Dalla riforma del Regolamento di Dublino all’ampliamento del Frontex: le politiche italiane sul tema immigrazione.
Non c’è bisogno delle imminenti elezioni europee per riscoprire il dibattuto tema dell’immigrazione. L’immigrazione è stato sicuramente il tema caldo delle ultime elezioni politiche nazionali. E’ risaputo che la Lega ne ha fatto un vero e proprio cavallo di battaglia, attaccando ogni forma di immigrazione irregolare. Infatti, proprio la Lega si è occupata di una regolamentazione nazionale del fenomeno, con il famoso Decreto Salvini, conseguente alla chiusura dei porti.
Il Regolamento di Dublino e le normative europee
A livello europeo è l’eterno Regolamento di Dublino a dettare legge. Il regolamento prevede che il migrante, sbarcato in un paese europeo, resti nel paese di primo approdo. Senza dubbio l’applicazione di questo regolamento comporta, in questo periodo storico, un grande flusso migratorio verso i paesi del Mediterraneo, tra cui l’Italia. Per questo il fenomeno va sicuramente gestito e il Regolamento di Dublino va rivisto.
La normativa è in attesa di revisione da tempo, ma ancora non si raggiunge un’intesa. Con le elezioni europee il dibattito si ravviva.
Vediamo cosa ne pensano i principali partiti italiani.
Immigrazione, la linea dura della Lega
C’è poco da aggiungere sulla linea adottata dalla Lega in tema di immigrazione. Le politiche proposte a livello europeo riflettono quelle che a livello nazionale stanno già trovando applicazione. Il partito di Salvini, ancora una volta, rimarca la necessità di bloccare gli sbarchi sulle coste italiane, seguendo la dura politica dei porti chiusi. Protezione dei confini esterni e ampliamento del Frontex (Agenzia Europea della guardia costiera) sono tra le proposte più volute per bloccare l’immigrazione irregolare, anche a livello europeo.
Interessante notare l’approccio del partito alla riforma del regolamento di Dublino. La Lega si schiera apertamente contro una redistribuzione dei migranti in Europa, posizione presa da altre forze partitiche.
Questo vuol dire che la normativa vigente li soddisfa? Non necessariamente. La loro preoccupazione è semplicemente data dalla possibilità che una riforma del regolamento in questo senso favorisca ancor di più l’immigrazione irregolare verso l’Europa. Risvolto che andrebbe seriamente contro la loro dura politica dei rimpatri.
Immigrazione, la politica europea del Partito Democratico
Il Partito Democratico si schiera senza dubbio su una posizione meno rigida e severa. Arrivare in Italia vuol dire arrivare in Europa.
Pertanto il regolamento di Dublino è semplicemente da rivedere per quanto riguarda la redistribuzione dei migranti sul territorio.
La gestione del fenomeno migratorio è necessaria ed è giusto che si affidi alla comunità europea, creando un sistema comune europeo che davvero funzioni. Il sistema europeo di cui si parla deve essere sinonimo e garanzia di tutela dei diritti umani, rispettando le migliaia di persone che affrontano estenuanti, dolorosi e spesso mortali viaggi alla ricerca di un futuro migliore. In questo senso, il Partito Democratico propone lo sviluppo di un nuovo partenariato Europa-Africa che aiuti lo sviluppo economico e migliori i rapporti tra le due parti.
Immigrazione, l’approccio misto del Movimento 5 Stelle
La posizione del movimento su questo delicato tema è peculiare.
Per mesi il Partito Democratico ha accusato gli esponenti di governo del movimento di essere complici delle misure dure adottate della Lega in tema immigrazione. In effetti provvedimenti, come il Decreto Salvini, non hanno trovato opposizione all’interno del governo dai membri del movimento.
Questo accade per una già concordata divisione delle competenze governative o per l’adozione pentastellata di una linea simile a quella di Salvini?
La verità sta nel mezzo. Da una parte le proposte del Movimento 5 Stelle sulla redistribuzione dei migranti e la conseguente revisione del regolamento di Dublino si allineano con le politiche del Partito Democratico. Anche loro, infatti, reclamano un’equa ridistribuzione su scala europea dei migranti e la creazione di una politica comune europea sul tema. In questo le loro posizioni risultano essere molto distanti da quelle degli alleati di governo.
Dall’altra parte, avvicinandosi alle proposte leghiste, il Movimento auspica una velocizzazione delle procedure di rimpatrio e invoca la lotta alle cause dell’immigrazione. Posizione, quest’ultima, che assomiglia molto allo slogan “aiutiamoli a casa loro” di Matteo Salvini.
E’ evidente, quindi, che una posizione comune sull’immigrazione, almeno in Italia, è ben lontana dal nascere. In Europa, però, bisogna intervenire con revisioni tempestive delle normative ed adottare una politica comune.
E’importante tenere a mente che quando si parla di immigrazione si parla di un fenomeno delicato, di diritti umani e della vita di migliaia di persone in cerca di aiuto.
Mentre si discute, donne, uomini e bambini affrontano viaggi rischiosi e vedono la loro vita appesa ad un filo, sommersa da un’onda. E’ nostro dovere intervenire.