Manca pochissimo all’uscita di Far Cry 6 (prevista per il 7 ottobre), uno dei videogiochi più attesi della stagione autunnale. Stavolta la Ubisoft ha realmente portato la celebre saga a un livello successivo, puntando sul gameplay ma soprattutto sullo storytelling della storia. Durante i panel di presentazione del gioco abbiamo potuto vedere qualche anticipazione sul fantastico mondo di Yara in cui il videogame è immerso, un’isola caraibica in cui imperversa una guerriglia contro il tiranno Antón Castillo.
Come ha sottolineato il World Director Benjamin Hall, l’obiettivo principale «era quello di unire il dna di Far Cry 6 con quello di una guerriglia moderna». L’ispirazione principale dietro il nuovo massiccio capitolo della saga Ubisoft sono quindi le guerriglie e l’isola di Cuba.
«Cuba è una nazione bellissima, pieni di animali, flora e fauna. – ha aggiunto Ben – Per noi è stata un’ispirazione iniziale, ma volevamo trasformarla in un’isola in piena ribellione. Yara è totalmente controllata, il giocatore avrà la sensazione di essere oppresso».
Yara è fortemente basata su Cuba, ma non è Cuba. «Abbiamo pensato a tutto, dall’economia alla politica di Yara – ha aggiunto Thierry Noël, Senior Inspirational Content Advisor – Non c’è solo Cuba, ma tutte le isole caraibiche, mescolate però con un feeling latino-americano».
In questa terra graficamente bellissima e socialmente ancora più intrigante, ha luogo la lotta tra Antón Castillo (Giancarlo Esposito) e Dani Rojas. Il personaggio principale del gioco è interpretato da Nisa Gunduz nella sua versione femminile e da Sean Rey in quella maschile. E sono proprio i due attori a raccontarci qualche dettaglio in più su Dani.
Dani Rojas, un lavoro in divenire
Dani è un personaggio carismatico, ma – a differenza dei protagonisti precedenti di Far Cry – è ricco di sfumature che lo rendono ancora più affascinante. Per Nisa e Sean la sfida è stata tecnica, ma in un certo senso anche psicologica.
«È stato fantastico. – ci dice subito Nisa – Per quanto riguarda il mio coinvolgimento nel progetto, è stato un lavoro di due anni e mezzo. Ciò che le persone credo non possano sapere, è che io stessa sono cresciuta insieme a questo personaggio e che ho fatto questo viaggio insieme a Dani. Quando abbiamo iniziato a girare non avevamo a disposizione tutto il copione. Non conoscevo la fine né chi sarebbe stato il cattivo. Non avevo nessuna informazione, ma solo due settimane di contenuti. Li abbiamo registrati e poi siamo tornati qualche settimana dopo e abbiamo girato altro. È stato fantastico vedere lo sviluppo della storia di Dani e come cresceva emotivamente e psicologicamente. Come diventava se stessa, giustificando le sue azioni senza scappare, ma combattendo. Credo che fare questo viaggio insieme a lei e capire le sue motivazioni mi abbia fatto immedesimare molto».
«Non avevo mai fatto nulla di simile prima di questo progetto. – ci dice Sean – Parlo di motion capture o cose del genere. Ho fatto solo tv. Quindi mi sono andato a vedere molti video su YouTube di altri giochi e di come li avevano girati, per avere un’idea su cosa fare. Questo è essenzialmente ciò che ho fatto prima di mettermi la tuta e buttarmi. È quasi come fare teatro, perché ci sono riprese molto lunghe e se rovini una scena devi ricominciare da capo. È bene prepararsi su questo, se devi girare un videogioco».
Far Cry 6, punti di forza e debolezze di Dani
Dicevamo sfide tecniche, ma anche e soprattutto di creatività. Per Nisa, le debolezze di Dani sono in fondo la sua stessa forza.
«Dani è intelligente, forte, piena di risorse, resiliente. Credo che tutti vorrebbero essere così. – ci dice Nisa Gunduz – Ma credo che una delle cose che la rende più umana e che ho provato a portare nel ruolo sia il fatto che le sue debolezze e la sua forza la rendono ciò che è. Le sue debolezze sono la sua forza. Ha un debole per alcuni personaggi del gioco e credo siano le cose che fanno apparire facile immedesimarsi in lei, giustificando le sue azioni. Quando giochi con un personaggio così forte, che sacrifica la sua vita per la rivoluzione, è difficile immedesimarsi. Ma io ho dovuto farlo per renderlo credibile. Ho usato ciò che può essere interpretato come una debolezza per motivare il personaggio. E ho usato parallelismi con la mia vita per interpretare e capire Dani e le sue motivazioni».
«Sicuramente ho dovuto imparare. – continua l’attrice – Ero nel mondo di Yara, nel mezzo della rivoluzione contro un fascista, ma in realtà ero in una stanza grigia con addosso una tuta molto stretta. Dovresti sentirti figa, ma in realtà sei solo rigida. Devi superare tantissime difficoltà tecniche. E come se non bastasse devi ricreare quel mondo intorno a te per poterci recitare. Ci sono aspetti tecnici, fisici e poi ci sono l’immaginazione e la creatività. Credo sia un’abilità che ogni attore dovrebbe avere e mi sento fortunata perché ho potuto fare pratica per due anni e mezzo».
Cuba, la guerriglia, gli accenti
Ma come si interpreta un personaggio latino-americano con indosso una tuta e senza nessun appiglio scenografico?
«Mi piace provare diversi accenti, diverse voci. Il personaggio si muove in modo diverso da me per cui non mi sentivo me stesso. È stato come calarsi completamente nei panni di qualcun altro. – ci rivela Sean – Ho visto qualche documentario su Che Guevara e su Fidel Castro per avere qualche idea su come fosse a quei tempi. La storia però è ambientata nel presente, per cui è contemporanea. E poi ho passato molto tempo con i miei nonni spagnoli, per cui quell’accento mi riesce molto bene perché il personaggio è cubano. Credo che se dovessi scegliere una sola fonte di ispirazione da un film ti direi un personaggio di Blow».
Far Cry 6: motion capture e cut scenes
Infine, Nisa e Sean non hanno potuto fare a meno di elogiare l’altissima qualità tecnica e tecnologica che hanno potuto ammirare mentre lavoravano.
«Mi ha sorpreso scoprire quanto fosse ottimo il sistema di riconoscimento facciale. – ci dice Nisa – Credo che recitare con la motion capture sia considerata una nazione a sé stante. Ma sta ottenendo sempre più credibilità nel cinema e nella tv. Ci sono molti film che la usano, come Avatar o Il Signore degli Anelli. C’è più rispetto oggi per la recitazione con il motion capture e io l’ho visto di persona. Ho pensato subito che fosse fantastico e ho capito perché sia considerato un talento diverso dalla recitazione».
«Per favore non saltate le cut scenes! – scherza Sean – Ci abbiamo lavorato duramente!».
«Sotto ogni aspetto è come girare un film. – conclude Nisa – Credo che le cut scenes arricchiscano la storia e che lo facciano in modo bellissimo. Sì, ci abbiamo lavorato molto e vogliamo che la gente le veda. Ma dovete vederle soprattutto se volete veramente immergervi nella storia di Far Cry 6».