Si intitola Dark Room il disco d’esordio di Michele Morrone, pubblicato su etichetta Polydor/Universal Music. Noto al grande pubblico grazie al ruolo di Massimo nel film 365 giorni (per settimane uno dei film più visti su Netflix in più di 20 paesi), Michele si è ritrovato improvvisamente nell’occhio di un vero e proprio ciclone (in questo caso assolutamente positivo).
Nell’arco di pochi giorni, i suoi follower su Instagram sono diventati più di 10 milioni e – se l’improvvisa e spiccata notorietà è arrivata grazie al film – il successo dei brani di Morrone ne è una diretta conseguenza. Nella colonna sonora di 365 giorni appaiono infatti quattro canzoni scritte da Michele: Hard for me (che conta più di 28 milioni di stream e 18 milioni di visualizzazioni), Feel it (20 milioni di stream e 39 milioni di visualizzazioni), Watch me burn (quasi 15 milioni di stream) e Dark room (con 5 milioni di stream).
I brani accompagnano le scene del lungometraggio targato Netflix, ma più di ogni altra cosa sono la fotografia immediata della musica di Michele Morrone. Dark Room è infatti un album eclettico – sensuale, ma nello stesso tempo estremamente profondo – in cui il cantautore sperimenta con gli stili senza mai perdere la propria identità, raccontando lati di sé intimi e inediti.
Michele Morrone: «Ho capito che la musica poteva essere uno psicofarmaco per me»
«Questo album consacra la mia passione per la musica. – ci dice Michele – Ciò che è ispirazione per me è la musica stessa. Amo la musica a 360 gradi, amo ogni tipo di musica. Non volevo fare uno stile, ma fare ciò che amo. Ho capito che la musica era un punto fermo nella mia vita quando ho capito che mi faceva stare bene in momenti non proprio colorati. Ho capito che poteva essere uno psicofarmaco per me, ed è per questo che ho deciso di approfondire l’argomento».
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Brani che nascono da una semplice chitarra (per quanto Michele sottolinei di non essere «un chitarrista esperto, so accompagnarmi in modo blando») e che partono da esperienze personali.
«Canto esperienze mie personali che chiunque può aver vissuto. – ci spiega – La mancanza di un padre, la lontananza da un amico, un divorzio. Ho voluto esprimere queste note biografiche con le mie canzoni per avvicinare forse un po’ il pubblico che si sente smarrito a un certo punto della propria vita. Sto dicendo Io sono come voi».
Sarà per questo che le canzoni di Michele non sono mai «very happy», ma è la loro stessa natura a renderle racconti comuni.
«Non c’è consiglio migliore che potrei dare a una persona. Abbiamo una problematica e una canzone che ci lega ed è un’emozione fortissima. La musica ha un senso».
Michele Morrone: il successo e il secondo album
Il successo, però, per Michele è arrivato in modo inatteso. Quasi «a caso».
«Pensavo che le canzoni legate al film potessero avere successo, ma non pensavo di arrivare in Universal. – commenta – Ho scoperto che la mia passione può essere un dono, perché ci sono persone a cui piace. Sono felice che nel mondo venga apprezzata la mia musica».
E così, dopo aver raccolto 2 milioni di ascoltatori mensili su Spotify e 1.2 milioni di iscritti sul suo canale YouTube, Michele si è già messo al lavoro per la realizzazione del secondo album, con cui conta di far «esplodere il cd».
«La cosa che mi soddisfa di più di questo album è aver scoperto di poter scrivere canzoni. – conclude il cantautore – Ho sempre avuto la passione di scrivere poesie, ma scrivere una canzone è diverso. In una poesia puoi scrivere ciò che ti pare, ma in una canzone non puoi esprimerti in modo non orecchiabile. Ora ho scoperto che posso fare un disco, che posso scrivere canzoni».
Foto di: Raffele Cerracchio