Nella ‘djungle’ di TY1 ci sono 14 brani e 24 artisti: il dj e producer ci racconta il nuovo album, una giungla urbana ma soprattutto umana.
Venerdì 7 maggio esce Djungle (Thaurus, under exclusive license to Believe), il nuovo disco di TY1. Quattordici brani – con i featuring di ventiquattro artisti – in cui il dj e producer mette in mostra tutte le sue sfumature, creando una vera e propria giungla musicale. Dichiarata nelle intenzioni già dalla cover, curata dall’artista Gianfranco Villegas e scattata da Francesco Bonasi.
«Il progetto grafico è un mio e del mio manager. – ci dice TY1 – Poteva essere la classica copertina un po’ gangsta, ma mi piaceva l’idea di un bambino con il mio logo in testa. Sono il dj nella giungla, che diventa fantasy. C’è una chiave cartoon che porta speranza al bimbo e non lo fanno sentire in una zona non bella, come possono essere a volte le periferie».
Del resto, è lo stesso TY1 a dirci quanto la musica possa essere un’ottima guida. E un’àncora a cui affidarsi nel grigiore quotidiano della routine.
«La musica ti può aiutare, ti dà un sogno, un interesse. – ci dice il producer – Ho cambiato tantissime scuole, ma ero certo di voler fare musica. Dal primo giorno in cui ho iniziato a fare musica, volevo fare solo quello. A me non fregava nulla del resto, ho fatto anche tanti sacrifici. La musica però mi ha salvato dalla quotidianità».
Tra i 24 artisti che aiutano TY1 a creare la sua djungle, ci sono nomi ormai consolidati del genere urban e hip-hop (Marracash, Paky, Guè Pequeno, Massimo Pericolo, Pretty Solero, Myss Keta, Noyz Narcos, VillaBanks, Ernia, Capo Plaza, Jake La Furia, Speranza, Taxi B, Rkomi, Ketama126, Samurai Jay, Geolier), incursioni dal mondo pop (Neffa, Tiromancino), nonché dall’estero (Pablo Chill-E, Mc Buzzz, Dosseh) e nuove leve (Touchè, Vettosi).
«Ora l’hip hop sta sul razzo, per questo forse era il momento giusto per questo album. Senza Covid sarebbe uscito un po’ prima, ma avrebbe avuto anche una maturità diversa».
«Ho cominciato a lavorare tantissimo alla musica, perché volevo trovare un suono. – ci spiega poi TY1 sulla genesi dell’album – Io sono molto ibrido, ascolto tutto. Dall’house al grunge, passando dal melodico e dal reggae. Ho trovato prima il mio suono, perché volevo il groove».
E sugli ospiti della tracklist, il producer conclude: «Ho preso il meglio delle periferie. Queste persone sono nate in mezzo alla strada. Le cose migliori nascono da questo contesto qui».