La scorsa settimana Le Feste di Pablo, la canzone di Cara in collaborazione con Fedez, ha debuttato in vetta alla classifica FIMI/GfK dei singoli più venduti della settimana. Un bel risultato per la cantautrice che, prima de Le Feste di Pablo (e prima ancora del sodalizio con Fedez) aveva pubblicato Mi Serve, il suo primo singolo con Polydor, e Mi Serve RMX con Samuel Heron, aggiudicandosi il Premio Lunezia Iren per il valore musical letterario.
20 anni di Crema, Anna Cacopardo ha dunque molto più da raccontare di quanto si possa credere, o da quanto si possa dedurre dal vociare nato in seguito alla sua collaborazione con Federico, che ha comunque dato vita a una joint venture da applausi. Lo stesso Fedez, del resto, si è avvicinato a Cara senza strategie, guidato puramente dal suo orecchio e da un innato (e ormai consolidato) istinto discografico. Ma chi è Cara e a chi ‘parla’ la sua musica?
«Ho iniziato a cantare molto naturalmente – ci racconta la cantautrice dalle quattro mura della sua quarantena – e da subito l’istinto mi ha portato a seguire quella direzione. Scrivevo pensieri miei e poi le mie scelte, nel tempo, hanno ruotato intorno al mondo della musica e delle parole. Il mio approccio è stato spontaneo e dettato dal mio istinto».
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«La collaborazione con Fedez è nata dal suo ascolto del brano, in realtà. – ci rivela subito Cara – Il mio manager gli ha fatto ascoltare Le Feste di Pablo e lui mi ha invitato in studio. Abbiamo così avuto modo di confrontarci musicalmente e umanamente su tutto. Sono felice che un confronto molto naturale e privo di ogni tipo di strategia abbia portato a una collaborazione di questo tipo».
Le Feste di Pablo, come anche il precedente Mi Serve, mostra in realtà molto dell’immaginario di questa giovane cantautrice, sempre in bilico tra realtà e pensiero, tra consapevolezza e coscienza.
«Le Feste di Pablo parla di frenesia e, nello stesso tempo, del sentirsi fuori posto. – spiega Cara – È un immaginario che rappresenta un po’ un limbo, che a sua volta deriva dalla congiunzione di due dimensioni differenti, realtà e immaginato. Tutti noi cerchiamo nella realtà sensazioni che vorremmo provare e, quando non le proviamo, ci rimane l’immaginato. La magia avviene quando realtà e immaginato raggiungono un livello di congiunzione tale da assumere una dimensione propria, ulteriore. Le Feste di Pablo rappresenta questo incontro. Mi piace pensare che siamo continuamente predisposti a entrare e uscire dalle feste di Pablo, che alla fine rappresentano ognuno di noi».
Per certi versi, il brano è dunque a suo modo generazionale.
«Mi fa piacere che questa cosa si capisca. – replica la cantautrice – Ci tengo al fatto che Le feste di Pablo descriva uno stato d’animo generazionale, di non soddisfazione costante. Anche la continua ricerca di sensazioni è dovuta al fatto che ci siano sempre più stimoli dall’esterno. In realtà avere tanti accessi, anche se è un vantaggio, può disorientare».
E, nonostante la quarantena forzata, Cara ammette di continuare a scrivere, anche se sente «la mancanza di stimoli esterni dettati dalla quotidianità. Voglio tenere però la musica accesa».