Redatto da un Comitato Scientifico, il Manifesto del Gioco Attivo modifica i parametri dei giochi per i bimbi. Ce ne parla Marta Rizzi.

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Il gioco attivo come elemento fondamentale per la crescita fisica e mentale dei bambini. Questo è il principio alla base del progetto Esci fuori, Cresci dentro! fortemente voluto dal brand globale Little Tikes, scaturito nel Manifesto del Gioco Attivo. Si tratta di dieci principi redatti da un Comitato Scientifico composto da Alberto Pellai, Marta Rizzi, Laura Pomari e Barbara Tamborini.

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Presentato nella cornice del Forte Village in Sardegna – primo firmatario del Manifesto e intenzionato a promuovere l’active playing nella struttura – il Manifesto mette in luce l’importanza della relazione tra bambini e del gioco all’aria aperta.

«Siamo abituati a pensare che il gioco sia diventato un diritto. – ci dice Marta Rizzi, psicoterapeuta specializzata in terapia genitoriale – Questo Manifesto vuole essere un invito a recuperare ciò che di più semplice e autentico c’è nel gioco. Il gioco attivo è il gioco dinamico, di movimento e mette in relazione il genitore con il bambino e il bambino con il bambino».

Manifesto del Gioco Attivo

I 10 punti del Manifesto del Gioco Attivo

Ma in cosa consiste il Manifesto del Gioco Attivo e cosa sottolineano i 10 punti redatti dal Comitato Scientifico?

«Il gioco attivo ha un’importanza particolare in questo momento storico, ma credo sia senza tempo. – spiega Pellai in conferenza stampa – Giocare è in fondo il mestiere dei bambini e il Manifesto vuole essere un faro. Gli adulti possono poi decidere se seguirlo o meno». Di seguito i dieci punti.

  1. Giocare, che emozione. 
  2. Mettere in gioco i nostri sensi è un’esperienza sorprendente.
  3. Giocare è partecipazione.
  4. Sbagliare fa parte del gioco.
  5. Stare insieme è un gioco che si impara da piccoli.
  6. Chi più gioca, meglio sta.
  7. La scoperta di sé è un gioco meraviglioso.
  8. Io Gioco: Tempo Indicativo Presente.
  9. Giocare trasforma le pietre in sentieri.
  10. Il gioco è l’inizio di un mondo migliore.

Manifesto del Gioco Attivo

«Tutti i punti sono stati costruiti in team. – precisa Marta – Ma ho un debole per il punto 4. Io compio errori costantemente e valorizzo la possibilità di sbagliare. Con il gioco possiamo sbagliare e reinventarci. Possiamo scoprire i nostri limiti, ma anche le risorse e qualità nella costruzione di noi».

«Il punto 8, invece, è alla base della psicoterapia. – continua Marta – Presuppone un lavoro su se stessi e la possibilità di non andare troppo avanti nel futuro né di restare troppo ancorati al passato. Direi che è una lezione di vita da cui possiamo trarre tutti insegnamento».

Di base, il Manifesto mette in luce l’importanza della relazione.

«Siamo disabituati a delegare il gioco ad altri. Più che di non gioco parlerei di non partecipazione al gioco. – conclude Marta – L’invito è quello di ritornare a una relazione nel gioco, che è anche un punto del Manifesto. La relazione è sempre mediata. Bisogna lasciare la libertà ai bambini di conoscersi rispecchiandosi nell’altro. In questo modo possono scoprirsi e scoprire nell’altro opportunità di crescita».

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