O.I. L'arte in Una Frattura
Si chiama O.I. L’arte in Una Frattura ed è un libro, un viaggio, nel mondo dell’osteogenesi imperfetta realizzato da Fabiano Lioi. Non si tratta di un libro medico, come viene specificato sul retro della copertina, ma piuttosto di una raccolta di racconti, pensieri, riflessioni da parte di chi questa patologia la vive tutti i giorni.
Crediti foto@Ufficio Stampa O.I. L’arte in una frattura
Un crowdfunding per sostenere il progetto
Un libro composto dalle lastre delle sue fatture (sono oltre 300 quelle che il suo corpo ha vissuto), modificate e trattate come un’opera d’arte. E lancia un crowdfunding per sostenere questo progetto. Obiettivo riuscire a raccogliere abbastanza fondi per realizzare una mostra itinerante.
Potete sostenere il suo progetto andando su www.produzionidalbasso.com
Crediti foto@Ufficio Stampa O.I. L’arte in una frattura
Le lastre delle tante fratture, diventano un'opera d'arte
“Ho usato le lastre…perché volevo mettere in gioco quello che accomuna tutti coloro che hanno l’osteogenesi imperfetta. È una vita fatta di questo: di lastre! – racconta Fabiano nella nostra intervista – Non posso combattere questa condizione, ma posso imparare a viverla. ”
Crediti foto@Ufficio Stampa O.I. L’arte in una frattura
"Lei ha ritrovato nel mio lavoro quello che come mamma avrebbe dovuto affrontare"
Un libro che si colloca è a metà strada tra un catalogo d’arte e un racconto, una sorta di libretto delle istruzioni.
All’inizio non era convinto di pubblicarlo, ma poi le parole di una neo-mamma gli hanno dato la spinta giusta.
“Ero in attesa di una visita medica e vicino a me c’era una mamma con un bambina di pochi mesi. Il suo volto era triste molto triste. Così mi sono avvicinato e abbiamo scambiato qualche parola. Quando mi ha detto che la figlia aveva l’ostiogenesi imperfetta, d’istinto ho tirato fuori il computer e le ho fatto leggere il mio lavoro.
E’ rimasta colpita, mi ha chiesto chi lo avesse scritto… Le risposi che era un autore anonimo, che avevo trovato in rete. Poi aggiunse che era bellissimo, perché era una guida di quello che lei come mamma avrebbe dovuto affrontare. E così mi sono deciso”.
Crediti foto@Ufficio Stampa O.I. L’arte in una frattura