La Rappresentante di Lista – il duo composto da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina – torna sul palco dell’Ariston con il brano Ciao Ciao. Una variopinta festa che racconta la tragedia della fine del mondo, riprendendo quel fil rouge già tracciato dal libro Maimamma (edito da Il Saggiatore) e, in un certo senso, anche dall’album My Mamma.
«L’idea del libro nasce molti anni fa. – ci racconta Dario – È un racconto che avevo iniziato a scrivere prima di conoscere Veronica. Recentemente mi sono interrogato sull’idea di raccontare questa doppia scadenza, quella della gravidanza da un lato e la fine del mondo dall’altro. Sono i paradossi della vita e della morte che si incontrano. Quel testo è stato uno dei primi fogli su cui ci siamo confrontati con Veronica e ci ha seguiti nella nostra carriera. Poi, quando abbiamo avuto la possibilità di pubblicarlo, abbiamo approfondito il racconto e lo abbiamo fatto nostro. Ciao Ciao riprende quei temi ed è bello che non sia una fine del mondo distopica da film di fantascienza. Parla più di quanto siamo vicini alla fine, di quanto l’ecocidio in atto sia una questione che riguarda noi e non i nostri figli e nipoti».
Il romanzo però ruota intorno alla figura di Lavinia, prossima alla fine del mondo e in attesa del suo primo figlio.
«Lavinia sicuramente sta vivendo una grande trasformazione. – dice Veronica – Non so cosa possa succedere al corpo di una donna o a un uomo e una donna che vivono questa esperienza. Possiamo però raccontarla come la fine di un’epoca, perché è l’esempio più grande di come ci si possa mettere da parte per l’altro. La fine del mondo che vive Lavinia è anche molto personale».
La Rappresentante di Lista
«Pensavo – dice Veronica – che sembrano tappe di un percorso seguito dallo stesso filo rosso. – dice Veronica – Se ci penso, mi emoziona che una cosa sia entrata dentro l’altra, e che tutto si sia trasformato. La Rappresentante si è proprio evoluta. È un progetto multiforme e mi piace pensare che potrà cambiare ulteriormente e trasformarsi. Non è solo musica. È teatro, immagine, costume. Ma è anche squadra e collettività. Questa per me ad oggi è una grande conquista dopo tanti anni».
E Sanremo è un palco straordinario su cui mettere in scena questa generale evoluzione. Senza dimenticare che dietro l’apparente festività si cela una profonda riflessione sociale.
«In Ciao Ciao ci piace ragionare su due temi, la trasformazione dell’individuo e il tema sociale. Abbiamo sentito l’urgenza di raccontare in maniera poetica la vertigine sociale che abbiamo attorno. Se dovessi dargli un titolo da quotidiano direi che parla della difficoltà della politica di eleggere un nuovo presidente o di essere aderenti alla realtà», conclude Dario.
Foto: Gabriele Giussani