Con ‘Solo’ Matteo Bocelli debutta ufficialmente nel panorama musicale italiana presentandosi con un brano in inglese che guarda già oltre i confini.
Si intitola Solo il singolo con cui Matteo Bocelli si affaccia ufficialmente sulla scena musicale dopo il duetto con il padre Andrea sulle note di Fall On Me. Era il 2018 quando il tenore italiano presentava Matteo con parole lusinghiere ma ancora con quella severità paterna che sa bene che nulla nella vita è regalato. E se il talento è un dono bisogna, ogni giorno, prendersene cura e coltivarlo con lo studio.
Oggi, a tre anni di distanza, il giovane artista è pronto a debuttare in solitaria con un brano che fin dal titolo è a metà strada fra una dichiarazione d’intenti e il racconto di una parte di sé. Da un lato c’è la solitudine subita (quella di quando, bambino, vedeva partire il babbo per lavoro) e quella cercata (nella natura, per tornare coi piedi per terra).
“L’ispirazione per il brano nasce da una fragilità del mio carattere, che è la solitudine”, ci racconta Matteo Bocelli. “La mia famiglia è ricca di persone e di amici, quindi la casa è sempre affollata; per questo, quando ci si ritrova da soli, non si è abituati. Ma la carriera artistica ti porta in giro per il mondo e ti costringe anche a restare solo”.
“Fin da bambino vedevo mio padre partire e questo mi dava tristezza”, ricorda Matteo. “Oggi ricordo quei giorni e rivedo quello che sto vivendo ora. Ma c’è una cosa alla base di tutto: la passione per la musica”.
“Questo brano è nato con un’identità più distante da quella che ascoltate”, racconta ancora il giovane talento. “Nel disco ci sarà anche la versione piano e voce che è il modo in cui è nata la canzone. Quindi, è stata rivestita musicalmente per avere un respiro più ampio grazie alla produzione”. Firmato insieme a Marco Guazzone e Fiona Bevan, Solo è nato “in un camp di scrittura che coinvolgeva autori italiani e nomi internazionali”, spiega Bocelli.
Per un artista che è cittadino del mondo, in fondo, muoversi su più lingue è qualcosa di naturale ma l’ambizione è profondamente legata al tricolore. “La scelta dell’inglese per il mio primo singolo ufficiale si spiega perché il mio progetto vorrebbe avere un respiro internazionale per arrivare a un pubblico più ampio possibile. Ma ci saranno anche canzoni in italiano e in spagnolo”.
“Sono fiero del mio paese – continua Bocelli – e vorrei portare la sua musica, il sound italiano, nel mondo. Fin da quando ho iniziato le co-scritture mi sono chiesto come poter portare la musica italiana in giro per il mondo. Anche perché l’italiano è una lingua meravigliosa. È questa la mia sfida.”.
“Il videoclip di Solo descrive l’emotività del brano”, spiega Matteo. “Le montagne danno questo senso di solitudine e io, poi, sono un amante della natura. Quando sono stressato mi faccio una camminata nel bosco e questo mi rilassa”.
Ma quanto può ‘pesare’ un cognome come quello che Matteo porta? “Non ho scelto un nome d’arte perché non ho ma temuto il cognome di mio padre, anzi ne vado fiero. Rappresenta la mia prima ispirazione di vita, prima ancora che professionale. Per questo esco così come sono, con il nome che ho: non ci si può nascondere da ciò che si è”.
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“Papà è stato molto rispettoso – racconta ancora – avrebbe potuto entrare col piede pesante, invece mi ha lasciato lavorare liberamente. Ovviamente mi sono sempre confrontato con lui e lo aggiornavo sul lavoro. Ad oggi si ritiene piuttosto soddisfatto”.
“In famiglia sono cresciuto ascoltando l’opera e i grandi classici, da Frank Sinatra a Tony Bennett ma ovviamente la mia è una generazione diversa”, osserva Bocelli jr. “Passavo da Puccini a Eminem. Credo che questo mio progetto possa davvero racchiudere tutti i generi che ho ascoltato”.
E l’entusiasmo per la prima uscita è già stato ben ricompensato: Solo ha esordito direttamente nella New Music Daily di Apple in 67 paesi (tra cui USA, Messico e Italia) e ha conquistato la New Music Friday di Spotify. “Credo che ognuno debba puntare più in alto possibile, ma poi è il pubblico a giudicare e non esistono scorciatoie”, dichiara ancora Matteo.
“L’artista deve preoccuparsi di essere autentico, vero e naturale, di parlare di cose che lo toccano”, conclude l’artista. “Oggi mi sento pronto. Sono soddisfatto di quello che ho fatto e spero che le mie emozioni arrivano a chi ascolta. La fanbase è importantissima e io mi ritengo fortunato ma c’è ancora tanto da crescere e le vette sono alte. Sanremo? Le porte sono sempre aperte ma per affrontare quel palco serve il giusto brano e serve farsi trovare pronti. Vedremo”.
Foto da Ufficio Stampa MN comm