Dalla ieraticità della rappresentazione di Velázquez all’urlo angosciante novecentesco: Papa Innocenzo X nella rielaborazione artistica di Francis Bacon.

1650 – 1949. Poco meno di tre secoli separano due celebri ritratti di Papa Innocenzo X, salito al soglio pontificio nel 1644 e alla guida della Chiesa cattolica fino al 1655. Il primo è dello spagnolo Diego Velázquez (1599 – 1660), tra gli artisti di maggiore fama del XVII secolo; il secondo, dell’irlandese Francis Bacon (1909 – 1992), pittore celebre per la sua arte tormentata. E se a unirli è il soggetto raffigurato, la sua rappresentazione non potrebbe essere più diversa. Per tecnica, cromatismi, sensibilità, intento e contesto.

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Quello di Bacon si configura, quindi, come un autentico Art Crime ovvero un crimine artistico non da intendersi come atto illecito o trasgressivo legato al mondo dell’arte ma come gesto artistico estremo. L’artista novecentesco, infatti, ha voluto rielaborare in maniera radicale l’opera esistente, sfidando norme estetiche e culturali per convertire l’arte stessa in un terreno di provocazione e ribellione. Così, la figura di Velázquez è diventata un Papa urlante in un ritratto fortemente disturbante e dai tratti angoscianti secondo la visione dell’artista irlandese.

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Del resto, già il pennello di Diego Velázquez era stato a suo modo provocatorio regalando, nel 1650, un ritratto di Innocenzo X dalla verità così brutale che – si dice – abbia fatto sussultare il papa stesso. Francis Bacon ne ha, quindi, colto tutto lo spirito dirompente tre secoli dopo, trasformando il capolavoro barocco in un grido che spacca il silenzio. Un urlo deformante che squarcia la tela per raccontarci l’orrore dell’essere vivi.

Ma andiamo con ordine.

I ritratti di Velázquez e Bacon

Roma, 1650. Velázquez è al cospetto di Innocenzo X e, pennello in mano, non si limita a dipingere un pontefice. Il suo obiettivo è catturarne l’umanità. Il rosso cardinalizio sembra bruciare sulla tela, lo sguardo è intenso, le rughe profondissime. Così reale da far paura. Da qui, l’esclamazione che la tradizione ha attribuito al pontefice, quel Troppo vero! che il Papa avrebbe detto guardando l’immagine di sé sulla tela.

Innocenzo X Velazquez
Foto Shutterstock

Nel suo lavoro, Velázquez non abbellisce e il Ritratto di Innocenzo X, oggi alla Galleria Doria Pamphilj, che è quasi più vero del vero. In breve, l’opera è diventata simbolo della ritrattistica occidentale di età moderna e proprio il suo realismo monumentale ha lasciato il segno nel tempo.

Tre secoli dopo, 1953. Senza aver mai visto l’originale seicentesco, ma contando su fotografie e riproduzioni varie, Francis Bacon si accinge a realizzare il suo Study after Velázquez’s Portrait of Pope Innocent X, un Papa urlante, ben lontano dalla compostezza barocca. Il rosso si fa sangue, l’ambiente è una prigione senza sfondo e la sedia papale, recintata, una condanna a vita. Ma ciò che colpisce maggiormente è il volto, o meglio un non-volto trasfigurato in un urlo dai tratti horror. Siamo oltre l’umano che aveva colto e portato sulla tela Velázquez: Bacon raccoglie i pezzi dell’uomo e restituisce un’anima calpestata in una realtà alienante.

L’umanità, anzi, non si riconosce neppure più, è a brandelli e nell’iconografia contemporanea non è difficile ravvisare l’influenza de L’Urlo di Munch. A questo, si aggiunge un contesto storico che va oltre il malessere esistenziale del singolo. A urlare non è solo il papa, o quel che ne resta, ma è l’intero Novecento con le sue guerre, le bombe e l’angoscia di un mondo in frammenti. Disumanizzato e disumanizzante.

Due opere che ci interrogano

Proprio la potenza espressiva dell’opera di Bacon rende il quadro uno strumento con cui l’artista interroga chi lo osserva. Sulla propria identità, su chi siamo e chi vogliamo essere. In un mondo claustrofobico destinato al buio. Così, ogni velo di potere (a partire da quello papale) scivola via come un sipario che cade per mostrare una radiografia sconvolgente di ciò che è dietro le quinte. E Innocenzo X non è l’unico pontefice a cui il pittore irlandese si è dedicato. La serie dei Papi – decine di tele, una più disturbante dell’altra – è una sequenza di Art Crimes che non risparmia nessuno.

L’ossessione per Innocenzo X perseguitò Bacon per anni e ogni “Papa” diventa un nuovo crimine che, quasi paradossalmente, riporta in vita anche l’originale reinventando l’arte. Dal barocco al XX secolo, ma anche viceversa. L’opera contemporanea ci chiede di riguardare il passato e di interrogarci su ciò che stava dietro le luci. Una domanda senza tempo che unisce gli stessi artisti, il cui sguardo va sempre oltre il visibile.

Francis Bacon papi
Foto Shutterstock

La domanda che entrambi si pongono è chi siamo davvero? E se Velázquez risponde con la realtà, Bacon sceglie il terrore. Le due opere, i due Innocenzo X si guardano e si completano, ognuno con la sua fetta di verità, nel proprio tempo e col proprio approccio.

Gli artisti

Diego Rodríguez de Silva y Velázquez nasce a Siviglia nel 1599, in un’epoca di grande fermento culturale per la Spagna. Formatosi sotto la guida di Francisco Pacheco, dimostra fin da giovane un talento eccezionale, affinando uno stile naturalistico che lo distingue dai contemporanei. Nel 1623, grazie al favore del conte-duca di Olivares, diventa pittore di corte di Filippo IV a Madrid, un ruolo che segna l’inizio della sua ascesa. Due i viaggi in Italia, tra il 1629-1631 e il 1649-1651, che ne arricchiscono il linguaggio artistico con influenze caravaggesche e un uso magistrale della luce.

Francis Bacon nasce a Dublino nel 1909, in una famiglia inglese segnata da tensioni e conflitti. Autodidatta nell’arte, scopre la pittura piuttosto tardi, influenzato da Picasso e dal surrealismo, ma sviluppa uno stile unico, crudo e viscerale. La sua vita privata, segnata da alcol, gioco d’azzardo e relazioni tormentate – su tutte quella con George Dyer –, si riflette nelle tele, popolate da figure deformate e cariche di angoscia. Muore a Madrid nel 1992, lasciando un’eredità che continua a scuotere il mondo dell’arte per la sua brutalità e profondità emotiva.

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