In attesa di vederla sul palco di Sanremo insieme a Donatella Rettore con il brano Chimica, Ditonellapiaga fa uscire il suo biglietto da visita, l’album Camouflage. Uscito il 14 gennaio in digitale, il progetto è l’esordio per Dischi Belli/BMG Italy: dodici brani in cui – proprio come da titolo – la cantautrice mostra la sua anima camaleontica.
«È una raccolta di canzoni nate come figlie uniche. – esordisce subito Margherita Carducci, in arte Ditonellapiaga – Poi ho bilanciato con il fil rouge del mio eclettismo. Nella copertina, il mio essere camaleontica è tradotto visivamente. Nell’immagine, che mi ricorda molto la mia infanzia, c’è mia nonna con le sue amiche. Io mi confondo tra di loro. Penso sia una foto perfetta per tradurre il mio mondo personale».
Anticipato dal singolo Non ti perdo mai scritto con Fulminacci, Camouflage è dunque un insieme di canzoni «dense e maliziose», tra cui si affacciano brani più intimi.
«L’animale guida di questo disco è il camaleonte, e l’ho visto con un’accezione positiva. – dice Ditonellapiaga – La cosa che mi affascina del camaleonte è che si adatta a tutte le situazioni, rimanendo però se stesso. Credo che sia semplicemente un gioco il mio. Ogni tanto mi piace giocare, altre volte invece ho bisogno di dire le cose come stanno».
Ditonellapiaga, Sanremo e Donatella Rettore
Nel Camouflage di Ditonellapiaga, Chimica – il brano sanremese – sembra alla fine essere la variabile impazzita. La cantautrice non può svelare troppo, ma assicura che la direzione del pezzo è «erotica».
«È un pezzo che vive molto della sua epoca e del suo stile. – anticipa la cantautrice – Ha note più sensuali e dense».
«L’ansia c’è perché Sanremo è un palco gigante, soprattutto per me che sono emergente. È difficile vedermi su quel palco senza tremare. Però sono consapevole che sia un’opportunità gigante. Il pezzo è così divertente che superata l’ansia dovrò però solo pensare a divertirmi».
Ditonellapiaga racconta che il duetto è nato proprio dal pezzo.
«Ho scritto questo pezzo ispirandomi molto a Donatella. – racconta – Quando l’ho scritto, l’ho fatto sentire all’etichetta. Senza sapere di questa mia ispirazione rettoriana, hanno pensato a lei. Mi hanno chiesto di contattarla per cantarla insieme. Siamo andate subito d’accordo. Lei è molto premurosa. Poi abbiamo messo mano al pezzo, l’abbiamo visto insieme. Sono soddisfatta perché è un pezzo scritto da una ragazza del ’97, ma vive molto anche dell’epoca di Donatella. Sono due generazioni a confronto che però si mischiano molto bene. Quando lei ha sentito il pezzo ha detto che ci si rivedeva ed è un grandissimo complimento da una cantautrice di quel calibro».