Il cantautore Pierdavide Carone torna con il singolo solidale ‘Forza e Coraggio’, un inno alla speranza e alla capacità di rialzarsi. Sempre. La nostra intervista.

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Uscito lo scorso 22 maggio, Forza e Coraggio! è l’ultimo singolo di Pierdavide Carone che torna sulle scena a un anno e mezzo dall’intenso brano Caramelle insieme ai Dear Jack. La traccia è un inno alla speranza, una celebrazione della resilienza come capacità umana di saper rimettersi in piedi ogni volta, soprattutto nel momento in cui la vita ci gira le spalle.

Scritta da Carone in un momento molto delicato della sua vita, Forza e Coraggio! si fa, ora, messaggio collettivo lanciato a una comunità messa in ginocchio da una travolgente emergenza sanitaria. Nel momento in cui l’Italia riapre, e riparte, l’invito di Pierdavide suona più forte che mai.

E il brano, tra l’altro, ha finalità benefiche: i proventi derivati dallo streaming e dal download digitale della traccia, infatti, sono destinati a Humanitas e Fondazione Humanitas per la Ricerca a sostegno degli sforzi messi in campo per la cura e la ricerca sul Coronavirus.

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Forza e Coraggio! nasce dal mio bisogno di resilienza in un momento molto particolare della mia vita – ci racconta Pierdavide Carone – Da Roma mi stavo trasferendo a Milano, cambiando casa e casa discografica. Tutta una serie di situazioni che mi ponevano gli interrogativi: ce la farò a ricominciare tutto daccapo? A riaffrontare tutte le cose già affrontate in passato? Forza e Coraggio era la risposta a tutti i miei interrogativi.”

Poi la canzone può essere applicata alla vita di tutti perché quando pensi che stai parlando molto di te stesso alla fine ti scopri a parlare un po’ di tutto il mondo

Opportunità, istituzioni e ruolo della musica

“Ho deciso di pubblicare adesso il brano perché credo sia il momento giusto – spiega Carone – Tutto il mondo ha bisogno di rialzarsi e fisicamente si applica al bisogno di resilienza di un ente che in questo momento si sta occupando di noi con grandi difficoltà. E parlo di Fondazione Humanitas. Cerco di essere sia filosoficamente sia pragmaticamente vicino al bisogno di forza e di coraggio di tutti quanti noi.”

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“Per chi come me non ho avuto emergenze dirette o indirette (e mi sento fortunato, un privilegiato), questo periodo di isolamento è stato anche un’opportunità – continua ancora Pierdavide – Faccio un lavoro che mi porta a incontrare sempre tante persone ed è una cosa meravigliosa perché siamo animali sociali. Ma siamo anche animali che hanno bisogno dei loro spazi prossemici e anche un po’ di solitudine, a volte.”

La solitudine che ci hanno imposto, a un certo punto, per me è diventata un’opportunità. E chi crede che la musica sia solo intrattenimento fa del revisionismo storico ai confini della realtà

Ma che cosa ci ha insegnato questo 2020 così difficile, secondo Carone, per quanto riguarda in particolare l’arte e la cultura? “La musica non è solo intrattenimento e credo che la più grande responsabilità che una qualsiasi istituzione si deve prendere sia di ricordarsi del valore vero della musica che è quello di farci sentire uomini. È la differenza tra noi e il resto del mondo animale.

Spero ci si ricordi di questo ma dubito che accadrà e temo che il Covid-19 rientrerà in un diario di bordo messo nella nostra biblioteca dei ricordi, più che della coscienza. – continua – Non so se l’arte tornerà a essere percepita con un valore, ma questo deve partire dagli enti che si occupano di arti. Chi nella musica, come è successo per il calcio, si prende la responsabilità di alzare la voce? Io posso far sentire la mia, ma non so quanto possa essere forte soprattutto in un’era di cliché in cui prevale l’odio sociale.”

E il riferimento è a Tiziano Ferro, attaccato sui social dopo essersi rivolto alle istituzioni chiedendo risposte certe su concerti ed eventi. “La categoria degli artisti è in grandissima difficoltà perché i cantanti “ricchi” sono molti meno di tutti gli altri che non godono della stessa abbienza. – osserva Carone – Per questo, se un artista ha la possibilità economica ma anche di eco mediatica tale da sollevare un problema e farlo arrivare magari fino al governo, deve avere il diritto anzi ha il dovere di farlo a prescindere dalle sue contingenze economiche.”

Anche nella musica bisognerebbe sburocratizzare in qualche modo, perché fare un concerto è molto più difficile e costoso di quanto si possa pensare. Servirebbe essere più solidali, cercare di guadagnare meno per guadagnare tutti.

“Non so quale estate si prospetta per me – ci dice l’artista in conclusione della nostra chiacchierata – Il mondo dei concerti live ha una gestazione lunga e quello che sto cercando di fare con il mio entourage è ricominciare il prima possibile, un termine che per me ora è il mese di settembre. E il desiderio di tornare tra la gente a fare concerti c’è e se potessi lo farei anche domani, intanto sto lavorando su altre tracce che spero di poter chiamare album quanto prima.”

Foto di Virginia Bettoja da Ufficio Stampa Parole e Dintorni

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