Dodi Battaglia racconta l’album ‘Inno alla Musica’, tra dediche a Stefano D’Orazio e omaggi brucianti alla chitarra.

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Venerdì 14 maggio è uscito Inno alla Musica (Azzurra Music), il nuovo album di inediti di Dodi Battaglia. Un nuovo esordio dopo l’addio dei Pooh in cui a spiccare è la chitarra (già dalla cover), fedele compagna di Dodi in tutti questi anni.

«È il primo disco che faccio da solo. – ci dice subito Dodi Battaglia – Per me è una cosa impegnativa e importante che mi ha preso dal profondo. Mi sono occupato di tutte le musiche, a parte le due canzoni più rock per le quali ho voluto passare la palla a Roberto Casini. Ho colto l’aspetto positivo della concentrazione che abbiamo dovuto avere in questo periodo, perché nessuno ti rompeva le scatole. Credo che sia venuto fuori un album che mi rispecchia perché ha un approccio chitarristico, quindi più bruciante, energico e vibrante».

Del resto, la chitarra che brucia in copertina è l’efficace rappresen­tazione visiva del sacrificio alla musica che ide­almente ogni artista compie quando dedica la sua intera vita a tale arte. Il rimando, voluto e celebrato, è alla leggenda di Jimi Hendrix e alla prima volta in cui, durante l’esibizione all’Astoria di Londra, il 31 marzo 1967 bruciò, con un gesto liberatorio, la sua Fender Stratocaster. Ispirato da quel gesto, Dodi Battaglia ha scelto di omaggiare idealmente l’artista che seppe rinnovare in modo radicale la conce­zione della chitarra elettrica e della musica stessa che fino ad allora era stata unanimemente con­divisa.

«Siamo carte assorbenti e accumulatori di energia, che nel momento giusto mettiamo in un’opera. – continua Dodi – Questo album doveva chiamarsi Una storia al presente, il brano dedicato a Stefano D’Orazio che mi ha preso e mi prende nel profondo. Ma devo fare coming out: ho pensato che fosse attaccabile. Avrebbero potuto dire che stavo marciando su questa cosa brutta e mi son detto che non mi piaceva, anche se il titolo era perfetto. Ho virato su Inno alla Musica. Sono contento di aver fatto questo lavoro perché ci voleva, era giunto il momento».

Dodi Battaglia, la reunion dei Pooh «a una solo condizione»

Proprio a proposito della scomparsa di Stefano D’Orazio, Dodi Battaglia commenta una possibile reunion dei Pooh.

«Da quando i Pooh hanno smesso a questa domanda ho sempre risposto che non avrei avuto niente in contrario a una sola condizione. – dice Dodi – I Pooh hanno ricevuto tanto dalla gente e quindi la reunion vorrei fosse dedicata alla beneficenza. Da quando Stefano è morto mi son detto che sarebbe una ragione in più per ricavare qualcosa che possa aiutare i medici. L’ho detto scherzando, ma la mia boutade non ha avuto grande seguito. A questa condizione lo farei anche domani mattina. Dovremmo restituire un po’ de bene che la gente ci ha voluto nel corso di questi anni».

Inno alla Musica – oltre all’amore per la chitarra – cela anche featuring interessanti. Da Al di Meo in One Sky a Alexandra Greene in Fire.

«Sto vivendo giorno per giorno perché quando ti metti a scrivere una cosa nuova non puoi avere due padroni, tra cui ciò che la gente pensa di te. Devi esprimere te stesso».

E infine, parlando del brano I love you disperato, Dodi parla anche dei ragazzi e dell’amore al giorno d’oggi.

«Sono ferito dalla naturalezza con cui oggi si considera l’amore. Parlo del caso Grillo, non tanto per quanto è accaduto, vorrei estendere il discorso. Io ho quattro figli e mi sento coinvolto. Mi spiace la naturalezza con cui l’amore viene scambiato per divertimento».

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