Dopo l’esordio con ‘Lacrime’, Samurai Jay torna con l’EP ‘Respira’ prodotto interamente da DANI. La nostra intervista.
Dopo Lacrime, Samurai Jay torna con un nuovo lavoro, che ha tutta l’aria di una vera e propria consacrazione. Respira, disponibile da da venerdì 1 luglio per Thaurus Music/Island Records, non contiene collaborazioni se non quella – ormai consolidata – con il producer DANI. Una scelta voluta e consapevole, per inseguire una «visione», come ci spiega lo stesso Samurai Jay.
«Questo disco è un’evoluzione artistica. Lacrime e Respira per me sono due figli. Respira sicuramente segna una svolta. Anche se i due progetti sono entrambi molto personali. Respira è però più colorato. Ha un sapore più dolce rispetto a Lacrime. Direi che è il post-Lacrime. È l’attimo dopo la lacrima».
Nelle otto tracce spicca sicuramente un mood pop-punk, che attinge a piene mani dagli Stati Uniti. E non è un caso che Samurai Jay e DANI siano volati a Los Angeles per lasciarsi ispirare.
«Il viaggio in America è partito in realtà dallo studio. – ci spiega l’artista – Gli USA ci hanno sempre affascinato e aiutato. Noi veramente siamo cresciuti con quello stampo. Il tappeto sonoro, così come le melodie e i testi, è nato in modo poco ragionato. Scriviamo in modo istintivo e seguiamo una visione. La musica vibra attraverso la stanza e la vedi, anche se non c’è. Questo disco è stato scritto al 100% con focus sulla visione e su nient’altro. Non sentivamo il bisogno di seguire alcun ragionamento strategico, non ce n’è fregato niente».
Samurai Jay, Respira e i brani Felina e Anna
Un lavoro certosino («Solo per i dettagli ci sono voluti mesi», ci dice infatti Samurai Jay) che ha dato vita a un progetto coerente e d’impatto. Con qualche piacevole eccezione. A partire da Felina, che sembra partire dall’elemento pop-punk per sfociare nella dance music.
«Danilo si è messo a suonare il basso di Felina e ha formato un loop perfetto. Io ci ho cantato sopra un groove stranissimo e abbiamo buttato a terra ‘sto ritornello a cui ancora oggi non trovo un senso. Per come la vedo io, Felina è la canzone italiana 2.0. Ha una vibe italiana senza cadere nel banale. Il disco si regge su sonorità pop-punk, ma la dance è sempre stata una costante nella nostra musica. Dani ce l’ha dentro, è il suo campionato. Mi piace questo disco perché è nuovo, è fresh».
Ma c’è anche Anna che, in un certo senso, chiude l’album prima di Bye Bye. Una dedica alla mamma non scontata, che apre la tracklist a un’atmosfera più pacata.
«È raro che io scriva senza musica. – racconta Samurai Jay – Mi può venire a volte in mente un concetto e me lo segno. Per Anna, però, c’è stato un processo particolare. È nato il beat, ma non facevamo sessioni. Solo tentativi. Mancava l’ultimo pezzo dell’album e ci siamo detti Quando arriva la fine tanto ce ne accorgiamo. Il beat di Anna ha pochi elementi, è tutta atmosfera. Questa sorta di musica da sala d’attesa mi faceva immaginare le montagne, vedevo l’aria. È stato il beat che mi ha ispirato la tematica stavolta. Quando c’è quello stop dove mia mamma parla, in realtà si fermava il beat. Così ha deciso DANI, ma era bello. Avevo salvato questo video fatto di nascosto mentre mi faceva una delle sue ramanzine. Lei mi tira per le orecchie quando non rigo dritto, soprattutto con la musica. Ho avuto un lampo di genio e ho messo il video là dove si ferma il beat. Era perfettamente incastrato in quella pausa. Avevo già le melodie, e da lì è nata in meno di niente. Con quel pezzo capisci anche che si è chiuso il viaggio del disco».
Il primo pezzo scritto, invece, è stato Come Fai a marzo 2021.
«Sulla scrittura ho faticato, è sempre stato il mio punto carente. – ci dice Samurai Jay – Stavolta volevo suonare figo e non dire cazzate. Volevo lanciare un messaggio e farlo con stile. Sarò sempre critico con me stesso, è l’unico modo per fare level-up. A volte bisogna scindere ciò che può piacere a te rispetto a ciò che ha senso. Spesso artisti come me, versatili, vogliono fare tutto e non fanno niente bene. Lacrime secondo me si perdeva un po’, Respira invece ha 7 brani che girano. E che girano bene».