(Adnkronos) – “Non posso rispondere di ogni gesto che fa un artista in diretta. Allora dovrei dimettermi ogni giorno. Non è civile. Siamo qui solo a parlare di questo, degli attacchi della politica, non di un festival che sfiora il 70% di share. Non è normale”. Lo dice in una intervista a Repubblica Stefano Coletta, direttore intrattenimento Prime Time della Rai, il quale, puntualizza, dai segretari di partito non riceve “mai” telefonate. “Nessuno mi ha cercato quando ero a Rai 3, a Rai 1 e oggi che cura l’Intrattenimento”.  

“Nel momento in cui Amadeus ha la libertà editoriale che condivide con me, è la libertà assegnata a ogni artista che sia cantante, attore, conduttrice o conduttore a segnare il percorso. E’ l’impianto più corretto per procedere”, sottolinea Coletta. Interpellato sulla possibilità che la sua ‘poltrona’ sia a rischio, “mi auguro fortemente – risponde Coletta – che chi fa un discorso tecnico non sia valutato politicamente. Sarebbe un errore per l’azienda perché le persone sanno discernere l’operato di un dirigente: chi conosce la mia storia conosce la mia trasparenza”.  

“Poiché credo non sia stato mai rintracciabile un vulnus nella mia professionalità – e non parlo di perfezionismo ma di un ruolo che ho cercato di incarnare con imparzialità e impegno -. La ferita più grande è essere stato attaccato sul privato, dal punto di vista sessuale”, dice Coletta aggiungendo che “l’autenticità è sempre stato il faro del mio percorso umano e professionale e spero di essere letto per quello e non per la mia vita privata”.  

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