Con Generazione Giovani abbiamo intervistato Lorenzo Sciarretta, giovane candidato di 25 anni con la lista civica D’Amato, al Consiglio regionale del Lazio, nella circoscrizione di Roma.
Con Lorenzo abbiamo parlato di giovani, dal loro futuro alla loro formazione, passando per il supporto psicologico. Lorenzo Sciarretta è stato il delegato alle politiche giovanili della Regione Lazio dell’amministrazione uscente, per questo abbiamo parlato anche delle numerose iniziative create per i giovani negli ultimi anni.
La Regione Lazio negli ultimi cinque anni ha posto in essere numerose iniziative per i giovani, da LAZIO YOUTH CARD, passando per VitaminaG, LazioIn Tour e molto altro. Qual è il segreto per continuare su questa linea?
Il segreto è molto semplice. Interpretare e considerare la nostra generazione non come un problema, ma come una risorsa su cui investire. Non come un problema da ingabbiare, quindi, come purtroppo i primi atti del governo della destra hanno fatto con il decreto rave, il cambiamento del ministero dell’istruzione in ministero del merito, la discussione sui telefonini in classe.
Siamo una generazione su cui far leva per liberare risorse. Nel Lazio c’è grandissimo fermento, con una grandissima parte della popolazione giovanile non ancora attiva, ma nasconde una miscela esplosiva. Quindi bisogna intendere i giovani come una risorsa a cui dare opportunità concrete di attivazione, come hanno fatto tutte le iniziative che abbiamo messo in campo.
Sono molto pochi i candidati u27 per queste elezioni. Cos’è che puoi dare da giovane in più rispetto ad un adulto che attua politiche giovanili?
I candidati u27 sono pochi perché la politica non si occupa della nostra generazione, quindi ha creato una grande disaffezione. Quando se ne occupa, in rari casi, dà tendenzialmente pacche sulle spalle e utilizza retoriche inutili. Invece, la politica va fatta con i fatti concreti con opportunità che si possono toccare e utilizzare per migliorare la propria condizione di vita. Io credo che il risultato di tanti decenni di governo sbagliato sulla nostra generazione ha prodotto questo: una grande disaffezione politica che comporta il fatto che le persone non si impegnano attivamente nelle nostre istituzioni.
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Parlando di fatti concreti, tu hai posto in essere molte iniziative. Quali di queste vorresti perseguire, quali migliorare? Considerato l’arrivo di molti fondi dall’UE, si possono investire sulla nostra generazione? Come?
Io mi candido in primis per difendere il lavoro che abbiamo fatto. Crediamo in tutti i progetti che abbiamo messo in campo fino in fondo. Sono progetti e iniziative ovviamente migliorabili, come tutto, nell’ottica di rendere la nostra Regione non solo come un ente erogatore di fondi, ma una piattaforma che connette le esperienze, generativa per l’attivazione giovanile.
Questo è il passaggio che le politiche giovanili della Regione Lazio dovranno compiere nei prossimi anni. Nei prossimi anni arriveranno tantissimi fondi europei che devono essere investiti bene, non devono tornare a Bruxelles come rischiavano di tornare nel 2013. Devono essere investiti per le nuove generazioni. Questo è quello per cui mi candido e che impegno a fare: dirottare i fondi europei per migliorare la nostra condizione. Vuol dire migliorare la formazione tecnica, superiore, artistica, universitaria, vuol dire creare più opportunità di lavoro vero dignitoso e con tutele. In un mondo che cambia ogni giorno e varca sempre di più le soglie dell’innovazione, non possiamo tornare a rivedere tra qualche anno con un’altra tipologia di lavoro quello che è successo con i rider. Un’innovazione che ha pesato sui diritti, le tutele e la salute di tantissime ragazze e ragazzi. Questo non possiamo più permettercelo.
Credo che avere all’interno del consiglio regionale un punto di vista giovane è importante perché siamo una delle fasce della popolazione più fragile. Governare con gli occhi dei più fragili vuol dire costruire una società più a misura di tutti. La politica non si è mai occupata di noi, non ci darà mai spazi e quindi dobbiamo riprenderceli.
La nostra generazione dopo il Covid brancola in una stanza buia e noi in questi anni abbiamo provato ad accendere delle luci. Queste luci devono essere sempre di più e anche avere un taglio non solo di formazione di opportunità e lavoro ma anche di supporto psicologico. Per questo bisogna sostenere anche psicologicamente la nostra generazione, su cui la pandemia ha avuto un effetto terribile non solo da un punto di vista economico ma anche da un punto di vista sociale. Quindi bisogna investire nella rete degli psicologi nelle scuole, nella sanità territoriale e provare a far diventare la psicologia un servizio gratuito per la nostra generazione.
Vuoi lanciare un messaggio per le elezioni?
In questi anni mi sono battuto per creare spazi e opportunità per la nostra generazione. Mi sono reso conto che la Regione può essere utile in questo senso. Arriveranno tantissimi fondi europei da investire bene. Bisogna gestirli con gli occhi delle nuove generazioni. Per questo mi candido e chiedo a tutte le ragazze e i ragazzi di Roma e provincia di barrare la lista civica D’Amato e scrivere Sciarretta.