La storia, lo sappiamo, tende a ripetersi: nel folklore popolare circolano ancora battute sulla Gioconda, che la Francia dovrebbe restituire all’Italia (nonostante sia ormai noto che l’abbia acquistata regolarmente). Nel frattempo, però, il Louvre conserva altre opere al centro di una vera e grave diatriba con il Ministero della Cultura italiana.
Sono sei le opere al centro della contesa, arrivate in Francia per vie non proprio limpide: il pezzo principale è un architrave proveniente dalla chiesa di San Nicola di Bari di Avezzano (Abruzzo), sparito dopo il terremoto del 1915. Ma ci sono anche un’anfora, comprata a un’asta di Sotheby’s nel 1990 e proveniente da una collezione sospetta; delle Nereidi in terracotta che sono arrivate senza controllo attraverso la Svizzera; alcuni vasi del IV sec a.C e una testa in terracotta di Eracle.
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La storia dell’Architrave abruzzese che fa litigare Roma e Louvre
Dopo il terremoto del 1915, la chiesa di San Nicola di Bari, praticamente distrutta, venne spogliata di tutte le sue bellezze, fra cui l’architrave risalente al XIII secolo, decorato con eleganti motivi floreali e con scene di caccia che richiamano uno stile classico romano. Nel 1935 l’architrave viene messo in vendita nella galleria dell’antiquario Edgar Altounian: proposto anche al Louvre, che lo rifiutò. Durante l’occupazione nazista, l’architrave finì al Kunstgewerbemuseum di Düsseldorf per 300 mila franchi: quando il museo tedesco venne bombardato, le truppe francesi lo riportarono a Parigi e venne esposto al Louvre.
Le autorità italiane hanno iniziato nel 2018 a contestare al Louvre la proprietà di queste sei opere, inizialmente in forma riservata per non ledere l’immagine del Museo: non si è però evidentemente trovato un accordo, visto che la faccenda è finita nelle aule di tribunale con l’ordine partito da Roma di confisca dei beni in quanto ritenuti patrimonio del Paese.
Dopo anni a chiedere di rivendicare la Gioconda, ora le relazioni “artistiche” Italia-Francia sembrano destinate a rovinarsi per opere decisamente meno appariscenti: non resta che attendere la decisione finale della giustizia.