Se vi è capitato di entrare in libreria e di imbattervi nel titolo Questo cuore batte per tutte e due (Piemme) arrovellandovi su dove aveste già sentito queste parole, non preoccupatevi: avete ragione. A firmare questa autobiografia è Martina Nasoni, modella e influencer vincitrice del Grande Fratello 16 ma soprattutto La ragazza con il cuore di latta che Irama ha cantato sul palco del Festival di Sanremo 2019.
E il verso che dà il titolo al libro è tratto proprio dal brano del cantautore, a dimostrazione di quanto le sue parole abbiano colto a pieno la vita e la malattia di Martina. “È stato particolare, l’inizio di un viaggio assurdo – ci confessa la Nasoni – Da quel momento in poi sono iniziate tutte cose che mai nella vita mi sarei aspettata.
Conosci questo ragazzo sapendo che è un cantante e già sembra strano; poi, vi confidate l’uno con l’altro ed è ancora più strano. La volta successiva in cui lo incontri ti dice di aver scritto una canzone sulla tua vita e di volerla portare a Sanremo… Lì vai fuori di testa completamente!
Quando l’ho sentita al Festival è stata la prima volta nella versione completa, prima l’avevo sentita solo come bozza (non c’era il coro gospel e non c’erano tante altre cose) e in una situazione diversa, ovviamente. Sentirla su quel palco e vedere tutto quanto è stato assurdo: mentre cantava mi riconoscevo nelle sue parole, sapevo da dove arrivavano quindi è stato ancora più insolito.”
Ma non pensa, Martina, che aver svelato chi sia quella ragazza dal cuore di latta abbia in qualche modo tolto magia alla canzone? “No – ci risponde decisa – Tante volte mi è successo di chiedermi chi fossero le protagoniste di una canzone che amo, come Sally di Vasco… Penso di essere la prima, credo, a poter dare delle risposte dirette oltre che a far nascere delle domande.
E penso anzi quasi di aver dato più valore alla canzone proprio perché oltre alla domanda c’è anche la risposta. Siamo in tanti in Italia vivere queste situazioni, ma a volte ci si sente soli quindi credo di aver dato qualcosa in più. E comunque io sto mettendo la mia vita sulla piazza e la storia vera l’ho messa io.”
Ti faccio vedere che quella canzone è basata su una storia vera che ha delle radici di cui puoi anche chiedermi: sono qua per parlarne non me ne vergogno.
Martina, la malattia e i social
Sono tanti i sentimenti che Martina Nasoni attraversa nelle pagine del suo libro, da ragazzina dodicenne fino a oggi. “Quando ero piccola ero arrabbiata con la vita perché vedevo che tutti i miei problemi giravano attorno alla malattia – ci spiega – La maledicevo, non riuscivo a trovare il lato positivo; poi, crescendo, ho capito che fondamentalmente il mio non è mai stato un problema. Cioè, lo è a livello fisico ma non lo deve essere a livello di persona e a livello di vita.”
La malattia non mi può rovinare la vita, me la modifica ma io sono consapevole di poterla vivere esattamente come tutte le altre persone.
“Il pensiero mi è scattato negli anni, ma ricordo che fin da bambina il consiglio che mi dava mia mamma era: ‘Se tu affronti questa cosa trattandola come una malattia grave e piangendoti addosso, anche le persone si comporteranno così’. Fin da quando sono piccola ci scherzo su, cerco di sdrammatizzare e togliere quella pesantezza per far sì che le persone, soprattutto i miei coetanei, la prendano in maniera più tranquilla.”
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Con 277mila followers all’attivo su Instagram il confronto con gli altri è all’ordine del giorno. “Quando hai tante persone che ti seguono, soprattutto se hai una storia così importante alle spalle, c’è sempre la domanda su come reagiranno. – racconta Martin – Ogni volta è un’esposizione bella tosta però so che le critiche arriveranno sempre. Ho fatto questo test e qualsiasi atteggiamento tu possa avere, qualsiasi cosa tu faccia, ci saranno sempre persone che ti remeranno contro così come ci saranno quelle che ti verranno a favore.
Se pensi di poter eliminare le persone che ti vengono contro è una battaglia persa dal principio, fanno parte del pacchetto. Li porto con me. Tante volte mi sono fermata a parlare con questi haters loro capire la situazione e loro in qualche modo sono cambiati. Mi soffermo sugli haters accaniti, mi piace farli ragionare.”
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La musica di Martina: Vasco, Ultimo e Nigiotti
“Sono un po’ vecchio stampo – ci confessa Martina sugli ascolti musicali che ama di più – Mi perdo nelle canzoni di Vasco e dei cantautori italiani. Amo i cantanti che cantano la vita, così li chiamo io: mi piacciono le canzoni che usano poche parole, magari anche spicce e di tutti i giorni, ma che riescono a far breccia nel tuo cuore.”
Il mio cantante preferito è Vasco, piango sempre con le sue canzoni, e ultimamente mi piacciono anche Ultimo ed Enrico Nigiotti.
Dalla musica alla scrittura, Martina mette al centro la vita e lo fa con una leggerezza consapevole e forte. “La cosa che mi verrebbe da dire alle persone è che non bisogna mai condannare la vita. Un giorno ti butta a terra e ti lascia sdraiata, il giorno dopo ti fa volare più in cima di tutti. Io mi sono sentita così per sette anni, stesa a terra senza forze come fossi l’ultima ruota del carro mentre tutti sembrava fossero migliori di me.
E poi è successo che la vita mi ha portato a danzare con le stelle. Quindi non bisogna mai condannarla nonostante tutti i problemi che si possono avere – conclude Martina Nasoni – È una e non bisogna mai dimenticarlo, non sono le prove generali; bisogna cogliere l’attimo ogni giorno. E viverlo a pieno.”
Foto di Carmine Arrichiello da Ufficio Stampa Match Picture Italia