“A ciascuno le sue divise” scherza Saverio Raimondo mostrando il salvagente di CCN, che sfoggia ormai immancabilmente ogni volta che il format esce dallo studio per scendere in strada.
Il salvagente non poteva di certo mancare mentre intervistiamo Saverio proprio per farci raccontare la nuova stagione del programma, che torna su Comedy Central da venerdì 24 maggio, alle ore 23.
“La prima puntata è alla vigilia delle elezioni – racconta Saverio – e sarà sui temi comunitari. È una puntata che entra a gamba tesa su temi di attualità“. “CCN si è evoluto ed è cambiato – precisa poi – questa quinta stagione sarà la più divertente”.
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Tante le novità di questa stagione – dal conduttore in versione cartoon alle interviste a bordo della CCN Mobile – ma, più di ogni altra cosa, Raimondo ci tiene a ringraziare Comedy Central per l’oasi di libertà creativa ed espressiva che gli mette a disposizione.
“Sono grato a Comedy Central per questa opportunità perché altri nomi italiani come il mio nella tv generalista non ce ne sono. – puntualizza Raimondo – Magari vorrebbero ma non possono, o così dicono. Quindi Comedy Central resta una mosca bianca nel panorama nazionale“.
“Cerco sempre di tenere distinte satira e informazione – ci spiega poi il conduttore – perché informarsi tramite la satira non è una buona idea. La satira ha un altro obiettivo, che è catartico e non informativo. Meglio informarsi al di fuori della satira, così una persona informata può anche capirla”.
“Io per spiegare la satira uso sempre una battuta. – commenta Saverio Raimondo – La differenza tra satira e comicità è che la comicità è scivolare su una buccia di banana, mentre la satira è scivolare su un preservativo usato. Fanno ridere entrambi, ma nel secondo caso fa un po’ schifo. La satira è la comicità che fa un po’ schifo, che affonda le mani in cose un po’ controverse dove non sembra che ci sia da ridere. E invece il bravo satirico trova da ridere anche lì“.
“Bisogna trovare un buon editore e io ho la libertà massima di fare e dire ciò che è satiricamente divertente e giusto. – conclude infine Raimondo – La libertà ognuno se la dà e, chi fa questo lavoro lo sa, te la devono anche dare”.