Sono sette le tracce che Irama ha raccolto nel suo nuovo progetto discografico, un EP dal titolo ‘Crepe’ disponibile da venerdì 28 agosto. A pochi giorni dalla pubblicazione, il cantautore ha già motivo di festeggiare: il singolo Mediterranea è, infatti, il brano più ascoltato su Spotify Italia in quest’estate 2020.
Una stagione che Irama decide di coronare con una release che conferma senza subbio la penna ispirata e incisiva dell’artista così come la sua voglia di esplorare territori musicali mai scontati. “Questo EP racchiude il mondo latin, urban e rock – ci racconta Filippo – e la parola chiave è sempre ibrido. È una cosa che ho sempre avuto perché ho sempre cercato di spaziare tra i generi ma non a livello strategico ma proprio per indole. Diciamo che sono racchiuse tante sonorità però sincere.”
A me piace ascoltare di tutto perché penso che ciò che è fatto bene vada ascoltato. Poi la musica è bella tutta nel momento in cui è realizzata con sincerità, verità e con gusto.
Dalla titletrack Crepe giù giù fino a Dedicato a te sono tanti i sentimenti che Irama ha gettato sul suo foglio musicale. C’è l’animo spietato e quello romantico, c’è lo spirito ammiccante e quello ferito, difficile trovare un’identità univoca ma la tracklist nel suo svolgersi sembra raccontare un percorso di riparazione che trasforma le ferite in altro.
“È sempre difficile unificare un lavoro – ci conferma il cantautore – Penso che la musica vada al passo con la vita e, quindi, avendo tanti pensieri e cambiamenti da cui deriva anche il concetto di Crepe, sarebbe impossibile dare un filo conduttore a queste emozioni. Non siamo programmati per farlo.
E siccome va al passo totalmente con la mia verità, con la mia persona e con il mio estro artistico, è un EP molto sincero che racchiude più sfumature dell’animo. La tracklist – continua – è stata fatta per cercare di rendere tutto più scorrevole e vivo; io poi, anche se oggi non si usa più fare, sono ancora legato all’ascolto da disco, dalla prima all’ultima canzone.”
A colpire negli album di Irama è anche l’attenzione all’aspetto visivo, come già le copertine – e gli stessi profili social – fanno intendere. “L’arte, in generale, continua a influenzarmi. Ogni forma artistica, miscelata secondo la propria visione, rende giustizia al lavoro e la parte visual è sempre stata importante: racconta in modo visivo ciò che sei. Se oggi dovessi andare a uno show vorrei vedere uno spettacolo che ricorderò per tutta la vita.”
A volte non basta parlare o raccontare ma è importante anche influenzare visivamente. È l’unione di forme artistiche che crea un ricordo che rimane o almeno è quello che mi piace pensare.
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A segnare la vita, o quantomeno la carriera, di Filippo è stata (anche) la partecipazione ad Amici che in primavera lo ha riportato negli studi del talent con lo spettacolo a sostegno degli operatori sanitari in campo contro il Covid-19. “La scelta, come anche la vittoria, è stata simbolica, per beneficenza.
Andare lì è stato bello a livello artistico e personale – ci spiega – perché mi hanno accolto come al solito facendomi sentire a casa e mi hanno permesso di esprimermi completamente. Non c’era alcun tipo di vincolo e questa è una cos molto rara: mi hanno permesso di fare arte fidandosi ciecamente di quello che portavo.”
Con Crepe che artista sente di essere diventato Irama rispetto a ieri? “Sicuramente più travagliato, più vissuto – ci risponde – non voglio dire più consapevole perché ho sempre avuto le idee chiare, nel bene e nel male. Non rinnego niente: vedo l’Irama di qualche anno fa soltanto più giovane e con le piume un po’ più lunghe.”
Foto di Rebecca Alison da Ufficio Stampa MA9PROMOTION