La donna prima ancora dell’artista, con le sue emozioni, le fragilità, i dubbi e tutta la determinazione dietro una carriera internazionale. Arriva nelle sale cinematografiche per tre giorni Carla, il primo film dedicato a Carla Fracci, nei cinema l’8, il 9 e il 10 novembre. Prima di approdare su Rai1 il 5 dicembre. Il progetto si ispira all’autobiografia dell’indimenticata e indimenticabile ballerina (ed. Mondadori, 2013). E ha visto coinvolta la stessa Fracci insieme al marito Beppe Menegatti con la collaboratrice storica Luisa Graziadei.
Il racconto apre con Carla bambina, sotto i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, e la prima fascinazione per le libellule. Quella stessa leggiadria dinamica e aggraziata che avrebbe presto trovato la sua incarnazione in una bimba di provincia entrata all’Accademia di danza del Teatro alla Scala nell’immediato dopoguerra.
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Da quel momento quello che la Fracci ha portato sui palchi di tutto il mondo è storia, ma in Carla scopriamo ciò che stava dietro il sipario e i costumi di scena. E a dare volto e corpo alla stella della danza è Alessandra Mastronardi, che supera brillantemente la prova. “È stato un onore e una grande responsabilità. Anzi, la responsabilità sulle spalle è stata immediata per me, il regista ha dovuto tranquillizzarmi quasi a ogni ciak”, esordisce l’attrice.
“Ogni scena che giravo, ogni frase che dicevo, ogni emozione che cercavo di ridare era per lei”, continua la Mastronardi. “Ho fatto tutto per lei e forse il più grande rammarico è che lei non sia riuscita a vedere il risultato. Però mi ha dato tanto, è stato un bellissimo percorso”.
“Siamo abituati a vedere la signora Fracci col sorriso smagliante mentre danza leggera ma non abbiamo mai visto le sue lacrime”, spiega la protagonista. “Non abbiamo mai visto la sua forza, le cadute, le ferite sui piedi. Quello noi abbiamo voluto portare e far vedere, quasi sbirciando oltre il muretto, nella sua vita vera. Spero che possiamo capire veramente quanto i tendini tirassero e quanto diventassero poi leggeri quando ballava sul palco”.
Alessandra racconta quindi come si è preparata psicologicamente a interpretare colei che il New York Times definì ‘prima ballerina assoluta’. “Non sono particolarmente incline alle regole e la disciplina che ti dà la danza classica è molto rigida, è una filosofia di vita”, riconosce l’attrice. “Richiede una serietà di fondo e una forza fisica ma anche psicologica nella quotidianità”.
Ma la signora Fracci è stata, con caparbietà e andando anche contro pregiudizi e stereotipi, una donna che non ha rinunciato alla maternità. “Di Carla non abbiamo voluto né fare un santino né dare un’immagine patinata”, spiega la Mastronardi. “Quello che raccontiamo sono le emozioni e la sua modernità nel rompere gli schemi soprattutto per le donne che lavorano, per non parlare di una carriera internazionale”.
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“Per le ballerine, all’epoca, la maternità era un tabù anzi era una ghigliottina. Lei fu pioniera di un rispetto anzitutto verso l’essere donna. Ed è qualcosa di moderno ancora oggi, ahinoi. non dovrebbe neanche esserci più bisogno di parlarne perché dovrebbe essere qualcosa di assolutamente naturale. Eppure facciamo ancora fatica. Sono felice che in questo film ci sia anche un omaggio alla sua forza di donna”, afferma ancora la protagonista.
E sul tema della solidarietà femminile, che emerge nel confronto fra le giovani ballerine, la Mastronardi afferma con decisione: “non credo alla competizione e credo nelle opportunità”. In attesa dell’uscita sul piccolo schermo, l’appuntamento è al cinema (solo l’8, il 9 e il 10 novembre) per cento minuti di grazia, di coraggio, di semplicità e grandezza entrati nella storia.
Foto da Ufficio Stampa Mongini