Rosso, nero e bianco. Sono questi i tre colori che campeggiano decisi sulla copertina del nuovo EP dei Les Votives, ‘Window’, dal 4 aprile. Un progetto che arriva dopo il singolo Feel Alright – in radio e digitale dal 28 marzo – e sulla scia del successo nell’ultima edizione di X Factor. A firmare lo scatto della cover, un fotografo il cui nome in queste settimane è diventato particolarmente noto grazie al brano che Lucio Corsi gli ha dedicato. È, infatti, a Francis Delacroix che Riccardo Lardinelli (voce e chitarra), Angelo Randazzo (batteria) e Tommaso Venturi (basso) hanno affidato la realizzazione di un artwork che raccontasse visivamente lo spirito eclettico del loro progetto.
Le tracce dell’EP – Priscilla, Feel Alright, I Don’t Care, Pretty, Supernaturally, Falafel e Monster – trovano, così, la propria rappresentazione in un’immagine di grande impatto estetico. Una veneziana nera, uno sfondo rosso fuoco, un dalmata curioso e una chitarra che sembra pronta a suonare. Per un mix di suoni e anime che si intrecciano in un’atmosfera sospesa tra mistero e poesia. Una cover che è già un manifesto visivo.
Un trio insolito
Dietro le linee nette di una veneziana nera, che filtra la luce come un sipario, si svela una scena tanto semplice quanto enigmatica. Al centro, una bambina dai capelli arruffati e lo sguardo assorto siede su una flight case, con un’espressione che sembra custodire mille pensieri. Accanto a lei, una chitarra elettrica rosso fuoco – dello stesso colore dello sfondo vibrante – poggia come un simbolo di energia pronta a esplodere. E a completare il quadro, un dalmata attraversa la scena con eleganza e curiosità, le sue macchie bianche e nere che contrastano con il rosso intenso, aggiungendo un tocco di vivacità e movimento. È un trio insolito, quasi surreale, che Delacroix cattura con maestria, trasformando un momento in un’immagine iconica.
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“Ne siamo molto fieri – raccontano i Les Votives – anche perché seguiamo Francis da tempo ed è uno dei nostri fotografi preferiti”. Una conoscenza, dunque, che si è trasformata in una collaborazione creativa: “Lo abbiamo conosciuto tramite amici in comune e abbiamo avuto modo di collaborare con lui per le foto promozionali del tour e la copertina. Gli abbiamo dato poche reference perché sappiamo che è un ‘traduttore artistico’: capisce l’essenza delle persone e la trasforma in immagini. Quando abbiamo visto il risultato, siamo rimasti commossi. Era esattamente quello che volevamo”, spiega ancora il trio.
Entrando più nel dettaglio, quindi, i Les Votives raccontano: “la copertina è elegante, con i suoi tre colori dominanti. Dentro ci sono elementi che possono disorientare, ma ognuno può interpretarli a modo proprio. Per esempio – svela Riccardo Lardinelli, voce e chitarrista del gruppo – c’è la mia chitarra rossa, molto vecchia, simile a quella di Ziggy Stardust di David Bowie. Poi, appunto, un dalmata e una bambina dai capelli elettrizzati”.
Musica, dettagli e significati
“Il loro significato per noi? – prosegue la band – La bambina rappresenta la ricerca della propria identità. È un riferimento al brano Pretty che racconta di una bambina che non si riconosce nel mondo circostante ma scopre la sua forza interiore. Il dalmata, invece, è una scelta estetica, ma è anche un animale elegante e affascinante, un po’ come la zebra”.
E se l’artwork del singolo apripista mostra una veneziana chiusa, “la copertina dell’EP è la finestra che si apre sul nostro mondo”, nel quale il caso creativo diventa musica ed estetica. “L’aspetto visivo per noi è molto importante – ci dicono – Cerchiamo la bellezza nelle cose, nei dettagli. Non è qualcosa di studiato a tavolino, ma segue il nostro istinto. Anche nel modo in cui ci vestiamo: non calcoliamo nulla, è semplicemente un riflesso del nostro gusto personale”.
In ‘Window’, i Les Votives confermano la propria vocazione musicale mescolando rock alternativo, elettronica e accenni di folk. Ogni traccia è un viaggio, un’apertura su mondi diversi, il frammento di una storia più grande che il gruppo invita ad ascoltare.
“Ci piace il caos creativo, ma anche ritrovarci in esso. Per dire: il nostro nome è francese, siamo italiani e cantiamo in inglese: un mix di influenze, proprio come la nostra musica. Abbiamo scelto il nome anche per il concetto di ‘voto’: in molte culture esistono riti di devozione in cui si offre qualcosa in cambio di un’energia più grande. La nostra musica è il nostro voto, il nostro modo di connetterci a qualcosa di più alto di noi”.
Immagini da Ufficio Stampa