Si intitola Vertigo il nuovo singolo di Alice Merton, disponibile dal 9 aprile. Un brano destinato a stupire, almeno coloro che seguono la cantautrice dagli esordi. Dal successo di No Roots nel 2017 all’album d’esordio – Mint – del 2019, il percorso di Alice è stato infatti costellato di certificazioni e da un sound intriso di contaminazioni. Il nuovo brano è invece contraddistinto da sonorità fortissime, che contrastano con la schiettezza e la fragilità del testo. Ci siamo fatti raccontare Vertigo proprio da Alice Merton.
Ciao Alice, iniziamo dal principio: come nasce Vertigo?
Ciao, grazie per l’ospitalità! Quando ho scritto Vertigo sapevo che si trattava di un nuovo capitolo, che corrisponde all’inizio del prossimo album. Volevo essere libera nel processo creativo, sperimentare. A livello musicale volevo riportare l’emozione di un concerto dal vivo e, in qualche modo, mettere tutto questo in una canzone. Il testo d’altra parte parla delle difficoltà che ho avuto a stare troppo nella mia testa, sentendomi quasi intrappolata in un mondo pieno di vertigini.
Tra le cose che amo di più di questo singolo c’è sicuramente il tappeto sonoro. Si tratta di un’ode alla fragilità eppure la musica è incalzante, rock, sfrenata. Come mai questo contrasto?
Amo i contrasti intesi come situazioni in opposizione: far combaciare due cose che non sempre corrispondono per connetterle facendo si che diventino stimolanti.
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In un certo senso, la musica sembra rappresentare in note la vertigine di cui parli, è così?
Le vertigini accadono attraverso molte cose. La vita, ma anche il mio lavoro. Quando mi esibisco, quando devo affrontare una nuova sfida. La vertigine è la sensazione di perdere il controllo, di non capire le cose, di essere molto stordito e confuso da una situazione. Penso che quando creo la mia musica, questa sicuramente può essere causa di vertigini.
In che modo secondo te le fragilità possono diventare un punto di forza? E quando hai raggiunto questa consapevolezza?
Penso che accettare te stesso per quello che sei sia un grande passo per superare gli ostacoli. Penso però anche che sia solo uno dei tanti passi. Credo che la musica sia un ottimo esempio di come trasformare la fragilità in forza. Sono sempre onesta nelle mie canzoni con le mie emozioni e sentimenti. Mi fa sentire più forte condividerlo con gli altri, aprendomi a degli estranei che forse si sentono allo stesso modo. Qualsiasi scenario difficile e che implica che tu sia onesto con te stesso e con gli altri – anche con cose di cui sei imbarazzato – si tradurrà sempre in forza. Anche se non puoi vederlo subito. Per me è comunque un promemoria che sto ancora immagazzinando e sviluppando.
Ci puoi dire qualcosa del video del singolo?
Volevo evocare un mondo distopico, un’esagerazione di quello che potrebbe essere l’universo post-Covid. Un mondo underground retro futurista, dove sono rimasti pochi personaggi in un vortice onirico.
Stiamo vivendo un periodo assurdo. Com’è stato per te quest’anno, senza live e senza confronti con il pubblico?Ho lavorato su molta nuova musica che naturalmente è stata influenzata da questo periodo. Anche se Vertigo è stata scritta prima della pandemia, quando ero in Canada. Per assurdo riflette un po’ questo momento globale.
Foto: Paul Grauwinkel / Paper Plane Records International