È possibile salvare e conservare la street art? La Ca’ Foscari avvia uno studio con The Wallà: tutti i dettagli.

È possibile conservare la street art e far sì che non scompaia col tempo? Il tema è ampiamente dibattuto al giorno d’oggi anche in Italia: i dipinti murali contemporanei sono infatti realizzati con materiali commerciali di origine sintetica, scelti in base a considerazioni di natura artistica e non sempre per la loro durabilità. Le conseguenze a volte sono evidenti, da variazioni cromatiche al distacco della pittura. La sfida è comprendere la composizione dei materiali utilizzati per un murale e sapere quali azioni conservative svolgere fin dalla sua origine o in fase di restauro del dipinto.

L’Università di Ca’ Foscari di Venezia studia il fenomeno da una decina d’anni con la professoressa  Francesca Izzo in prima linea. Il gruppo di Scienze per la Conservazione del Patrimonio Culturale per il quale lavora promuove ricerche scientifiche sui materiali della street art, per studiarne la composizione e comprendere il loro comportamento nel tempo, nell’ottica di fornire linee guida per la salvaguardia e la  conservazione di queste opere. In apertura della quarta stagione del progetto The Wallà è stato quindi siglato un protocollo di intesa che ha visto al tavolo l’associazione di promozione sociale Collettivo Bocaverta APS, che sta realizzando un borgo dedicato alla street art nella frazione di Vallà, il Comune di Riese Pio X, che sostiene e collabora al progetto e la stessa Ca’ Foscari.

The Wallà: un team di professionisti per i prossimi murales

L’idea è quella di inviare team di professionisti durante la realizzazione dei prossimi murales, programmata per questa estate. In tutto, si stima di realizzare quattro o cinque opere. Questi gli artisti confermati che saranno oggetto dei primi studi: Tellas e Pixel Pancho a giugno, Franco Fasoli a luglio, Joys e Orion a settembre. «The Wallà diventa così un progetto pilota non solo per la rigenerazione urbana, ma anche nell’ambito della conservazione e della salvaguardia delle opere murali all’aperto. – spiega Samuele Stocco, segretario del Collettivo Bocaverta APS – Stiamo sperimentando quanto il tempo e le condizioni ambientali deteriorino la street art, per questo l’attuazione di buone pratiche conservative risulta necessaria ai fini del mantenimento dei murales realizzati».

«Nell’ambito della collaborazione con The Wallà e il Comune di Riese Pio X eseguiremo delle campagne diagnostiche, anche coinvolgendo studentesse e studenti che si stanno formando per diventare esperti scientifici nell’ambito della Conservazione. – spiega Izzo – L’obiettivo sarà studiare i materiali usati dagli artisti e valutare le strategie di conservazione e di manutenzione, che spesso sono anche utili dal punto di vista economico: costa meno difendere l’arte che non restaurarla quando fortemente degradata. Ne usciranno delle tesi di Laurea Magistrale in Conservation Science and Technology for Cultural Heritage e nella triennale di Scienze e tecnologie per i beni culturali: studieremo i meccanismi chimici e fisici di degrado e valuteremo soluzioni. Salvaguardare i murales sarà sempre più necessario nel futuro, vogliamo formare la generazione di conservation scientist che salverà la street art dall’oblio del tempo».

Il nuovo cantiere nella frazione riesina

Il cantiere a cielo aperto dove sarà portato a termine il progetto è la frazione riesina. A Vallà vivono tremila persone, vi passa una strada attraversata da trenta mila veicoli al giorno e sui muri del paese negli ultimi quattro anni ha visto la realizzazione di 17 murales, tra di loro anche due imponenti progetti collettivi (mille persone hanno scritto la storia di Pinocchio, decine di poeti hanno scritto la loro poesia sui muri di recinzione di un edificio lungo la strada). Negli ultimi quattro anni migliaia di turisti hanno camminato per le sue vie, per meravigliarsi della bellezza della street art: tra le opere più apprezzate, quelle di artisti di livello internazionale come EricailCane, Stenlex, Millo e Agostino Iacurci.

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