Dal 29 maggio è disponibile il nuovo album di Nek, ‘Il mio gioco preferito – Parte seconda’, che “chiude il cerchio” tracciato dodici mesi fa. La nostra intervista.

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È Perdonare la traccia che apre Il mio gioco preferito – Parte seconda, nuovo album di di Nek che completa il progetto discografico avviato nel 2019. Una traccia, che ha anche anticipato il disco come singolo apripista, che è canto di speranza e ripartenza, un invito a rialzarsi per non fermarsi. Come lo stesso Neviani ha dimostrato di fare scegliendo di pubblicare il suo lavoro in una fase delicatissima per la vita sociale. Perché la musica non è un accessorio, ma è esigenza.

“Io fermo non ci sto neanche se mi puntano una pistola alla tempia – esordisce Filippo nell’introdurre l’album – Avevo cominciato a lavorare su questo disco, seppure in modo discontinuo perché c’era una tournée in corso, otto mesi fa. E il primo singolo Perdonare ha visto la luce allora, poi è stato messo nel cassetto insieme ad altre canzoni che tra un concerto e l’altro scrivevo, riarrangiavo e completavo.”

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Tutto, quindi, sembrava procedere secondo piani ma l’emergenza sanitaria ha sconvolto tutto. “Finito il tour, è arrivato il lockdown. Mi sono fermato e ho fatto il punto della situazione mettendo insieme quello che avevo raccolto. – continua Nek – Quattro giorni dopo il primo decreto, ho cominciato a scrivere come un pazzo: volendo ho già quattordici pezzi nuovi, alcuni di questi sono frutto anche delle circostanze che abbiamo tutti vissuto.”

In quel momento, allora, la decisione: “Ho chiesto ai collaboratori: ‘Vorrei mantenere la promessa di uscire prima dell’autunno, abbiamo le possibilità?’ E tutti si sono sentiti di accompagnarmi in questa messa a punto a tempo record: riordinare le canzoni che c’erano e sistemare quelle scritte per poter uscire in un momento in cui la musica è in fase di blocco come altre categorie. Ma senza musica e tv come avremmo passato il lockdwon?”

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“Fare musica è un’esigenza personale, senza la mia musica morirei. Sono un passionale e se mi togli idea di progettare mi spengo. Nonostante avessi sapessi che i tempi sarebbero stati duri, ho scelto di pubblicare Il mio gioco preferito – Parte seconda non per strategia ma per esigenza umana, per desiderio di condividere.

Le canzoni le scrivo sì per me ma sapere che altri le cantano con me è un’altra cosa. Ho sentito il bisogno di non fermarmi perché la musica non deve fermarsi.

Il mio gioco preferito – Parte seconda’: un album che «chiude il cerchio»

“Questa parte seconda è il frutto di un percorso nato più di un anno fa – spiega Nek in merito al progetto 2019-2020 – Alcune canzoni erano state scritte per la parte prima ma quando abbiamo pensato di dividere in due il lavoro (è la prima volta che lo faccio), abbiamo deciso quali inserire e quali, invece, accantonare.

Ora in questa seconda parte ci sono le ultime tre canzoni nate in quarantena, ma non ho mai avuto dubbi sul titolo per chiudere il cerchio. I due dischi possono essere uniti uno all’altro e hanno come minimo comun denominatore il fatto di parlare della vita stessa: della propria e di quella che si vorrebbe vivere, di momenti intimi, così come di emozioni altrui raccontate. Ho avuto solo un dubbio, se uscire ora… ma si è dissipato in pochi giorni.”

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A simboleggiare il completamento di un percorso con queste nuove tracce è anche la copertina, idealmente connessa alla precedente grazie all’iconico cubo di Rubik. “Inconsciamente ho sempre avuto la volontà di completarlo ma in disegno, forse, ci sono riuscito. E si completa con la parte seconda: la prima parte era stilizzato, ora è semplificato. È una bozza fatta a mano, simbolo di un lavoro fatto in semplicità.”

La vita è fatta di incastri: alcuni vanno alla prima, altri ci metti un po’ a risolverli, devi lavorarci con pazienza e costanza.

Tanti i temi toccati nei brani di questo capitolo due de Il mio gioco preferito, in cui speranza, amore, accettazione, confronto e ascolto sono fra i capisaldi. “Il poco confronto e il nascondersi dietro una tastiera per evitare il rapporto diretto con gli altri era in bilico anche prima e con il lockdown ci siamo resi conto di quanto il rapporto umano abbia un peso specifico nella nostra vita”, osserva Nek raccontando la traccia Ssshh!!!, nata pochi giorni prima della chiusura totale del nostro Paese.

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“Era l’inizio di questa situazione paradossale, quando circolavano le prime voci su una possibile limitazione delle libertà – continua l’artista – Siamo diventati tutti scienziati, abbiamo alzato la voce in modo arrogante per farci sentire e questo vociare non ha fatto capire nulla, anche prima della crisi. Il brano Ssshh!!! è una fotografia di quello che siamo e potremmo evitare di essere.

Dobbiamo fare silenzio per ascoltare noi stessi, la nostra coscienza e, per i credenti, la voce di Dio. E sottolinea l’importanza valori umani, la crisi che deriva da un non abbraccio: se passa tutto attraverso la distanza di un telefonino o la virtualità perdiamo il senso delle cose.” Eppure Filippo non perde la speranza: “Ho fiducia: in questo periodo, la fase più importante, ho avuto la serenità della famiglia mentre so di amici che sono stati da soli, bloccati. Quindi io l’ho vissuta con serenità, è andata bene.”

E la famiglia – a vent’anni dal matrimonio – resta la chiave di volta nella vita di Neviani, particolarmente sensibile a un tema come quello della violenza di genere. “L’amore è anche riuscire ad accettare l’altro cosi come e finché non siamo in grado di farlo ci sarà sempre qualcuno che subisce violenza e qualcuno che oltraggia. È nell’imperfezione che sta la meraviglia, la scoperta e la grandezza di Dio. Le scritture dicono che la grandezza di dio si manifesta nei deboli, in chi sta un passo indietro.

La persona che ama ama tutto dell’altro, compresi i difetti se così li vogliamo chiamare. Sono un  osservatore e vedo bellissime quelle persone che hanno sempre paura di stonare, che si sentono fuori luogo. Invece, quanto è bella l’imperfezione.”

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Il concerto a Sassuolo e l’iniziativa Italian AllStars 4 Life

Rimandati tutti gli appuntamenti live al 2021, Nek non ha però rinunciato a presentare dal vivo Il mio gioco preferito – Parte seconda. E per farlo ha scelto il cuore della sua città, Sassuolo: “Procedo per piccoli passi: ho radunato i miei musicisti e i miei tecnici in Piazzale della Rosa, uno dei punti più rappresentatavi. È la location migliore per dare un segnale di ripartenza”, spiega in merito allo show in anteprima su RTL 102.5.

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Sento la mancanza del pubblico ma dobbiamo tutto accontentarci, noi e il pubblico. Dobbiamo cercare di non avere esigenze o pretese per trovare le meglio soluzioni. Si è parlato di drive in ma in estate ha delle complicanze, ma quello che è percorribile spero di riuscire a percorrerlo. Abbiamo registrato il live lunedì (25 maggio 2020, ndr) ed è stato emozionate e complicato insieme, perché il pubblico fa il 60% di un concerto. Ho cercato di usare immagini di noi e del contesto per un’ora di rappresentazione del disco e un accenno di repertorio.”

Mi sono emozionato nell’esibirmi senza avere nessuno davanti come pubblico, è stato particolare come effetto e mi auguro che arriverà quell’emozione.

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Innegabilmente, Nek è stato tra gli artisti più si è speso in queste settimane difficili regalando ai fan dirette social e partecipando a iniziative solidali. Tra queste c’è il brano corale Ma il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano interpretato da oltre cinquanta nomi della musica italiana come Italian AllStars 4 Life. “Non conosco artisticamente molto Gaetano – ci spiega Filippo – Credo sia il Vasco di quei tempi perché nelle poche cose che ho ascoltato l’ho ritrovato molto e magari Vasco si sarà anche ispirato ai suoi pezzi.

Mi è successo di cantare un suo pezzo durante il periodo di Amici perché piaceva molto a J-Ax e poi l’ho ricantato in queste circostanze. Sicuramente quello è un pezzo meraviglioso, di una semplicità disarmante che dice tutto ed è la fotografia di un tempo moderno. Cedo che tanti artisti del passato siano stati chiaroveggenti perché c’è un desiderio comune, fotografie simili a oggi che riguardano la storia.”

La musica è come l’acqua che quando trova una piccola crepa fuoriesce: se viene lasciata libera si espande, va ovunque. E lo ha fatto anche in questi momenti in cui fisicamente non siamo stati liberi.

“Il messaggio è vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e passare sopra a tante cose, perché nonostante tutto si va avanti. – conclude Nek – Io ci vedo questa doppia chiave di lettura e quando una canzone ha diverse chiavi ha una valenza in più. È stata una bella esperienza, molto bella, mi sono divertito molto.”

Foto e contributi video da Ufficio Stampa Parole & Dintorni

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