Anche i parchi divertimento hanno una loro storia da raccontare e spesso è incredibile e inimmaginabile. I Segreti delle Attrazioni Disney – la nuova serie i cui primi 5 episodi saranno disponibili su Disney+ dal 21 luglio – si ripropone proprio di farvi entrare in un mondo magico. Per esplorarne, però, i retroscena e i meccanismi dietro le quinte. «Sicuramente vi insegnerà qualcosa, ma più di ogni altra cosa lo scopo della serie è quello di essere divertente» esordisce subito Brian Volk-Weiss, executive producer e regista.
Del resto, I Segreti delle Attrazioni Disney raccoglie in un certo senso il testimone da The Imagineering Story, un documentario del 2019 lanciato proprio su Disney+ che si concentrava sulla storia degli Imagineers, gli Ingegneri dell’Immaginazione. I Segreti delle Attrazioni Disney segue quel filone, ma – come confessa Brian – l’idea è nata quasi per caso da una partnership con la Seven Bucks di Dwayne Johnson (executive producer).
«Stavamo lavorando a uno show per Disney+. Alla Disney era piaciuto, ma diciamo che non lo avevano amato. Non lo hanno voluto, ma ci hanno detto Perché non fate uno show simile ma sulle attrazioni?. Ho risposto che mi sarebbe piaciuto molto parlare delle giostre e mi hanno detto di non chiamarle mai più così».
«Non riuscivo a credere che ci avessero dato il via libera per la serie. – aggiunge Brian – Rispetto a The Imagineering Story, credo che noi abbiamo puntato più sul divertimento. Ci siamo allontanati dalla storia e dai protocolli sulla costruzione delle attrazioni, concentrandoci più sulla pop culture che hanno aiutato a creare e in cui viviamo. Disney ha sempre avuto una voce nella cultura contemporanea e in quella che verrà».
Il coinvolgimento di Dwayne Johnson
Per mancanza di altre parole – dicono i presenti in conferenza stampa – il coinvolgimento di Dwayne Johnson è stato «fantastico».
«È sempre stato presente – racconta Brian – e nel periodo in cui abbiamo realizzato lo show, lui ha girato credo 89 film. Di solito è divertente lavorare con le celebrità. C’è ciò che vedi e poi c’è la realtà di come sono. Ma Dwayne è veramente come lo vedete in tv o sul grande schermo. Portava entusiasmo ed energia in ogni riunione e direi che ama la Disney come tutti noi».
«Ci ha fatto visita un paio di volte mentre lavorava a Jungle Cruise – ha aggiunto Vanessa Hunt, Imagineer – Voleva semplicemente imparare. Voleva vedere l’artwork originale, ha fatto molte domande ed era felice di essere lì».
Le attrazioni raccontate nella serie
I Segreti delle Attrazioni Disney conta dieci episodi. Cinque saranno disponibili dal 21 luglio, mentre gli altri cinque arriveranno sulla piattaforma nei prossimi mesi. Ma quali attrazioni verranno raccontate? E come sono state selezionate?
«Abbiamo iniziato con una lista di più di 100 attrazioni. Non sto esagerando. – racconta Brian – Poi abbiamo ridotto a 30. Per selezionare abbiamo scelto subito di non realizzare episodi su attrazioni che non esistono più. Altrimenti ci sarebbero stati dieci episodi su Mission to Mars. In seguito, abbiamo messo insieme le attrazioni più iconiche che non potevano mancare. Ad esempio come era possibile non parlare di it’s a small world?».
«Le attrazioni sono come iceberg. Il pubblico vede solo il 2% della struttura. Se vedessero l’infrastruttura che le fa funzionare ne sarebbero sconvolti. Ed è stato questo il nostro punto di partenza».
Per Brian, un episodio in particolare – Trains, Trams e Monorails – potrebbe essere sconvolgente per gli spettatori. «In questo modo, al posto di andare sempre sulle stesse attrazioni, forse qualcuno dirà Voglio andare sulla monorotaia. E quando gli chiederanno perché potrà rispondere Ma hai visto lo show?»
Gli Imagineers
Ma i dettagli più appassionanti dello show arrivano dalle parole dirette degli Imagineers. Figure nascoste eppure geniali, in grado di portare in vita pensieri immaginari e di trasformare la magia in realtà. Il loro contributo nella serie è quello, per la prima volta, di metterci la faccia e raccontare il loro incredibile lavoro.
«Per noi è stato bellissimo rispondere a domande che di solito nessuno ci pone. – commenta Vanessa Hunt – Abbiamo rivissuto il processo di creazione di ogni attrazione. E abbiamo anche imparato tanto. Ad esempio, mi è stato chiesto quale fosse l’idea iniziale alla base di Jungle Cruise. Walt Disney voleva un’avventura reale. Animal Kingdom in un certo senso è la realizzazione della visione di Walt per Jungle Cruise. Voleva portare gli avventori in Africa e lo abbiamo fatto decenni dopo. Ci sono moltissime connessioni, il pubblico però vede solo il prodotto finito. È stato bello poter condividere queste storie».
Del resto, gli Imagineers sono sempre esistiti, ma – come tutto e tutti con il tempo – si sono evoluti. «Nello show – spiega Mark LaVine – vedrete la storia di persone che fanno questo lavoro da 70 anni. Io ho capito quanto è importante il patrimonio che chi ci ha preceduto ci ha lasciato».
«Da Imagineer, mi piace fermarmi all’uscita delle attrazioni appena aperte. – dice Dave Durham – È il momento in cui gli ospiti commentano l’attrazione appena provata. Li ascolto per capire se sono felici, se abbiamo soddisfatto le aspettative. A volte, non parlano e si rimettono subito in fila. Ah, sì che ne vale la pena! A volte basta guardare, non c’è bisogno di ascoltare».