Ilana Peña commenta la vittoria del Diversity Award per ‘Elena, Diventerò Presidente’ e ci racconta la seconda stagione dello show.
Tutto è pronto per la seconda stagione di Elena, Diventerò Presidente che arriverà su Disney+ il 18 agosto. Le avventure di Elena continuano nel segno dell’inclusione e del divertimento, come ci racconta la showrunner Ilana Peña (Crazy Ex-Girlfriend), forte di un Diversity Award vinto proprio grazie alla serie.
«Grazie Italia! – esordisce Ilana – Sono grata del fatto che le persone stiano capendo il messaggio dello show. Per me è importante fare una serie che mostri il mondo non come io voglio che sia, ma per come lo vedo. Il mondo è così. Troppo spesso Hollywood lo ha presentato come qualcosa di omogeneo, perché è ciò che vende in questo momento. Io voglio mostrare ciò che vedo e amo. La mia speranza è che le persone si sentano connesse a questa storia. E, se non lo sono, che capiscano che è la realtà».
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Del resto, la storia di Elena è in parte autobiografica.
«Sono stata ispirata da mia mamma e dal mio patrigno, perché ho vissuto in una famiglia allargata. – ci spiega la showrunner – Volevamo esplorare in che modo questa situazione possa influenzare una famiglia. Nella stagione 1 abbiamo visto come la relazione tra Gabi e Sam influenzasse Elena. Non abbiamo mai visto però in che modo influenzasse gli stessi Sam e Gabi. Sono due adulti, con le loro vite, che ora vivono insieme e hanno modi diversi di fare le cose. Gabi è stata una mamma single per tanto tempo. Cosa significa per lei ora dividere la responsabilità con qualcuno? Cosa significa per Sam improvvisamente diventare un patrigno? Volevamo approfondire questo aspetto, perché è stata la mia infanzia. Stavolta guardiamo tutto dal punto di vista dei genitori».
Il personaggio di Sam (interpretato da Michael Weaver) non a caso è fortemente ispirato allo stesso patrigno di Ilana.
«Sam fa tantissime battute. Ce ne sono tantissime. – racconta Ilana ridendo – In un episodio Elena chiede come possa mandare indietro una lettera al mittente, che è un senatore (in inglese I want to send the letter back to the sender, ndr) e Sam le risponde You mean to the senator. Quella battuta non era nella sceneggiatura, è stata improvvisata. Sam è fortemente ispirato al mio patrigno, ma ha anche il mio senso dell’umorismo. Mi permette di inserire nello script queste battute terribili e farla franca. Mi sento molto simile a Sam per tanti aspetti».
Ilana Peña e gli insegnamenti di Elena
Il personaggio principale della serie è tuttavia Elena, futura Presidentessa degli Stati Uniti d’America.
«Sinceramente, Elena mi ha insegnato tantissimo. – ci dice Ilana – Negli ultimi due anni ho imparato a essere una showrunner, una creator e ho imparato a fare il capo. In questa stagione ho diretto l’episodio 9 ed è stata la prima volta per me dietro la macchina da presa. Non ero sicura di essere pronta e sarò banale, ma ho pensato proprio a Elena e a come rende felice la gente. Sapevo di poter rallegrare il cast portando qualcosa di bello. Ho avuto un momento alla Elena, chiedendomi cosa avrebbe fatto lei al mio posto. Ovviamente si sarebbe buttata in una nuova esperienza e sono felice di averlo fatto. Ora sono innamorata della regia».
Ilana Peña sottolinea poi quanto ami fare televisione. E quanto sia stato complicato realizzare la seconda stagione in tempo di pandemia. «Tutti si sono adattati al nuovo mondo e credo che aiuti in un momento come questo. – dichiara – Tanti mi hanno detto di essere felici di lavorare a questo show, perché permette loro di sorridere ogni giorno. Lavorare con persone buone mi rende una persona migliore. Eravamo tutti lì per l’altro».
E cosa può insegnare questa seconda stagione di Elena, Diventerò Presidente al pubblico? «Sicuramente che è importante usare la propria voce. – risponde Ilana – Con la storia di Bobby capiamo che è importante imparare ad essere vulnerabili e fidarsi. Dal punto di vista di Elena, che è importante usare la voce per fare del bene. La stagione 1 ci ha insegnato che è bello scoprire di avere una voce. La stagione 2 ci insegna ad usarla. È tutto sul potere che abbiamo e in che modo lo usiamo per fare del bene».