La street artist Laika è tornata con un nuovo intervento a Roma all’indomani delle elezioni in Germania. Ecco la nuova opera.
Nella mattina di lunedì 24 febbraio, all’indomani delle elezioni tedesche, è apparsa una nuova opera della street artist Laika, dal titolo Die Rückkehr – Il Ritorno. Il poster – davanti al Goethe-Institut di Roma, in via Savoia – ritrae Alice Weidel, leader del partito di estrema destra AfD (Alternative für Deutschland), vestita con un’uniforme nazista mentre, con un rossetto nero, si disegna i baffi di Hitler sul viso.
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Un’immagine potente e provocatoria, che punta i riflettori sulla preoccupante crescita dell’estrema destra in Germania. Alle ultime elezioni AfD ha raddoppiato i consensi, passando dal 10% al 20%, un dato che solleva allarmi in tutta Europa.
Un segnale inquietante per l’Europa
Nota per le sue opere di denuncia sociale e politica, Laika intende così lanciare un messaggio quanto mai chiaro, un campanello d’allarme da non sottovalutare. L’artista, infatti, intende evidenziare come la deriva nazionalista, razzista e xenofoba non sia un fenomeno isolato alla Germania. Ma si inserisca in un contesto internazionale sempre più preoccupante.


Laika sottolinea, infatti, come il nuovo scenario politico globale, dominato dall’amministrazione Trump-Musk, stia contribuendo a legittimare e rafforzare ideologie suprematiste e autoritarie. Con episodi inquietanti come saluti romani pubblici e deportazioni forzate.
“La storia ci ha già mostrato dove porta questa deriva. – afferma – E oggi assistiamo a un’escalation determinata non solo dall’odio, ma anche dalle disuguaglianze sociali e dalla frustrazione generata da politiche di austerity fallimentari, che hanno favorito solo banche e grandi capitali. Il risultato? Le classi più povere, abbandonate, trovano rifugio nel nazionalismo estremo”.
Un nuovo 1933 da evitare

Secondo Laika, del resto, la vera minaccia non è solo nell’immediato, ma si potrebbe rivelare a pieno negli anni a venire. Perché “il vero obiettivo di Weidel sono le elezioni del 2029”, avverte l’artista. Quindi “bisogna impedirle di trasformarlo in un nuovo 1933. Quest’onda nera non renderà l’Europa grande, la distruggerà. Bisogna salvare la democrazia”, conclude Laika.
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L’opera, affissa simbolicamente davanti alla sede romana del Goethe-Institut – istituzione dedicata alla diffusione della cultura tedesca – rappresenta un monito forte e chiaro. La memoria storica non può essere dimenticata e l’indifferenza può essere il preludio a un ritorno degli orrori del passato. Tra derive autoritarie e tensioni sociali sempre più accentuate, l’arte di denuncia continua ad avere il ruolo di provocare, far riflettere e, soprattutto, non farci voltare dall’altra parte.
Immagini da Ufficio Stampa