Alfa ci racconta ‘N O R D’, il primo album in uscita il 14 maggio. Un viaggio ma soprattutto una «bella storia».
Il 14 maggio esce finalmente N O R D (Artist First/Wanderlust Society), il primo album di Alfa. Un progetto fortemente caratterizzato – e lo si evince dal titolo – dalla metafora di un viaggio soprattutto interiore, durante il quale si accavallano e sovrappongono le aspirazioni e i pensieri di un artista ma anche di un giovane ragazzo. Nella speranza che N O R D possa essere anche il viaggio di una generazione sofferente e schiacciata dalla società.
«Sicuramente tutti noi abbiamo avuto i piani rovinati per la pandemia. – ci dice subito Alfa – Ma mi soffermo soprattutto sul mio pubblico. Noi giovani siamo passati dall’essere il futuro della società all’essere chiusi in casa. Di noi in questo anno si è parlato solo per le scuole aperte e chiuse. Siamo stati descritti come dei coglioni che si assembravano. È normale quindi che perdi ambizione, che sei disincantato nei confronti del mondo e che stai male».
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«Ho percepito una forte apatia. Spero che la musica e le altre forme d’arte risollevino gli animi. Ora che sembra ci sia una luce in fondo al tunnel percepisco tanta voglia di vivere».
Alfa e le tappe di N O R D
Una sensazione di cui Alfa parla in BeVo TuTTa La NoTTe. Ma ognuno dei dieci brani del disco si sofferma in realtà su una specifica sensazione. E si va dalla confusione alla spensieratezza, con una conclusione – in StuPefaCenTe – che è invece gioiosa malinconia.
«StuPefaCenTe è la prima canzone che ho prodotto. – ci racconta Alfa – Ci tenevo a produrlo perché era figlio mio. È nostalgica e gioiosa perché è l’accettazione di un viaggio, senza che si arrivi alla cima. È l’accettazione delle cadute. Sono entrato nel mercato discografico in modo molto veloce e questo disco, in quel senso, è stato terapeutico. Quindi StuPefaCenTe rappresenta la gioia di aver capito che voglio fare musica».
Il viaggio di Alfa si conclude quindi con un lieto fine. Che si spera possa essere di aiuto anche in chi vorrà percorrerlo insieme all’artista.
«Perdere tempo per un ragazzo che sta costruendo il proprio futuro è gravissimo. – ci dice – Siamo persone da ricostruire e spero che la musica, così come la cultura, ci permettano di farlo. La storia di N O R D è bella perché ho sofferto tanto e ho cercato di razionalizzare le mie ferite, non guarirle. Se oggi dico che la musica deve diventare la mia vita per me è già una grande vittoria. Spero che tutti i giovani prima o poi capiscano cosa vogliono fare nella vita».