Grazie ad artisti internazionali e alla riqualifica di aree pubbliche, la street art a Budapest fiorisce e racconta.

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La street art a Budapest è talmente vibrante che non solo abbellisce la città, ma offre anche una finestra sulle dinamiche sociali e culturali della capitale ungherese. La nuova ondata d’arte ha come unico scopo quello di trasformare in gallerie le aree pubbliche e la ricerca di queste gemme nascoste è un modo unico di esplorare la città e immergersi nella sua atmosfera artistica.

Gli esempi più suggestivi sono concentrati nel Quartiere Ebraico nel VII distretto, diventato il polo della cultura dell’arte urbana di Budapest. Il quartiere – dopo essere stato segnato dalla Seconda Guerra Mondiale – ha infatti invitato artisti da tutto il mondo a trasformare edifici rovinati con murales contemporanei, dando così nuova energia e creatività al circondario. Tra le creazioni più celebri, si annoverano i murales di Neopaint Works e le opere di street artist internazionali.

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Street Art a Budapest: l’itinerario urbano

L’itinerario urbano inizia vicino alla sinagoga. Qui i visitatori già si imbattono in un ritratto dell’imperatrice Elizabeth, la quale dà il nome al distretto stesso: Erzsébetváros, o la città di Elizabeth. Arrivati a Kazinczy Street, famosa per i suoi murales colorati, è possibile ammirare l’opera Rubik’s Cube di Neopaint Works. È una delle più amate e suggerisce la soluzione del famoso puzzle creato dall’ungherese Erno Rubik. Il murale fu dipinto nel 2014 per celebrare il quarantesimo anniversario del cubo di Rubik ed il settantesimo compleanno del suo inventore.

Poco distante, un muro colorato dall’artista spagnolo Okuda rende omaggio all’Angelo di Budapest. Si tratta del diplomatico spagnolo Angel Sanz Briz che salvò dalla deportazione molti ebrei ungheresi durante la Seconda Guerra Mondiale. Sempre nel quartiere ebraico, ormai centro nevralgico della vita notturna, il murale dell’artista britannico Luke Embden promuove la tolleranza e l’unione con l’invito Love Thy Neighbour. In via Kertész 27, invece, il murale dello spagnolo Dan Ferrer – ispirato ad Alice nel paese delle meraviglie – raffigura una ragazza che si libera dalle sue costrizioni come simbolo della speranza per il futuro.

L’ultima tappa, obbligatoria, è il Szimpla Kert, il primo e più famoso ruin bar di Budapest. Un locale aperto in un edificio abbandonato e arredato in maniera più che eccentrica. Al suo interno oggetti stravaganti, kitsch e di ogni genere, dove colori sgargianti, musica e arte regnano sovrani.

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