Durante una diretta da Berlino, Michele Morrone ha cantato e raccontato ‘Dark Room’, parlando di musica, famiglia e ispirazione.

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La notorietà per Michele Morrone è arrivata grazie al film 365 giorni, disponibile sulla piattaforma Netflix. Italiano (attualmente risiede a Roma), Michele si è trovato dunque catapultato improvvisamente nel mirino dell’attenzione mediatica, conquistando nel giro di pochissimo tempo più di 9 milioni di follower su Instagram e fan da ogni parte del mondo. Se 365 giorni ha accelerato il suo status di attore, va detto che una delle più grandi passioni di Michele è sempre stata e resta la musica. Il 31 luglio, non a caso, esce Dark Room, l’album d’esordio di Michele Morrone – pubblicato su etichetta Polydor/Universal Music – che contiene brani già disponibili nella colonna sonora di 365 giorni.

Il 30 luglio – in diretta da Berlino – Michele ha presentato alla stampa collegata il suo progetto, cantando anche tre canzoni dell’album (Feel It, Hard For Me e Watch Me Burn), tutte rigorosamente in inglese.

«Sono onorato di aver firmato un contratto con Universal Music – esordisce subito Michele – è come iniziare dal top, sono molto emozionato. Ultimamente ho ottenuto molta visibilità su Instagram e da lì posso capire a quante persone piace ciò che faccio, ma il mio obiettivo è continuare e lavorare come faccio da anni. Continuare a lavorare come artista».

L’attore racconta poi la genesi dei tre brani presentati dal vivo, su cui ha lavorato in prima persona.

«Sono tre canzoni che amo e che ho scritto per il film. – spiega – Il regista mi ha detto che era interessato alla mia musica. La mia preferita è Watch Me Burn perché credo che abbia carisma. Sì, proprio come me (ride, ndr)».

Di fatto, Michele sottolinea quanto la musica sia stata importante (e tuttora sia fondamentale) nella sua vita, tanto da non separarsi mai dalla sua chitarra e di aver buttato giù già qualche traccia per il secondo album.

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«Ho già iniziato a lavorare al secondo album – anticipa infatti – sarà un progetto più forte e maturo. Più elegante, formale e duro in un certo senso. Ci sarà un messaggio più grande perché l’ho iniziato a scrivere durante la quarantena. Sono stato a casa mia da solo a Roma per due mesi e mezzo e sono stato molto ispirato. Molto presto inizierò a lavorare bene al disco, perché dobbiamo perfezionare qualcosa».

L’ispirazione, per Michele, arriva del resto da cose semplici, tanto che l’attore specifica di essere «a Berlino da una settimana con la chitarra» e di aver già scritto qualcosa, perché «quando torno in hotel inizio a suonare».

«Ogni cosa può ispirarmi, non ho blocchi mentali. Ma penso che l’ispirazione più grande siano i miei figli e mio padre che non è più. C’è una canzone nell’album che parla di lui, è una conversazione tra noi due, immaginando qualcosa che lui direbbe. Avevo vent’anni quando è morto. Ricordo ancora il momento in cui ho scritto la canzone e la connessione incredibile che avevo in quel momento. Sono dovuto tornare indietro con la mente e pensare a lui, è stata un’esperienza emozionante. Ogni volta che scrivo una canzone, del resto, mi chiudo nel mio mondo».

L’infanzia, in questo, per Michele è stata fondamentale così come la sua famiglia. L’attore descrive le giornate trascorse con le sorelle e i genitori, parla della fiducia e del tifo di sua madre, dell’entusiasmo dei suoi nipoti.

«Ricordo che quando ero piccolo le mie tre sorelle mi mettevano nelle orecchie il walkman. – ricorda – Ascoltavo di tutto, sono cresciuto con Michael Jackson, i Queen, Madonna… penso che questo abbia fatto crescere la mia sensibilità. Quando piangevo mia mamma e le mie sorelle mi facevano ascoltare la musica e solo così mi addormentavo. Ora ho due figli e molti nipoti. Hanno reagito tutti molto bene all’album. Ma se c’è qualcuno che ha sempre creduto in me è sicuramente mia mamma. Mi ha sempre detto di seguire i miei sogni, purché mi rendano felice».

Ora certo Michele fa i conti con la fama e con maggiori responsabilità. Sogna di fare concerti, Covid permettendo, e di poter collaborare con realtà straniere (del resto, ha tantissimi fan in Spagna e in Sud America). Più di ogni altra cosa, però, vuole lavorare sodo.

«La fama ha cambiato la mia vita completamente. – sottolinea infatti Michele – Quando è uscito il film su Netflix sono andato a dormire e mi sono svegliato con 2 milioni di follower in più. Non potevo più camminare per strada. È stata una sensazione bellissima, ma non voglio perdere tempo a pensare alla fama. Voglio concentrarmi sulla musica, sui film. Non voglio perdere la pura ispirazione che mi fa scrivere canzoni e che mi fa costruire i personaggi e la loro psicologia. Sono molto focalizzato sul mio lavoro».

«Credo in me stesso e se voglio qualcosa me lo prendo. – conclude Michele con sicurezza – Anche per questo credo che la gente debba essere più produttiva e meno negativa. Se hai un obiettivo, devi mettercela tutta per provare a conquistarlo».

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