che sia il dono più grande. Essere produttori vuol dire prendere tra le mani la sensibilità di qualcun altro e per fare questo bisogna assumersi tante responsabilità.
Io posso dire che sia ZEF, Cogliati e Nardelli sono stati dei maestri. Ho una forte stima e un grande rispetto , inoltre sarò sempre grata a loro per aver fatto parte del mio primo disco.
Nyv, sei cresciuta poco fuori di Milano ma nata nel Lussemburgo e hai letteralmente nel sangue il multiculturalismo: pensi che questa commistione abbia influenzato la tua crescita anche nel carattere oltre che sul piano culturale?
Credo di sì. Avere nel sangue origini così diverse tra di loro e poterle vedere nei miei lineamenti, durante la crescita, mi ha dato modo di assorbire vari punti di vista, valori e ideali. Considero il multiculturalismo come un valore aggiunto.
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Scrivi le tue canzoni in italiano, inglese e francese: come cambia, se cambia, il processo creativo?
Il processo creativo non cambia perché nasce attraverso l’istinto e l’improvvisazione. Proprio come quando pensi, non scegli in che lingua farlo, viene spontaneo.
Ti abbiamo vista ad Amici 19 e sei arrivata a un passo dalla finale, quindi l’avventura è ancora fresca ma che esperienza è stata per te il talent, artisticamente ma anche umanamente?
Artisticamente mi ha dato l’opportunità di lavorare su me stessa ma sicuramente umanamente mi ha fortificata e rassicurato molte parti di me. Uno degli insegnamenti più importanti è proprio quello di non nascondere le proprie fragilità perché sono la nostra parte più “umana” e soprattutto appartengono a tutti.
Hai aperto i concerti di Raphael Gualazzi, Jovanotti e Negrita calcando palchi importanti e in questi mesi hai avuto la possibilità di incontrare professionisti importanti, duettando con artisti affermati: c’è un incontro che ti ha segnato più degli altri? Perché?
Ho sempre dichiarato la mia forte stima per Elisa, sono totalmente una sua fan! Per me è stato un regalo meraviglioso poter duettare con lei. Mi ha segnata in modo particolare perché ho potuto vedere da vicino il suo essere così introversa ma allo stesso tempo, la sua magica capacità di regalarsi completamente al pubblico.
Nel tuo percorso c’è stato anche Sanremo Giovani: a distanza di un annetto, che cosa pensi ti abbia lasciato quell’esperienza? E un Sanremo, magari direttamente fra i Campioni, resta tra le tue ambizioni per il futuro?
Sanremo Giovani è stato per me un bellissimo percorso perché mi ha anche dato l’opportunità di fare un tour mondiale! È stata un’esperienza che mi ha arricchita ma sopratutto che mi porterò dietro per tutta la vita. Per quanto riguardo un futuro Sanremo io lascio le porte aperte a qualsiasi possibile partecipazione (sorride, ndr).
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Sei stata catapultata dalla casetta di Amici all’isolamento domestico per l’emergenza sanitaria che l’Italia sta attraversando. Come stai affrontando questi giorni?
In questi giorni mi sto dedicando ai nuovi progetti e sopratutto alle nuove canzoni che sto scrivendo. Diciamo che la mia giornata ruota attorno alla musica, passo dal Mac con Logic alla chitarra, dal piano all’ukulele, dal block-notes per il testo alle note audio per le melodie.
E che cosa ti auguri, ora, per questo 2020?
Spero che la situazione d’emergenza svanisca così che tutti quanti possiamo tornare a vivere una vita normale. Inoltre spero di poter organizzare il mio primo concerto!
Foto di Flavio&Frank da Ufficio Stampa Sugar Music