Si intitola Down il nuovo singolo del giovane Leo Gassmann che in questa traccia sintetizza un percorso di riconoscimento e accettazione che ha a che fare con mostri, paure e fragilità. Sono quelle con cui ci troviamo a fare i conti nella vita, contro le quali ci accaniamo e ci ostiniamo a combattere ma che, semplicemente, dovremmo imparare ad accettare, ad accogliere. Conviverci, insomma.
“Credo che Down sia un brano che possa fare del bene”, ci racconta Leo. “Io con la mia musica cerco sempre di portare dei messaggi che possano ispirare o comunque cerco di dare un contributo per portare speranza e ottimismo nel cuore delle persone. Nel brano parlo di mostri che abbiamo tutti, chi più chi meno, vissuto nell’ultimo periodo e cerco di consigliare di imparare a conviverci. Spesso non si possono cacciare né cancellare, perché non possiamo eliminare i pensieri che abbiamo nella nostra testa. Di conseguenza, secondo me, la via d’uscita è accettarli e renderli un punto di forza”.
“Down è arrivato dopo la realizzazione di essere uscito da un periodo no”, continua Gassmann che per il singolo ha lavorato con Francesco “Katoo” Catitti. “È un grande produttore che stimo moltissimo e che ringrazio per aver creduto nel mio progetto. Insieme, poi, a tutta la squadra con cui lavoro maggiormente, ovvero Matteo Costanzo e Giuseppe Daccini, abbiamo fatto una grande ricerca del suono. Siamo andati alla ricerca di una via di mezzo tra quello che avevo fatto in passato e quello che mi ha ispirato come sonorità quando ho scritto questo brano”.
E quale è stato? “Sicuramente quello emergente negli Stati Uniti e in Inghilterra. Ci dice Leo Gassmann. “Parlo di artisti con Machine Gun Kelly e Youngblood che hanno recuperato un certo punk rock di inizio Anni Duemila portandolo in una dimensione più contemporanea. Rivedendomi molto in quel genere, ho pensato che questo tipo di emozioni e il loro messaggio potessero essere ben comunicabili con quei suoni.
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C’è una consapevolezza maturata con profondità nelle parole che Leo Gassmann ci dice, ben calibrate e frutto di un ascolto sincero di sé e degli altri. “Credo che, a parte alcuni casi, traumi e delusioni non si dimenticano piuttosto si assorbono, si accettano per quello che sono. E si fa i conti col fatto che faranno sempre parte delle nostre vite”.
“Dico che prima si capisce che bisogna accettare i mostri che abbiamo nelle nostre vite, prima riusciamo anche a vederli da un’ottica diversa”, spiega l’artista. “Ovvero come un’occasione per essere migliori rispetto a quello che siamo nel preciso momento in cui quei traumi e quelle delusioni ci hanno sorpreso”.
Di mostri, paure e fragilità
Ci vuole coraggio, diciamo a Leo, a parlare di fragilità in un mondo-vetrina come quello dei social. “Beh, è difficile per una persona che magari ha già fatto un certo percorso e ha un proprio seguito ammettere che viviamo in un mondo estremamente violento e privo di guide da seguire. Questo è perché le guide che una volta ispiravano le masse erano guide oneste, che parlavano con il cuore e lottavano ogni giorno per degli obiettivi che potessero fare del bene. Oggi le persone oneste faticano molto di più a poter portare il loro messaggio. E spesso questo può scoraggiare molto chi cerca di portare certi valori”.
Rispetto a questo contesto sociale e in particolare alla sua generazione, Leo Gassmann osserva che “viviamo in una società in cui non c’è un freno a determinate strategie o modi di fare. Di conseguenza, il nero macchia molto più del bianco. Ma sono convinto che esistono un sacco di persone per bene e penso che siano la maggioranza: mi batterò sempre per loro. Il male nasce dall’assenza del bene e da mancanza di attenzioni, però si può sconfiggere. Con l’attenzione, il sacrificio e la voglia di aiutare le persone che hai accanto a te”.
“Una cosa di cui sono certo è che non mi conformerò mai a quello che la società mi richiede di essere per essere accettato”, afferma sicuro Leo. “Secondo me è importante stare dalla parte delle minoranze e delle persone che non vengono rappresentate e che, quindi, spesso sono forzate a doversi conformare a determinati messaggi”.
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Di una società alla ricerca di una guida
E se c’è una cosa che il giovane Gassmann ripete a stesso è che “nella vita non è importante essere una di quelle guide che desidero tanto che tornino nella nostra società. L’importante per me è far arrivare la mia voce dove può arrivare così che possa essere accolta da qualcuno che sia anche più capace di me a fare da guida, come un faro da seguire. Quello che conta è partecipare a un movimento che possa ispirare le masse verso una società migliore.
“Oggi mancano esempi positivi da seguire”, spiega ancora Leo. “C’è bisogno di una rinascita di valori e concetti. Bisogna tornare a confrontarsi e ad ascoltare il prossimo con la libertà di esprimere il proprio pensiero senza essere giudicati o puniti perché si dice qualcosa di diverso”.
E tornando alla musica, il singolo Down anticipa il nuovo album di Gassmann attualmente in lavorazione. “Fa parte di un progetto al quale sto lavorando”, ci conferma il cantautore. “Sarà un album molto sperimentale e libero da ogni tipo di sovrastruttura. Sarà un lavoro fatto di ricerca e di sperimentazione anche delle sonorità perché rispecchino le emozioni di quando ho scritto ciascun brano”.
C’è del coraggio, osservo, anche nel non rimanere comodi nella propria zona di comfort anche artistico. “In quello che faccio cerco il bello senza seguire necessariamente quello che è nel presente. A me piace rischiare perché penso che soltanto rischiando si possono raggiungere degli obiettivi capaci di ispirare. E dare voce alle persone che hanno bisogno di una voce da seguire. Sono sicuro che potrà fare bene alle persone che mi seguono e spero possa piacere anche a quelli che non mi seguono”.
Foto di Francesco Ormando da Ufficio Stampa OUT LOUD PR