Dal 3 febbraio al 10 marzo le sale dell’imponente Palazzo Branciforte di Palermo, 8.000 mq di esposizione, ospiteranno la mostra antologica Il Giardino delle Vergini dell’artista internazionale Rosa Mundi: 118 opere e 4 videoinstallazioni che rappresentano 33 anni di ricerca e sperimentazione fra pittura, scultura, fotografia e video arte.
A cura di Andrea Guastella, promossa dalla Fondazione Sicilia, con il sostegno tecnico della Fondazione Donà dalle Rose, Associazione Settimana delle Culture, Doge Venice Red Carpet, Il Giardino delle Vergini è una passeggiata attraverso un immaginario giardino purificatore, inteso proprio come dimensione separata dalla realtà quotidiana.
LEGGI ANCHE: ‘Il Bacio di Klimt’, al cinema per due giorni la storia e il mistero del dipinto
L’uomo, la natura, il sogno sono i protagonisti di questo percorso, che si snoda lungo il confine tracciato dall’artista fra due mondi: quello esterno e quello interiore. Un viaggio accompagnati dalle composizioni sonore dei Maestri Mario Bajardi, Alberto Bof (Oscar per colonna sonora testi “Shallow” e arrangiamenti per Lady Gaga), Carlo Condarelli e Jacopo Lo Bue.
Rosa Mundi, l’arte e l’impegno per l’ambiente
«Il Palazzo Branciforte a Palermo è sede della Fondazione Sicilia e contiene una delle collezioni di archeologia più importanti al mondo, con degli interventi di grande rilevanza di Gae Aulenti. – ci spiega Chiara Modìca Donà dalle Rose – La Fondazione ha fortemente voluto questa antologica di Rosa Mundi ed infine si è deciso di farla grazie all’impegno del Presidente Raffaele Monsignore e al suo staff».
«Questa antologica rappresenta 33 anni di storia di Rosa Mundi e passa dalla pittura alla scultura alla fotografia. – aggiunge – La pittura in particolare utilizza materiali di riciclo, vetro, plastica riciclati dal mare e dipinti con pigmenti naturali, oltre che con una formula segreta realizzata con i resti delle meduse».
Anche le sculture, realizzate con marmi pregiati, sono considerate di riciclo: un riciclo particolare, che passa dai marmi belgi a quelli tunisini.