A un anno esatto da Resilienza2020, il 13 aprile 2021 il producer Marco Korben Del Bene torna per la Instant Crush Records con il nuovo album Reverse. Il progetto è la colonna sonora dell’omonimo legal thriller prodotto da Giuseppe Lepore ed è diretto da Mauro John Capece, regista dei pluripremiati La Danza Nera e SFashion.
Elettronico e interamente suonato, Reverse è un album dal sound estremamente dark che si muove tra elettronica e musica acustica. Composto da 19 tracce estratte dalla colonna sonora del film di Capece – più di 88 minuti di musica dall’atmosfera magnetica – Reverse vuole penetrare in un ascolto profondo. Giocando su stati d’animo differenti, musicali ed emotivi.
«Reverse – ci dice infatti Marco – è un thriller psicologico ambientato durante un interrogatorio, con una serie di colpi di scena e una trasformazione di ruoli continua. È un film coraggioso, perché riesce a trattenere lo spettatore con una sceneggiatura adatta sia al cinema che al teatro».
«È un film molto intenso – continua – quindi la colonna sonora aveva un compito complesso. Deve rimanere incollata all’immagine ed essere molto dinamica, venire fuori nei momenti di pathos e mantenere la tensione narrativa. Sono 88 minuti di musica. Volevo un suono cupo, ma di grande energia che riuscisse a presentare con dei micro temi diversi personaggi».
Reverse e la colonna sonora di Marco Del Bene: «Una finestra scura»
Reverse dal 21 aprile 2021 arriva su Sky Prima Fila, Chili, The Film Club, Rakuten, AppleTV, Google Play e Amazon Prime. Racconta la storia di Giulia Montelli, poliziotta investigatrice di Roma. Il suo capo l’ha mandata in missione da sola presso una clinica psichiatrica del centro Italia per interrogare Matteo Muzzi, un serial killer di 36 anni che è accusato di ripetuti omicidi in Italia, Svizzera e Francia. Dopo il suo arresto avvenuto qualche mese prima in Italia, Muzzi fu dichiarato schizofrenico dagli psichiatri e di fatto non perseguibile penalmente perché incapace di intendere e volere. Ma diventerebbe perseguibile se facesse quello che gli americani chiamano Reverse, ovvero una confessione in stato lucido.
«Di base sono un chitarrista, scrivo per tutti gli strumenti. – ci racconta Marco Del Bene – Ma in questo caso non volevo schiacciare la composizione con una programmazione eccessiva. Ho abbinato tutto a un ensemble orchestrale. Quando fai cinema devi seguire l’andamento del montaggio».
Reverse è comunque per Marco Del Bene un «disco frutto di questo momento, fatto in solitudine dalla produzione al montaggio con tutti i pro e i contro».
«Mi è rimasta la sensazione di aver fatto un lavoro credibile. Non originale ma coerente e spero che questa cosa si percepisca. Racconta anche il mio universo, c’è un pezzo molto rock che è The Cave, c’è musica sinfonica ed è una finestra molto scura».