Il cantante sardo ha presentato l’album Bagagli leggeri e il libro autobiografico Libero di amare. La presentazione è stata anche l’occasione per ribadire la propria posizione in merito ai recenti fatti di cronaca.
Verità e libertà sono le due parole che Marco Carta pronuncia più spesso alla vigilia della pubblicazione del suo nuovo album, Bagagli leggeri. Primo progetto da artista indipendente, il disco – dal 21 giugno per The Saifam Group – è uscito a un giorno di distanza dall’autobiografia Libero di amare (Baldini & Castoli), che è a tutti gli effetti la prosecuzione di un discorso iniziato con il precedente libro.
Incontriamo l’artista a Milano, dove è in programma un incontro stampa assai affollato. La conferenza non può che diventare anche l’occasione per Carta di raccontarsi, e raccontare (per quanto i vincoli della legge gli permettano) la propria verità sul furto di cui è stato accusato solo qualche settimana addietro.
Il rischio, in questi casi, è quello di far prevalere la cronaca sulla musica; ma Marco questo lo sa bene e le sue dichiarazioni vanno lette partendo da un presupposto preciso. Perché è lo stesso Carta a darci la chiave: “tra personaggio e persona non ci sono differenze”. Così, alla luce di queste parole, il racconto finisce per unire il testo del suo libro, le parole delle canzoni che per la prima volta lo vedono anche autore e la cronaca recente.
Marco Carta presenta il nuovo album e il suo secondo libro
“Marco canta ma è anche una persona. – esordisce l’artista introducendo i nuovi progetti – Parto dal libro, che è un motivo di grande fierezza per me visto che prosegue la mia biografia di qualche anno fa. Allora avevo ancora qualche mostro dentro di cui non riuscivo a parlare e Libero di amare, in questo senso, è stato quasi una seduta dallo psicologo.”
Ho scavato nelle sofferenze e nelle gioie di questo mestiere e della mia vita. Perché c’è un Marco che ama, soffre e vive ma c’è anche quel Marco che nelle relazioni amorose oggi è felice.
All’artista viene chiesto se, dopo l’arresto durato una notte per furto, non abbia pensato di far slittare la pubblicazione. “All’inizio c’è stata una paura generale, ma immediatamente dopo il comunicato anche del giudice, tutto si è calmato. Non sarebbe stato corretto, neppure verso il pubblico, non far uscire qualcosa cosa su cui abbiamo lavorato per mesi.
Il libro era quasi in stampa e ho aggiunto un capitolo in merito proprio in coda. Per ovvie ragioni non posso andare nei dettagli, ma mi sono lasciato alcuni dettagli emotivi che ho potuto raccontare. Come dicevo prima è stata una seduta dallo psicologo, non è stato facile. E se sono sorridente, vi dico che il sorriso che ho stampato in faccia spesso è un sorriso di imbarazzo, per esorcizzare qualcosa che non mi appartiene.”
Del disco, poi, l’ex talento di Amici si dice particolarmente soddisfatto proprio per la sua nuova veste di autore: “Bagagli leggeri mi vede per la prima volta come autore, forse perché prima ero troppo insicuro. Questo è un album molto vario e fin dalla copertina mi sono voluto divertire: lo scatto è di un fotografo esperto ma ci ho poi messo mano io in maniera curiosa. Una notte, non riuscendo a dormire, con un programma mi sono colorato la faccia. Volevo giocare coi colori in maniera istintiva, con leggerezza.”
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Il racconto dell’amore per Marco Carta dopo il coming out
Quello stesso spirito giocoso è quello con cui oggi Carta parla liberamente – gelosia permettendo – del suo compagno, protagonista di molte pagine del libro. “L’amore umanamente e professionalmente mi ha cambiato molto. Spero sia l’amore della mia vita – confessa il cantante – Lui (di cui conosciamo il nome, Sirio, ndr) è molto critico, ma in modo costruttivo. Quando ho un dubbio è la prima persona a cui faccio riferimento perché so che è molto obbiettivo.
Anche nell’ispirazione dei testi mi ha dato un metro di giudizio che emerge nel disco per esempio nel momento in cui ricordo vecchie sofferenze viste, oggi, da persona più matura e risolta. Di sicuro gli invidio l’equilibrio: non che io sia uno squilibrato, eh, ma io sono tutto e niente contemporaneamente, sono bianco e nero nello stesso momento senza scale di grigi.”
Alla domanda se spera che questo disco e il nuovo libro possano riportare l’attenzione sulla sua arte mettendo da parte la cronaca, Marco Carta ci risponde ancora una volta citando la parola amore. “Si dice che dal bene nasce il bene e che l’amore sia un motore trascinate. Sì, lo spero davvero anche perché c’è molta sincerità sia nella musica sia nelle parole.”
La cronaca: il furto, i social e il Pride
E veniamo alla parte meno poetica, quella per cui alcuni colleghi vengono stoppati in conferenza stampa in modo da rifocalizzare il discorso sui progetti lavorativi. E partiamo dall’arresto – poi non convalidato dal giudice – con l’accusa di furto aggravato. Il cantante resta al momento indagato per concorso e dovrà risponderne a processo nel prossimo mese di settembre. In merito alla vicenda, Carta si è detto ottimista e ha ribadito la propria posizione:
Io non ero conscio di quello che stava accadendo, altrimenti mi sarei dissociato o comunque avrei impedito che succedesse. L’arresto? Molti dicono che se non fossi stato un personaggio pubblico non ci sarebbe stato. Ora penso in positivo per settembre, perché rispondo sempre con la verità e non vedo l’ora. Voglio urlare al mondo che non sono stato io.
A ridosso dei fatti, le critiche non sono certo mancate: “Mi hanno fatto molto male. – ci dice Carta – Bisognerebbe avere un patentino o fare un esame per poter scrivere sui social: non si possono pubblicare cose davvero indicibili. Ho ricevuto insulti, minacce e bestemmie.
Anche la stampa non si è certo risparmiata, nei titoli ci è andata pesante. Ecco mi sarebbe piaciuto che molti articoli avessero avuto un titolo diverso perché spesso la gente si ferma spesso solo a quelli e non legge il resto.” Ma le stilettate sono arrivate anche dai colleghi, nella fattispecie da Luca Dirisio: “Non è stato bello: io non mi sarei permesso nei confronti di nessuno. E questo vale per chiunque: poi, certi commenti lasciano il tempo che trovano.”
L’ultimo commento riguarda il Pride di Modena, per il quale è stato scritto che Carta avrebbe chiesto un compenso di svariate migliaia di euro per partecipare. L’artista ha spiegato di essere stato all’oscuro degli eventuali accordi che hanno coinvolto il suo promoter e non direttamente lui o il suo manager.
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“Credo che, giustamente, il promoter Massimiliano Ontario – da persona esterna al mondo del Pride – abbia preso accordi nell’ottica di lavoro, senza avere la sensibilità giusta. Il Pride è una manifestazione che elogia l’amore e i diritti, ma dietro gli artisti ci sono spesso macchine complesse.
Quando ho la letto quelle fake news ho subito chiesto al mio ma manager di girarmi le mail, in cui tra l’altro sono indicate cifre inferiori agli 8 mila euro di cui si è parlato. Perché mandare marea di fango e odio contro qualcuno in un’occasione d’amore senza sapere come fossero andate davvero le cose? Se avessi preso accordi personalmente, sarei andato super volentieri, gratis, come è successo con Matera. Ma sono sicuro che ci rifaremo.”