Dai no ai talent alla forza delle persone che lo hanno sempre sostenuto: Il Tre ci racconta ‘Ali’, il suo album d’esordio.
Venerdì 19 febbraio esce finalmente Ali, l’album d’esordio de Il Tre. Ali – Per chi non ha un posto in questo mondo – questo il titolo completo dell’album – contiene 15 brani con varie collaborazioni: da Clementino a Emis Killa, a Mostra, Nayt e Vegas Jones.
«Il progetto di questo album è nato due anni fa ed è un disco molto lavorato. – ci dice subito Il Tre (nome d’arte di Guido Senia) – Abbiamo avuto tempo per perfezionare ogni dettaglio. Sono pezzi che non mi hanno stancato e già vuol dire qualcosa. Sono tranquillizzato da questo aspetto. Io faccio il musicista e che nel mio album ci sia tanta musica è il minimo».
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Guido nell’album si racconta a 360 gradi, così come nel breve documentario che testimonia il viaggio di Ali, pubblicato su YouTube. Dai contest ai no dati ai talent – Amici e X Factor – Il Tre non ha paura di mostrarsi nel bene e nel male. Il rapper ammette che un tempo vincere era fondamentale, ma la vittoria – con gli anni – ha cambiato sapore.
«La più grande vittoria è che le persone che erano con me nove anni fa oggi sono ancora con me. – ci confessa – E ci sono non perché sto diventando grande, ma per un legame di sangue. Siamo andati tutti in una casa a decidere i titoli del disco e ogni persona, quelle che vedete nel documentario, ha detto il proprio parere. Come se fosse un loro progetto».
«Mi sono arrivate tante proposte, come Amici e X Factor che hanno un bacino di utenza molto ampio. Non mi ero presentato io, mi avevano chiamato loro. Rifiutare è stato difficile, ero persino convinto di accettare. Poi è stato il destino a decidere la mia strada».
La tracklist di Ali, del resto, mostra tutto il percorso de Il Tre – dalle radici ai primi barlumi di successo – alternando esercizi di stile a pezzi estremamente introspettivi.
«Onestamente credo di aver fatto una scelta coraggiosa mettendo pezzi come Grattacieli o Tegole. Quando li ascolti la prima cosa che dici è Non è Guido, poi rimani colpito. Questa strada è ciò che volevo fare. Fare un disco più inca**ato sarebbe stato più facile, ma alla lunga quella roba rompe. L’extrabeat è il colpo di scena. È giusto mettere i colpi di scena dove vanno messi».
I colori della cover, poi, parlano da soli. In questo momento, Il Tre sta «volando», proprio come le farfalle che sono il simbolo di questo lavoro.
«Ho capito che è difficile individuare la propria strada. – conclude Guido – Posso essere il miglior pittore del mondo e non saperlo. Scoprirlo è difficile. Sono stato fortunato nel trovare la mia strada. Se vi sentite inetti o minori degli altri è solo perché non siete portati in quella disciplina. Questo è il mio messaggio».