Debutta al Festival di Sanremo Giovanni Truppi con il brano Tuo padre, mia madre, Lucia. Un brano che ha visto il cantautore approcciarsi anche ad un nuovo metodo di scrittura, insieme a nuovi autori accanto ai fidati Marco Buccelli e Giovanni Pallotti. Da un lato Pacifico e dall’altro Niccolò Contessa de I Cani hanno infatti arricchito la penna di Giovanni, mentre la produzione è affidata a Buccelli e Taketo Gohara.
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Più dell’emozione del Festival o dell’ansia da grande pubblico, quando lo incontriamo prima del Festival, Truppi si sofferma a parlare proprio di questo inedito team e dell’approccio creativo.
«Per la prima volta ho avuto voglia e ho sentito l’esigenza di confrontarmi con altri autori. – dice infatti Giovanni Truppi – Forse per il fatto che, come tutti, in questi tempi sono stato molto solo. Buccelli da sempre firma insieme a me la maggior parte dei brani. Volevo però un confronto con autori puri. Gino e Niccolò sono due artisti che ammiro molto».
Insieme, questa nuova squadra ha dato voce ai sentimenti di Giovanni, che dichiara senza mezzi termini come Tuo padre, mia madre, Lucia sia in fondo un sequel di Conoscersi in una situazione di difficoltà, brano del 2019 contenuto nell’album Poesia e Civiltà.
Giovanni Truppi e l’evoluzione di un rapporto in Tuo padre, mia madre, Lucia
«Racconta il passaggio dall’innamoramento all’inizio di un rapporto vero e proprio, quando i rischi aumentano. – racconta il cantautore – Il passo personale da fare è quello di abbandonare la propria solitudine. E può essere anche molto impegnativo. In questo caso, il sentimento evolve. La coppia si è formata e vive l’esperienza di costruire un amore, confrontandosi anche con il mondo esterno. Qui entrano in causa i personaggi citati nel titolo».
Didascalicamente, Lucia è infatti la figlia di Giovanni. Tuo padre e mia madre sono i suoceri. Perché – sottolinea Truppi – quando un rapporto inizia ad essere solido, è inevitabile che crei strati di relazioni esterne alla coppia.
«Come quando presenti il fidanzato agli amici o condividi il rapporto con la famiglia. – specifica il cantautore – Questa canzone descrive il sentimento d’amore per la persona amata, l’ineluttabilità del percepirsi insieme all’altra persona nel proprio futuro. I tre personaggi del titolo, in questo senso, sono solo spettatori. Non partecipano alla narrazione».
Le parole del ritornello e la melodia – racconta Giovanni – gli sono venuti in mente un giorno passeggiando per Bologna. «Ma vivo con imbarazzo che ci sia un po’ di vita privata in questa canzone», precisa il cantautore, che di sicuro non è avvezzo ai pubblici generalisti delle prime reti. Eppure, è stato proprio Truppi a cercare il Festival.
«Sono io che ho cercato il festival. – sentenzia infatti – La casa discografica mi ha chiesto se avessi qualche canzone da proporre e ho accettato. Questa canzone mi sembra che mi racconti molto bene. Che sintetizzi tante delle caratteristiche della mia musica e della mia scrittura».
La cover
Nella serata delle cover, Giovanni porterà invece Nella mia ora di libertà di Fabrizio De André, eseguita insieme a Vinicio Capossela.
«Ho cercato, spero con tutto il rispetto possibile, di offrire il mio punto di vista su questa canzone. – commenta Giovanni – Di farla mia. Non mi interesserebbe riproporre una versione esattamente uguale, pur rispettando l’originale. Vinicio Capossela è uno degli artisti che, con la sua musica e con il suo atteggiamento, mi ha più guidato da quando ho iniziato questo percorso. La scelta è caduta velocemente su di lui per l’interpretazione. Mi spaventa molto portare questo brano di fronte a un pubblico così ampio, il fatto che lui abbia accettato mi fa sentire più forte».
Ma Sanremo, in fondo, non è che una parentesi. Il 4 febbraio 2022 – a sottolinearlo – uscirà una raccolta intitolata Tutto l’universo, un ritratto d’artista attraverso quindici canzoni tra le più rappresentative della carriera del cantautore. Affinché quel grande pubblico – di cui Truppi sente un po’ la pressione – possa conoscerlo in tutte le sue sfumature.