Mahmood e Blanco raccontano il loro Sanremo 2022 e il successo di ‘Brividi’, tra messaggi di stima per Ranieri, Morandi e Drusilla Foer.
Incontriamo Mahmood e Blanco (rigorosamente su Zoom) a poche ora dalla finale del Festival di Sanremo. I due artisti – vera rivelazione della kermesse – confessano subito di stare vivendo un Festival «pieno di alti e bassi, soprattutto umorali».
«Ci son successe cose che non avremmo mai immaginato, arrivano risultati incredibili. – dice Mahmood – Siamo ancora un po’ sotto shock. Per il resto, sono molto felice perché questa esperienza mi sta insegnando tante cose, soprattutto su come si sta sul palco e ad essere un pelo più imprevedibile del solito. Questa settimana è stato un training».
Blanco concorda. «Se fossi venuto qui da solo – precisa – non avrei avuto questa tranquillità. Ma sono felice soprattutto perché ho baciato Amadeus».
Mahmood e Blanco favoriti? «Chi è favorito non vince mai»
Che i due siano tra i favoriti del Festival – soprattutto dopo i numeri di Brividi – è ormai accertato. Ma Blanco e Mahmood preferiscono non dare molta importanza alla classifica.
«Siamo tranquilli, non ci aspettiamo niente. – dice Ale – Non ci pensiamo alla classifica. Ci sono tantissimi altri artisti di cui siamo fan e per i quali proviamo una stima immensa. Pensare di stare sopra a qualche nome ci fa strano. Di sicuro, non vogliamo deludere chi ha ascoltato tanto il pezzo. Anche per questo, stasera ci sarà una sorpresina».
Sul primo posto di Jovanotti e Gianni Morandi nella serata delle cover, la coppia preferisce poi lasciar cadere qualsiasi accenno di polemica.
«Non c’è niente da dire. Hanno spaccato. – precisa Blanco – Come si fa a dire che a Gianni Morandi serviva una mano da Jovanotti? È una cazzata. Ha vinto l’esibizione perché era figa».
Sempre a proposito della cover (hanno proposto Il Cielo in Una Stanza di Gino Paoli), Blanco sottolinea che «il pezzo di Gino Paoli non si può cambiare», perché «se lo cambi, non hai capito un cazzo».
«Abbiamo fatto una scala alla fine per renderlo un minimo nostro. – continua – Ma è un pezzo clamoroso, non puoi cambiarlo».
Imprevedibilità e talento
Ma in cosa si sono incontrati Mahmood e Blanco, e cosa hanno imparato l’uno dall’altro?
«Ho imparato a uscire dagli schemi. – dice Mahmood – Lui ha 18 anni e vive tutto in modo libero, mentre io penso troppo. Ho imparato a pensare meno».
«Io da Mahmood ho imparato tante piccolezze, che sono poi quelle che fanno il grande».
Di sicuro, entrambi si stanno vivendo il Festival senza pensare troppo alla gara. Anzi, Blanco confessa di avere un’unica certezza al Festival, Gianni Morandi.
«Io ho un debole per Massimo Ranieri. – aggiunge Mahmood . E mi è piaciuta tantissimo Drusilla Foer. Credo che servano più personalità simili su quel palco, possono sempre aprire più menti. Mi ha stupito come in cinque minuti abbia chiuso un discorso che non era né semplice né scontato».
E sul successo del brano, Blanco chiosa:
«Vedermi su Spotify nella Top 5 Global mi ha fatto pensare che quando il pubblico italiano supporta così tanto si possono fare tante cose. Quindi Viva l’Italia».
Foto: Bogdan Chilldays Plakov